Una completa riqualificazione del grattacielo esistente, preservandone la forma e l’impronta architettonica; una nuova torre botanica residenziale che riprende e amplia il concetto del vicino Bosco Verticale; una serra all’avanguardia con spazi polifunzionali per eventi e mostre, ricavata nel ponte che congiunge i due edifici e che attualmente scavalca via Melchiorre Gioia: questi, in estrema sintesi, i principali elementi di novità del progetto di restyling del cosiddetto “Pirellino”, celebre grattacielo anni Cinquanta dello skyline milanese, dismesso dal 2013 e acquisito nel 2019 dal gruppo immobiliare Coima Sgr di Manfredi Catella per una cifra di 193 milioni di euro.
Lo stesso Catella ha presentato oggi, durante una conferenza stampa in streaming, il progetto vincitore del concorso a cui hanno partecipato 70 raggruppamenti per oltre 300 studi di architettura, urban design e ingegneria, in rappresentanza di 15 paesi. Ad aggiudicarsi la vittoria è stata la cordata italo-americana formata dallo studio Diller Scofidio – dell’architetta Elizabeth Diller, celebre soprattutto per la High Line newyorkese – e Stefano Boeri Architetti. Il progetto prevede la riqualificazione dell’edificio esistente – che sarà adibito ad uso uffici – la costruzione di una nuova torre residenziale, e il restyling del ponte tra i due, che ospiterà una serra all’avanguardia e spazi pubblici. L’intervento è pensato come un tassello ulteriore nel quadro di rinnovamento urbano che negli ultimi anni ha completamente stravolto l’aspetto del distretto di Porta Nuova, integrandosi con la vicina Biblioteca degli Alberi e prevedendo anche una nuova alberatura e un nuovo percorso ciclabile lungo via Melchiorre Gioia.
IL NUOVO PIRELLINO. Il grattacielo esistente sarà completamente riqualificato dal punto di vista sismico, architettonico e impiantistico, anche per adeguarlo alle normative edilizie più recenti. Il progetto prevede inoltre un ampliamento sulla facciata nord – per un incremento volumetrico di circa il 25% – mentre nella facciata sud conserverebbe il suo inconfondibile profilo architettonico.
LA TORRE BOTANICA RESIDENZIALE. Riprendendo il concept del Bosco Verticale, la nuova torre botanica residenziale avrà un’altezza di 110 metri per un totale di 25 piani, di cui i primi tre saranno pubblici. In totale il progetto prevede la presenza di 13 mila piante, tra alberi (430), arbusti (4000) e piante perenni (7500), divise tra i vari balconi – che circonderanno l’intero perimetro dell’edificio – anche in base alla stagionalità della fioritura. I parapetti dei balconi saranno equipaggiati con pannelli fotovoltaici per garantire all’edificio un’autosufficienza energetica del 65%, mentre i piani saranno costruiti in legno e acciaio, attorno a una colonna centrale di cemento armato.
LA SERRA. Il ponte esistente farà da congiunzione tra i due edifici, con una serra pubblica che ospiterà una grande varietà botanica da tutto il bacino del mediterraneo. Non solo: è prevista la presenza di uno spazio espositivo per mostre e altri eventi, un’area dedicata al benessere, una caffetteria, e negozi sul piano strada.
L’INCOGNITA DELLA LEGGE REGIONALE. La realizzazione del progetto dipende dall’applicazione della legge regionale 18/2019 sulla rigenerazione urbana, che prevede appunto la possibilità di un incremento considerevole delle volumetrie in caso di recupero di edifici abbandonati (è il cosiddetto “bonus volumetrico” previsto dall’art. 40 bis). Nei giorni scorsi la legge è stata al centro di un’accesa querelle tra la Regione e il Comune di Milano: l’assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran l’ha duramente contestata giudicandola incompatibile con il Pgt comunale, che prescrive ai proprietari di un immobile abbandonato di avviare i lavori per riqualificarlo – a parità di volumetrie – entro 18 mesi, oppure demolirlo. La legge regionale, al contrario, dà tempo ai proprietari fino a tre anni per presentare un progetto di riqualificazione. Durante la conferenza stampa, Catella ha avvertito: se la legge regionale non dovesse essere applicata Coima procederà ugualmente con il progetto, ma senza la parte “pubblica” relativa alla serra.