La Rete delle Professioni Tecniche abbandona i tavoli della “filiera dell’edilizia” proposta dall’ANCE (Associazione nazionale dei costruttori edili). L’organismo che rappresenta tutti i Consigli Nazionali dell’Area Tecnica (Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Chimici, Dottori Agronomi e Forestali, Geologi, Geometri, Ingegneri, Periti Agrari, Periti Industriali e Tecnologi Alimentari) lo ha comunicato attraverso una nota.
“La Rete delle Professioni Tecniche – si legge nella nota – è perplessa di fronte ad una risoluzione parziale delle criticità relative al nuovo Codice dei contratti, che esclude proprio le proposte sui servizi di competenza delle professioni che rappresenta”.
Sono tre, in particolare, le proposte della Rete su cui è mancato l’accordo:
- L’affidamento prioritario della progettazione esecutiva al vincitore di un concorso di progettazione, strumento il cui rilancio la RPT ritiene fondamentale.
- L’estensione del periodo entro il quale valutare i curricula dei concorrenti negli affidamenti di servizi di progettazione ed altri servizi tecnici e la contestuale valorizzazione delle esperienze formative specifiche sul settore del servizio in affidamento, al fine di non escludere dal mercato i giovani e gli operatori economici che non hanno avuto la fortuna di lavorare negli ultimi anni.
- La drastica riduzione del ricorso allo strumento dell’accordo quadro che, accorpando di fatto più lavori (servizi o forniture) per la partecipazione alle gare, impongono ai concorrenti il possesso di requisiti molto pesanti, contribuendo così a sbarrare l’accesso al settore dei lavori pubblici degli operatori economici medio-piccoli.
La Rete delle Professioni Tecniche ha inoltre espresso molti dubbi rispetto al rilancio della procedura dell’appalto integrato che mette a rischio la centralità del progetto. Consentire l’appalto di lavori in mancanza di un progettazione esecutiva alimenta quei contenziosi che sono la principale causa del nostro triste primato internazionale sulle opere incompiute.
Comunque sia – afferma ancora la RPT - continueremo a confrontarci con le istituzioni competenti affinché il decreto correttivo possa superare le criticità del nuovo codice dei contratti, puntando sul documento condiviso con i nove Consigli Nazionali delle Professioni Tecniche. Siamo certi che ci saranno altri momenti di condivisione con tutti i soggetti della filiera dell’edilizia, al fine di raggiungere obiettivi comuni per il rilancio del settore dei lavori pubblici, purché non vengano derogati principi fondamentali quali quello della centralità del progetto nel processo di esecuzione di un’opera pubblica e quello dell’apertura del mercato ai giovani che hanno talento ed alle strutture professionali medio-piccole, che costituiscono più del 90% degli operatori economici del settore.