Che ne sarà delle batterie dei veicoli elettrici una volta giunte a fine vita? Il riuso più promettente sembra essere in sistemi di accumulo domestico o commerciale.
Secondo i dati di Bloomberg New Energy Finance (BNEF) questa prospettiva è reale e potrà realizzarsi prima del previsto. Il report stima che per il 2025 ci saranno circa 29 GWh di batterie usate di veicoli elettrici, di cui quasi un terzo, 10 GWh, secondo l’analista senior Claire Curry, verrà utilizzato come sistema fisso di energy storage.
Le variabili in gioco sono però, molte. Innanzitutto sono necessari alcuni elementi per consentire il riutilizzo di una batteria usata. Fra cui almeno cinque anni di vita utile rimasta, e una capacità residua abbastanza elevata, nessun danno rilevante e la presenza di una garanzia che copra la “seconda vita” fuori del veicolo originario, oltre a un design che faciliti il riuso nei sistemi di accumulo.
La convenienza economica
Poi c’è la questione dei costi. Le batterie usate saranno più convenienti di quelle nuove nell’ambito dello storage? Attualmente un nuovo sistema di stoccaggio stazionario può costare fino a 1000 dollari il kWh. Al contrario, riproporre le batterie usate degli EV potrebbe essere una mossa vincente, secondo il BNEF, sul fronte della spesa economica. La proiezione della BNEF mostra che la riallocazione delle batterie al litio potrebbe costare fino a 49 dollari / kWh nel 2018, con un costo di 400 dollari / kWh aggiuntivo per la trasformazione in un sistema di “stationary storage”.
Tesla non è d’accordo
Chiaramente è necessaria la collaborazione da parte dell’industria automobilistica, che appare divisa sulla questione. Da un lato ci sono alcuni costruttori automobilistici, tra cui BMW, Nissan e Mercedes-Benz, che hanno già avviato progetti di riuso che vanno in questa direzione. Dall’altro c’è il punto di vista di Tesla, convinta che la soluzione migliore per la seconda vita delle batterie sia nel semplice riciclo di alcuni componenti in dispositivi nuovi.