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L’Ance in audizione: un “Piano Marshall” per il rilancio dell'edilizia e del Paese

Gli interventi necessari secondo i costruttori riguardanti i diversi ambiti degli investimenti, opere pubbliche, liquidità alle imprese, fiscalità, lavoro ed edilizia privata. Auspicata l’attenzione del legislatore su temi che non hanno trovato accoglimento negli ultimi provvedimenti adottati

mercoledì 27 maggio 2020 - Redazione Build News

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Si è svolta il 26 maggio l’audizione informale dell’Ance, in video conferenza, presso la Commissione Industria del Senato riunite nell’ambito dell’Affare assegnato sulle “Iniziative di sostegno ai comparti dell'industria, del commercio e del turismo nell'ambito della congiuntura economica conseguente all'emergenza da COVID-19” (Atto 445).

Il Dott. Marco Dettori, Vice Presidente Economico-fiscale-tributario, che ha guidato la delegazione associativa, ha illustrato le proposte ANCE di un “Piano Marshall” per l’immediata ripresa economica del settore e del Paese. Si tratta di misure che riguardano i diversi ambiti degli investimenti, delle opere pubbliche, della liquidità alle imprese, del fisco, del lavoro, dell’edilizia privata e che sono volte ad affrontare concretamente la fase successiva all’emergenza epidemiologica. Alcuni temi sono stati già affrontati dal Legislatore negli ultimi provvedimenti approvati mentre su altri si attende una risposta nei prossimi interventi normativi.

Il Vice Presidente si è innanzitutto soffermato sulle risorse per il rilancio degli investimenti evidenziando, in particolare, la necessità di:

-rendere subito disponibili i 3 miliardi destinati alla progettazione degli enti pubblici, assegnarli in tempi rapidissimi, con meccanismo a sportello e obbligo di utilizzo dei fondi in tempi contingentati, in modo da incrementare la platea di progetti definitivi che potranno essere velocemente posti a base di gara (“mega fondo progettazione”);

-creare un mega fondo unico nel quale trasferire le risorse destinate negli ultimi anni agli investimenti degli enti territoriali ma, ancora oggi, inutilizzate e frammentate in molti programmi, per un totale di 39 miliardi di euro. Tali risorse finanzieranno un “Piano Italia”, un grande piano di investimenti territoriali, veloce nell’attuazione (con burocrazia zero: erogazione immediata, obbligo di rapido avvio dei lavori e procedure “a monte” della gara ultra semplificate) e orientato alla sostenibilità ambientale e sociale (“Piano Italia per gli investimenti locali”).

Con riferimento alle proposte per le opere pubbliche, ha rilevato, tra l’altro, la necessità di:

-misure emergenziali per gli appalti, ovvero di norme in deroga al Codice dei Contratti, e “a tempo”, ossia valide per i lavori in corso e/o da affidare dal 31 gennaio 2020 - data è in cui stato dichiarato lo stato di emergenza- fino al 31 dicembre 2020;

-limitare la responsabilità erariale per le attività connesse a contratti pubblici, affidati nel corso dell’emergenza, salva l’ipotesi del dolo;

- riformare l’abuso d’ufficio affinché non sia più una norma eccessivamente indeterminata;

- introdurre un favor verso lo svolgimento di gare interamente su piattaforma elettronica (e-procurement), con espressa nullità clausole che ribaltino i costi connessi sull’affidatario;

- prevedere l’obbligo di attivazione degli accordi quadro già contrattualizzati nonché l’obbligo di ultimazione delle gare già bandite per le quali sia scaduto il termine per presentare offerta entro un termine perentorio (30 gg), se del caso con l’ausilio di un collegio consultivo tecnico appositamente costituito.

In tale ambito si è, altresì, soffermato sulle proposte volte a garantire modalità di gare semplificate.

E’ passato, poi, ad illustrare le proposte per l’accelerazione dei programmi di spesa, tra cui, le seguenti:

- la nomina dei commissari straordinari per alcune opere strategiche bloccate, adottando il modello Napoli-Bari che garantisce massima concorrenza, trasparenza e legalità;

-usare la totale libertà concessa dall’Ue per l’utilizzo dei fondi strutturali europei 2014-2020 ancora non spesi (49 miliardi di euro) per finanziare, oltre alle misure emergenziali di tenuta sociale, in particolare nel Mezzogiorno, le misure per la ripartenza dei cantieri (ulteriori costi determinati dall’emergenza Covid-19), il riavvio delle infrastrutture bloccate e nuovi programmi di opere immediatamente cantierabili, con procedure simili a quelle del fondo “Piano Italia”;

-accelerare gli investimenti pubblici nel Mezzogiorno, attraverso la riprogrammazione del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), dando priorità agli interventi dotati di progettazione esecutiva, a quelli con procedura di aggiudicazione avviata e finanziando nuovi programmi di opere rapidamente cantierabili, con procedure simili a quelle del megafondo “Piano Italia”.

E’ passato, poi, ad illustrare le misure per la liquidità delle imprese e quelle fiscali - alcune delle quali già adottate dal Governo negli ultimi provvedimenti - ricordando l’esigenza di pagare tutti i debiti arretrati della Pubblica Amministrazione che ammontano a 6 miliardi di euro per il settore delle costruzioni.

Con riferimento ai temi fiscali si è, quindi, soffermato sul tema del superbonus del 110%, introdotto con il recente DL 34/2020 (“Rilancio”) evidenziando l’importanza di tale strumento e la necessità di superare alcune criticità relative, tra l’altro, al ruolo delle banche e al termine ravvicinato della scadenza della misura prevista al 31 dicembre 2021.

Ha, altresì, rilevato la necessità di ripristinare, sino al 2022, la misura introdotta dalla legge di stabilità 2016, che ha previsto una detrazione Irpef commisurata al 50% dell’IVA dovuta sull’acquisto di abitazioni in classe energetica A o B così come di intervenire tempestivamente per abrogare la disciplina introdotta dal 1° gennaio 2020 in tema di versamento e controlli sulle ritenute operate sul reddito dei lavoratori impiegati negli appalti e subappalti.

Sul tema del lavoro in edilizia ha evidenziato l’importanza di: finanziare attraverso le disponibilità di cassa dell’Inail (circa 33 miliardi di euro), un piano straordinario per gli interventi di sanificazione a seguito del rischio epidemiologico; aggiornare i costi della sicurezza e della relativa stima ai sensi dell’Allegato XV del Dlgs 81/2008; superare le disposizioni in materia di contratti a termine per consentire, almeno per un periodo di 12 mesi dalla ripresa delle attività, la stipula, la proroga e il rinnovo di contratti a tempo determinato, in deroga a tutti i limiti previsti dal D.Lgs n. 81/2015 e dalle specifiche disposizioni dei contratti collettivi di lavoro.

Ha, quindi, ricordato la tematica della responsabilità dei contagi da Covid-19, di cui all’art. 42 del DL “Cura Italia”, e la recenti soluzioni amministrative e normative adottate.

Si è, infine, soffermato sulle misure per l’edilizia privata rilevando l’opportunità di intervenire tra l’altro con:

-mutui a tasso zero a favore di persone fisiche per l’acquisto di immobili di nuova costruzione/integralmente ristrutturati o da ristrutturare;

-mutui a tasso zero per i lavori condominiali (Manutenzione ordinaria e straordinaria, ecosismabonus ecc.).

Ha, quindi sottolineato come per le imprese sia essenziale l’aspetto finanziario ed, al riguardo, la necessità di agire sulle seguenti forme di automatismo:

-per i cantieri il cui stato di avanzamento superi l’80% il periodo di preammortamento dovrà essere prolungato di almeno 24 mesi;

- per i cantieri con un livello di avanzamento inferiore si potrà chiedere la rinegoziazione del mutuo elevando la percentuale finanziata sino all’80%.

Sempre con riferimento all’edilizia ha, altresì, rilevato che occorre semplificare i percorsi amministrativi intervenendo sulla conferenza dei servizi e sulla certezza dei titoli abilitativi edilizi.

In allegato il Documento ANCE – Piano Marshall - con il dettaglio delle proposte

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