“Badao. Ogni parola ha un perché” è il nuovo saggio di Gianluca Giagni, ingegnere per professione e scrittore per passione. Un saggio di grande intensità ed emozione in cui l’autore, prendendo spunto da un viaggio in Thailandia, tra il serio e il faceto, riporta l’attenzione sulla parola, mettendo in relazione il suo uso comune con la realtà circostante e riscoprendo la ricchezza che si cela dietro di essa, il uso tecnico e la sua storia. Chi legge Badao si appresta a iniziare un viaggio di esperienze scandito da una legenda di parole che scorrono lungo le giornate dell’autore in Thailandia, e a fare una riflessione sul mondo della sicurezza, intesa in senso allargato, dai luoghi di lavoro alla vita di tutti i giorni. Un viaggio è sempre la scoperta di un mondo nuovo, di nuovi significati delle parole e di una nuova applicazione di esse alla realtà.
“Badao”, che dà il titolo al libro, spiega l’autore, “è un vocabolo curioso, uno dei tanti con un suono interessante, una vibrazione tenace che rappresenta l’inizio di un viaggio, un viaggio di quelli su due livelli che mettono da una parte in relazione l’uso comune di alcune parole con la sua storia, dall’altra con il viaggio del narratore in Thailandia, quasi un gioco con il quale porto avanti la mia idea di diffondere la cultura della sicurezza in una chiave nuova”.
Badao affronta l’argomento della sicurezza in una chiave completamente diversa, spingendo il lettore a soffermarsi sulle parole e sul loro significato etimologico, a chiedersi il perché delle cose. Qualcosa che nella frenesia dei ritmi giornalieri e nell’uso continuo di internet e dei social network spesso trascuriamo di fare. “Senza dubbio – racconta Giagni – la Thailandia è un paese molto affascinante che nel suo caos ordinato ti fa riflettere. In generale in tutti i paesi lontani dalla nostra cultura europea spesso si riflette maggiormente su cosa viviamo quotidianamente. In Thailandia gli abitanti sorridono e sono estremamente cortesi, a volte sembrano non preoccuparsi di nulla per quanto osservi situazioni assurde nelle quali il rischio è proprio lì vicino, a portata di mano. Da questo mio continuo osservare un mondo ben diverso da quanto siamo solito vedere nella nostra vecchia Europa partono le mie riflessioni”.
La sicurezza, un tema quanto mai attuale in Italia
“La sicurezza – ci ricorda l’autore – è ovunque. A casa, nella vita sociale, nella sfera più riservata, nel movimento, nei comportamenti, nelle abitudini e in molto altro. È un tema non solo di carattere tecnico, ma fulcro di riflessioni, dibattiti, confronti, studi, approfondimenti che toccano la vita, il lavoro, le relazioni, la professione”.
Il libro, che prende spunto da un viaggio in un paese lontano dalla nostra quotidianità, è frutto anche del lavoro dell’autore che si occupa di sicurezza e la sua considerazione iniziale tiene conto del fatto che la sicurezza reale e percepita spesso non coincidono, che troppo di frequente viene considerata una questione per addetti ai lavori, che il lavoratore è più sicuro tanto più sarà informato e capace di esprimere il proprio eventuale disagio. Le parole diventano essenziali proprio quando si è in una condizione di difficoltà, quando ci si trova in un’altra cultura, in un contesto limite come può essere un cantiere o in una condizione di disagio.
“Si pensa che la sicurezza sia una questione legata solo alla tecnica e alle professioni ma vi è una questione di ‘sicurezza’ in tutto quello che facciamo ogni giorno senza preoccuparci del modo in cui lo faccio: per abitudine soprattutto o per esperienza. C’è una proporzione diretta tra il lasso di tempo durante il quale si svolge un’attività e la modalità che diventa sempre più naturale o distratta, senza preoccuparsene. Da qui l’etimologia di un termine che già da solo dice tutto: sicurezza dal latino sine cura, senza preoccupazione”.
Per questo il libro può essere considerato un lavoro in fieri, il progetto di un percorso ampliabile ma valido in termini di metodo e che in questo frangente socio-culturale diventa essenziale. “La lingua – continua – si impoverisce proprio ora che gli orizzonti si ampliano e c’è un maggior bisogno di dialogo. Ecco perché la scelta della scrittura ‘leggera’, narrativa e non di un prontuario”.
La sicurezza sul lavoro, un problema che affligge l’Italia ogni giorno in modo sempre più importante, è anche un problema di comunicazione, ma non solo. “La mancanza di comunicazione – aggiunge Giagni – parte dall’assenza di una cultura della sicurezza a 360°. La comunicazione oggi è fondamentale e parliamo di sicurezza solo quando ci troviamo di fronte ad un incidente, ad una tragedia o una emergenza appena accaduta. Si dice subito che la cosa poteva essere evitata. Ma perchè aspettare sempre che accada qualcosa e non fare prevenzione prima? Perchè per fare prevenzione bisogna conoscere, domandarsi il perchè e mai sottovalutare ciò che abbiamo intorno a noi. Nel mondo del lavoro e non solo, tutto questo si complica ancora di più e parlare di sicurezza vuol dire affrontarla e non deve fare paura il suo concetto”.
Il volume si rivolge a tutti noi. Studenti e professionisti. Esperti e meno esperti. La grafica accattivante lo rende un libro adatto anche ai più piccoli, un veicolo nelle scuole e negli ambienti per proporre il tema della sicurezza con leggerezza attraverso una lettura piacevole.
L’autore
Gianluca Giagni. Ingegnere, consulente per diverse aziende, in ambito regionale e nazionale, Gianluca Giagni si occupa di sicurezza sul lavoro e di cantieri mobili e temporanei, è Professore presso la facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Brescia e l’Università Politecnica delle Marche. Ha ricoperto il ruolo di Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, quali la Guardia di Finanza per le regioni Puglia e Veneto e, attualmente per l’Agenzia Nazionale per i servizi regionali sanitari, Confindustria Regione Puglia e Amgas Bari Rete Gas. È Coordinatore del Gruppo Temporaneo a Tema sul progetto pilota “La sicurezza a partire dai banchi di scuola”, dal titolo “10 scuole, 10 ordini, 10 città”, all’interno del gruppo di lavoro sicurezza del CNI (Consiglio Nazionale Ingegneri) insieme al Ministero dell’Istruzione. Dal 2019 è Coordinatore della Commissione sicurezza dell’Ordine degli Ingegneri di Bari. Di recente, è componente del Comitato tecnico delle norme UNI per il gruppo di lavoro sui "Parchi giochi".
Autore della collana Sine Cura, nel 2015 ha pubblicato il testo “Pericolosamente sicuri” e nel 2016 “Pericolosamente più sicuri”; nel 2017 pubblica, per lo stesso editore, il terzo volume, “Pericolosamente suppergiù sicuri”.
Patrizia Ricci