Polveri sottili emesse dal riscaldamento domestico a legna e pellet e qualità dell’aria. Un problema reale anche in Toscana, in particolare in alcune zone critiche della regione, come la Piana di Lucca e la Piana Prato- Pistoia. La maggior parte delle emissioni di PM10 viene da stufe e caminetti datati e caratterizzati da tecnologie di combustione ormai obsolete e superate: gli apparecchi a legna e pellet installati in Italia da più di 10 anni sono il 70% del parco installato e contribuiscono all’86% del PM10 derivante dalla combustione domestica di biomassa.
Per attivare azioni concrete finalizzate al miglioramento della qualità dell’aria, la Giunta della Regione Toscana con propria deliberazione ha deciso di aderire al "Protocollo d'Intesa per la promozione di azioni e di iniziative finalizzate alla riduzione delle emissioni degli impianti termici alimentati a biomasse legnose" già sottoscritto dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare (MATTM) e da AIEL, Associazione Italiana Energie Agroforestali, in rappresentanza delle imprese che operano nella filiera legno-energia: imprese boschive, produttori e distributori di legna, cippato, pellet, costruttori di caldaie e apparecchi domestici, installatori e manutentori.
L'intesa ha l’obiettivo di contribuire a ridurre, fino al 70% entro il 2030, i livelli di particolato PM10 e di Benzo(a)pirene imputabili al riscaldamento domestico a biomasse, mettendo in campo una serie di impegni assunti tra le parti coinvolte, istituzionali e private.
Il Protocollo, siglato inizialmente nel 2018 da AIEL e MATTM, recepisce e sviluppa gli obiettivi del “programma per l’adozione coordinata e congiunta di misure per il miglioramento della qualità dell’aria nel bacino padano”, sottoscritto nel giugno 2017 dal Ministero dell’Ambiente con le Regioni Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. In questo quadro si colloca la collaborazione tra istituzioni pubbliche come il Ministero dell’Ambiente e le Regioni da un lato e una realtà associativa come AIEL, prevedendo una serie di impegni da parte dei diversi soggetti aderenti. In questo senso, AIEL ha contributo all’invio di un’indagine conoscitiva sull'uso di legna, pellet, rivolta a tutti i cittadini, con lo scopo di conoscere le abitudini e i consumi energetici dei cittadini toscani, al fine di ottimizzare gli interventi di contenimento degli sprechi energetici. Inoltre, è allo studio un bando di finanziamento per favorire il turn over tecnologico e la sostituzione degli impianti di riscaldamento più obsoleti con sistemi moderni ed efficienti.
Aderendo al Protocollo, la Regione Toscana assume a sua volta una serie di iniziative che rafforzano ulteriormente le attività previste nel Piano Regionale per la qualità dell'Aria (PRQA) già in fase di attuazione.
Sul fronte energetico, le misure prevedono la possibilità di installare sul tutto il territorio regionale solo impianti termici a biomassa di qualità uguale o superiore a 4 stelle (DM 186/2017) nelle nuove costruzioni o ristrutturazioni edilizie.
Tra queste, va ricordata la misura che prevede il divieto di utilizzo di biomassa per riscaldamento nelle nuove costruzioni o ristrutturazioni, in accordo con il regolamento regionale. Questa misura si applica solo ai comuni critici per il PM10, limitatamente alle aree di superamento, tipicamente le zone di fondovalle fino ad un’altezza di 200 metri s.l.m., e non si applica alle aree non metanizzate. È inoltre stato stabilito un potenziamento dei controlli da parte dell’Agenzia Regionale Recupero Risorse (ARRR) sugli impianti domestici destinati al riscaldamento, in particolare se alimentati a biomasse, prevedendo anche la realizzazione di apposite campagne informative per i cittadini sulla corretta gestione degli impianti.
Nel 2018 – spiega l’assessora Monni - la Toscana si è dotata di un Piano regionale per la qualità dell’aria che prevede interventi specifici per ridurre le PM10. La situazione complessiva negli ultimi cinque anni è migliorata ma alcune zone, come la piana lucchese e l’area di Prato-Pistoia, continuano ad avere criticità. Una delle fonti primarie di particolato fine è la combustione delle biomasse derivante sia dagli impianti di riscaldamento che dagli abbruciamenti in campo aperto degli sfalci e potature di piante. Occorre perciò potenziare le attività di corretta gestione degli impianti termici alimentati a biomassa e l’adesione a questo importante atto, come già fatto da altre Regioni, va in questa direzione.
L'adesione al Protocollo della Regione Toscana - aggiunge Domenico Brugnoni Presidente di AIEL - è un importante passo avanti nell’attuazione di politiche di sistema che coinvolgono istituzioni, ammnistrazioni del territorio, aziende, cittadini. Adottando la strategia ‘Rottamare ed educare’ proposta da AIEL – prosegue Brugnoni – si potrà arrivare ad una riduzione delle emissioni di polveri sottili imputabili al settore del 70% nei prossimi 10 anni, sfruttando meglio gli incentivi già disponibili a livello nazionale come il Conto Termico e attivando bandi di finanziamento a livello regionale e locale. Per la Toscana, l'invito è di strutturare un sistema di erogazione di contributi per le famiglie residenti nelle aree di superamento dei limiti emissivi in modo da promuovere e rafforzare il Conto Termico, aumentandone la portata in termini di risorse disponibili.