Eliminando uno dei tanti oneri ingiusti che, secondo l'Associazione Nazionale Energia del Vento (ANEV), gravano da anni sul settore eolico, con sentenza del 9 febbraio 2015 la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale la Robin Tax, ma solamente per il futuro.
Infatti, la Consulta ha stabilito che l’illegittimità costituzionale dell'articolo 81, commi 16, 17 e 18 del DL 112/2008 convertito con legge 133/2008, e successive modificazioni, scatterà a decorrere dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza in Gazzetta Ufficiale, evitando quindi restituzioni e rimborsi alle imprese del settore dell’eolico che dal 2008 hanno versato l’addizionale ingiustamente e che, oltre al peso della Robin Tax, sono state già penalizzate da ostacoli burocratici e normativi.
SENTENZA NON ADDITIVA. ‘La sentenza della Corte Costituzionale sulla cosiddetta ‘Robin Tax’ – che pure crea un problema di gettito per il prossimo futuro - ha un rilievo che definirei storico laddove stabilisce la non applicazione retroattiva della sentenza. Credo sia la prima volta che la Consulta si fa carico della possibile violazione dell'articolo 81 della Costituzione derivante da una sua decisione. In precedenza , le sentenze sono state sempre additive, senza alcuna preoccupazione per gli effetti sul bilancio che esse avrebbero comportato. Come mai ora sì e prima no? Semplice: prima non era in Costituzione il principio dell'equilibrio di bilancio, nè quello della sostenibilità del debito. E la legge di bilancio era una legge meramente formale, di adesione dei numeri ( entrata e spesa) ai dettami della legislazione vigente. Alla faccia di quelli che dicevano che il nuovo articolo 81 della Costituzione non cambiava niente, la sentenza di oggi dice espressamente che la non retroattività della decisione deriva dai nuovi principi costituzionali’’.
IL COMMENTO DI ANEV. L'imposta aggiuntiva per le aziende del settore petrolifero ed energetico è stata da sempre ostacolata da ANEV che oggi accoglie favorevolmente l'esito della sentenza, seppur con qualche perplessità rispetto al fatto che la pronuncia avrà effetti soltanto sulle entrate erariali future.
L’auspicio espresso da ANEV è che errori del genere non si ripetano più. La semplificazione della normativa e l’emanazione di regole certe devono essere alla base del funzionamento di un settore industriale sano e con grandi potenzialità, come l’eolico, che ad oggi rischia il collasso. Tale incertezza comporta la fuga degli investimenti all’estero, la perdita di credibilità del Paese e la perdita di posti di lavoro.
Come da tempo segnalato questo provvedimento era palesemente illegittimo e l’augurio è che si prenda atto della sentenza e che per il futuro non si ripetano tentativi di penalizzare ad ogni costo le rinnovabili, tanto meno con provvedimenti incostituzionali - ha commentato Simone Togni, Presidente ANEV -. Speriamo che questa lezione serva anche a risolvere, prima che intervenga la giustizia, l’annosa questione degli oneri di sbilanciamento.