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La certificazione e qualificazione dei manutentori di porte tagliafuoco

Il percorso certificativo basato su ACCREDIA ha dato valore aggiunto alla qualità dei tecnici che operano nel mercato delle porte resistenti al fuoco. Con l’arrivo dell’obbligo di Legge ci sarà bisogno di almeno 7.000-8.000 tecnici qualificati per garantire la continuità dei servizi di manutenzione.

giovedì 2 aprile 2020 - Redazione Build News

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Si dice un’ovvietà quando si afferma che una porta resistente al fuoco non è in grado di assicurare le prestazioni per le quali è stata progettata e costruita, se non adeguatamente installata e manutenuta da personale competente. 

I produttori associati in ACMI hanno sempre lavorato affinché il concetto di “personale competente” fosse collegato a un sistema codificato di formazione e certificazione/qualifica, non solo dei tecnici incaricati delle attività “in cantiere”, ma anche di chi ha la responsabilità di organizzare e supportare (documentazione, mezzi, attrezzature, formazione, etc.) in maniera opportuna il loro lavoro. 

L’impegno è sfociato nella stesura della norma UNI 11473-1/2/3 (oggi in revisione sotto il coordinamento di un esponente ACMI) che, con la pubblicazione della parte 3 nel dicembre 2014, ha avviato un percorso virtuoso sulla formazione dei tecnici di installazione e manutenzione delle porte resistenti al fuoco e di quelle sulle vie d’esodo. Percorso di formazione che si è collegato al Sistema di Certificazione di Persone di ACCREDIA che, attraverso organismi di parte terza accreditati, valuta e certifica le competenze acquisite in relazione a quanto prescritto dalla norma UNI di riferimento. 

Dopo un lento avviamento, tale certificazione, seppur volontaria, ha avuto un numero di adesioni sempre crescenti, perché è stato valutato dal mercato come il più affidabile e serio strumento di accertamento della capacità professionale degli addetti a tale attività. 

La norma UNI 11473/3 individua due livelli di certificazione: Addetto Esecutore e Addetto Responsabile degli interventi. Il candidato partecipa normalmente ad un corso di 8-16 ore e poi sostiene un esame, tenuto dalla commissione insediata da un ente terzo indipendente accreditato da Accredia, consistente in una prova scritta su domande a risposta multipla, da un colloquio orale ed una prova pratica su porte di diverso tipo disponibili nella sede d’esame. 

La serietà ed affidabilità dello svolgimento degli esami è stata riscontrata dagli attuali responsabili della formazione tecnica ACMI che, in questi anni hanno tenuto più di 50 corsi cooperando con più di un ente terzo accreditato per la certificazione di più di 300 tecnici. 

Prova di tale serietà e affidabilità è il prestigio che tale certificazione ha acquisito negli anni, tanto da essere stata inserita nei capitolati di molte aziende e di enti pubblici e privati al momento di bandire le gare per l’affidamento del servizio di posa e manutenzione. Si può quindi affermare che il percorso certificativo basato sul sistema ACCREDIA ha dato valore aggiunto alla qualità dei tecnici che operano nel mercato delle porte resistenti al fuoco. 

Grazie all’impegno di molte Associazioni del settore, oggi sono circa 1700 le persone certificate nell’ambito della norma 11473-3; un esempio virtuoso, che è stato ed è riferimento e modello di percorsi analoghi nel settore dei serramenti e delle chiusure in genere. Si ricorda ancora che l’attuale schema certificativo obbliga il tecnico certificato a tenersi aggiornato, con la partecipazione a corsi o verifiche periodiche.

Il Ministero dell’Interno, attraverso il Comitato Centrale Tecnico-Scientifico per la Prevenzione Incendi, sta lavorando ad una bozza di Decreto Ministeriale che renda obbligatoria la qualificazione degli addetti alla manutenzione delle porte resistenti al fuoco, con specifico riferimento all’attuazione dell’articolo 46, comma 3, lettera a, punto 3 del D.Lgs 81/08 (Metodi di controllo e manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio). 

ACMI condivide pienamente l’iniziativa Ministeriale e, per quanto possibile, darà il suo contributo al perfezionamento della bozza di Decreto in discussione al CCTS dei VV.F., per lo specifico settore delle porte resistenti al fuoco. Il nostro auspicio è che non venga disperso il patrimonio di esperienza formativa, professionalità e di lavoro costruito negli ultimi sei anni sulla Certificazione Volontaria, riconoscendo il merito di quegli operatori che hanno fin da subito creduto nei percorsi di formazione e valutazione stabiliti dalla norma tecnica UNI e garantendo loro un percorso agevolato di Qualifica. Questo anche perché, da nostre stime, con l’arrivo dell’obbligo di Legge ci sarà bisogno di almeno 7.000-8.000 tecnici qualificati per garantire la continuità operativa dei servizi di manutenzione (senza contare il fatto che probabilmente la qualifica verrà richiesta dal mercato anche per l’installazione delle porte). 

Ciò comporterà un notevole impegno di risorse formative e di qualificazione per l’entrata a regime dell’obbligo (noi pensiamo ad un periodo non inferiore a 36 mesi) che potrebbe essere agevolato dal rapido riconoscimento dei tecnici Certificati secondo UNI 11473 e non certo da una presunta competenza “acquisita sul campo” che, nella nostra esperienza formativa, si è dimostrata fallace in quanto proprio i tecnici con più anzianità di servizio mostravano una forte propensione al concetto “ho sempre fatto così” e ignoravano gli aggiornamenti tecnico-normativi introdotti dalle innumerevoli norme che hanno interessato il settore. 

Ing. Gianrico Delfino
Responsabile Tecnico/Normativo ACMI 

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