“Bisognerebbe inserire nel disegno di legge sul lavoro autonomo il concetto di equo compenso del professionista che sia correlato alla qualità e quantità del lavoro svolto. Pertanto, abbiamo ritenuto necessario proporlo nel testo stabilendo la nullità delle clausole contrattuali difformi”.
Così la Presidente del Comitato Unitario degli ordini e collegi Professionali, Marina Calderone, proprio ieri confermata al vertice del CUP (LEGGI TUTTO), in audizione presso la Commissione Lavoro della Camera, ha esposto su mandato di tutti gli ordini professionali alcuni interventi di modifica al disegno di legge all’esame della commissione parlamentare. Il cosiddetto “Jobs Act dei lavoratori autonomi” è stato approvato nel novembre scorso dal Senato (LEGGI TUTTO).
“Un criterio ragionevole per stabilire in quale misura calcolare l’equo compenso potrebbe essere, ferma restando la discrezionalità del giudice nel valutare caso per caso le patologie del rapporto, il riferimento ai parametri giurisprudenziali vigenti”, ha poi continuato la Presidente del Cup ricordando come a pagare gli effetti della crisi economica degli ultimi anni siano stati soprattutto i liberi professionisti italiani.
I PUNTI CONVINCENTI DEL DISEGNO DI LEGGE. Il provvedimento, composto da 22 articoli, è stato valutato in maniera positiva dagli Ordini professionali che lo hanno definito “un intervento costituzionalmente necessario”.
Per il Cup tra i passaggi più convincenti del testo “c'è non solo il riconoscimento della funzione sussidiaria dei professionisti ordinistici e del loro ruolo di tutela alla fede pubblica, ma anche l'ampliamento delle tutele dei liberi professionisti, riconosciuti come soggetti economici che integrano realtà produttive economicamente simili alle Pmi per dimensioni, problematiche ed esigenze.”
“Si tratta di un testo moderno e adatto alle esigenze attuali del mercato del lavoro - ha dichiarato la Presidente Calderone - che colma, almeno in parte, un ritardo non più tollerabile per il comparto del lavoro autonomo e professionale che rappresenta una realtà di 2,3milioni di professionisti che alimentano un indotto occupazionale di circa 4 milioni di persone”.
LAVORO AGILE. Tra le proposte del Cup c'è anche quella riguardante il lavoro agile, che permette di conciliare le esigenze di vita e di lavoro dei lavoratori attraverso la flessibilità dei rapporti di lavoro. Per raggiungere questo scopo il CUP ritiene utile l'introduzione di forme contrattuali di lavoro agile atipiche, anche in deroga alla disciplina generale di legge o della contrattazione collettiva, purché gli accordi individuali raggiunti dalle parti contraenti siano formalizzati presso le Commissioni di certificazione e con le garanzie di protezione previste dai procedimenti richiesti.