E' un progetto che può dirsi durato 15 anni quello della riqualificazione della stazione di King’s Cross a Londra. Risalgono al 1998 i primi concept sviluppati dallo studio John McAslan+Partners, che ha poi posto le basi del masterplan generale nel 2005 e ha terminato definitivamente i lavori a settembre del 2013. Tempo ben speso, bisogna ammetterlo. Per un progetto che unisce tre approcci architettonici differenti: quello del riuso, della ristrutturazione e della nuova costruzione. Con l'obiettivo finale di rigenerare un intero quartiere, caduto negli ultimi anni in uno stato di degrado, rendendolo un polo attrattivo e di offrire nuovi servizi ai più di 50 milioni di passeggeri che transitano per la stazione ogni anno.
Edificio sotto vincolo storico-architettonico
Il maggiore ostacolo del progetto era quello di coniugare le esigenze di modernità con i vincoli di tutela storico-architettonica (primo livello di tutela), a cui ampie porzioni della stazioni sono soggette. La nuova stazione mantiene, quindi, inalterata la facciata dell’edificio costruito nel 1852, valorizzandone l’aspetto estetico e potenziando gli spazi interni, attraverso la creazione di percorsi pedonali e migliorandone l’accessibilità. I padiglioni, che contengono otto binari coperti da due volte di acciaio e vetro (250x22x65 m), sono stati ripuliti e dotati di nuove vetrazioni mentre i due edifici terminali a est e ovest sono stati riqualificati e ammodernati con estremo rispetto per l’esistente.
L'atrio a volta più grande d'Europa
Il fulcro di questa riqualificazione da 547 milioni di sterline è il nuovo atrio semi-circolare con copertura a volta, installato ad ovest della stazione esistente. L'atrio è alto quasi 20 metri e copre per intero i 150 metri di lunghezza dell'ala occidentale, ed ha una superficie complessiva di 7500 mq. Che fa della King's Cross Station la stazione con la copertura a singola campata più grande d'Europa.
La copertura è sorretta da 16 colonne d'acciaio a forma d'albero che si dipanano da un imbuto centrale, rendendolo strutturalmente indipendente dell'edificio sul lato ovest (sottoposto a tutela architettonica) e creando un nuovo ingresso alla stazione.
Metodologia costruttiva
Per quanto riguarda la metodologia costruttiva, sono stati utilizzati ponteggi prefabbricate per la realizzazione della struttura del tetto, i cui componenti sono stati assemblati in situ ma realizzati off-site, così da ridurre al minimo i tempi di realizzazione. Una volta che il guscio è stato completato, il ponteggio è
stato gradualmente rimosso, così da utilizzare il peso proprio della
copertura per aiutarne la posa corretta.