La sussidiarietà come soluzione per la semplificazione e l’accelerazione in tema di lavori pubblici è il focus sulla quale si basa il documento predisposto dall’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, dalla sua Fondazione e dal Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano.
Obiettivo del documento è indicare alcune ipotesi di lavoro che possano fornire un contributo alla semplificazione sia delle opere minori, sia dei grandi lavori, focalizzandosi sui due momenti del processo realizzativo di un’opera, ovvero la fase progettuale e quella autorizzativa. Per entrambe l’approccio e il criterio guida devono essere il ricorso all’autocertificazione del progettista/professionista e dell’operatore e la qualificazione del livello di responsabilità del funzionario.
Applicando il principio di sussidiarietà – cosa che ora manca o risulta essere inadeguata – si definirebbero in modo univoco le competenze, così che le responsabilità possano essere attribuite correttamente, coinvolgendo la rete di professionisti, imprenditori e operatori autonomi.
Occorre dare più fiducia e autonomia ai progettisti, gestori delle infrastrutture e operatori, istituzionalizzando il ricorso all’autocertificazione della correttezza e della completezza dei progetti e del rispetto delle regole che vanno intese non più come prescrizioni minime ma come prestazioni richieste – specifica Bruno Finzi, Presidente dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano.Ne conseguirebbe il sollevamento del funzionario pubblico da un coacervo di responsabilità che rallentano e bloccano gli iter autorizzativi. Nel documento si propone di limitare l’approvazione da parte del funzionario al livello concettuale del progetto, anche in linea con quanto previsto dal Codice Appalti.
In secondo luogo, abitualmente i concessionari dello stato, gli enti e le aziende autonome predispongono piani pluriennali d’intervento e/o contratti di programma dove sono sinteticamente descritte e quantificate economicamente le opere. Questi strumenti vengono approvati dalle amministrazioni competenti, una volta definiti e inquadrate le opere all’interno di questi programmi pluriennali: si propone per le successive fasi attuative di far approvare dall’amministrazione solamente il progetto preliminare/studio di fattibilità, elaborato essenzialmente a livello concettuale ma esaustivo anche nella parte tecnica ed economica. Anche in assenza di strumenti programmatici pluriennali si propone di limitare l’approvazione al solo progetto preliminare/studio di fattibilità.
Il concetto di sussidiarietà trova ampio spazio nella fase autorizzativa, con l’assunzione di responsabilità da parte del progettista e lo strumento dell’autocertificazione. Anche e soprattutto in questo caso l’approccio deve essere prestazionale e non prescrittivo.
Semplificare non vuol dire operare in deroga a tutto seguendo esempi di successo, ma propri esclusivamente di fasi emergenziali; è viceversa necessario operare nel rispetto della concorrenza e delle direttive europee. In tale quadro ci sono però ampi spazi di azione, come appunto, nella fase propedeutica all’appalto (progettazione e autorizzazioni) – precisa Gianpaolo Pirani, Commissioni Infrastrutture e Urbanistica dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano.
Opere minori
In tema di opere minori, le autocertificazioni consentirebbero di eliminare alcuni passaggi autorizzativi (ad esempio con ASL, Vigili del Fuoco ecc.) quanto meno per opere al di sotto di un certo importo o di un determinato livello di rischio. “Si deve cercare di operare una spinta introduttiva di elementi di garanzia sui tempi di autorizzazione quali il silenzio-assenso, gruppi di supporto valutativo, enti autorizzativi sussidiari per esempio,” aggiunge Silvio Bosetti, Presidente della Fondazione dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano.
Grandi lavori
Alla fase di dibattito pubblico si propone di anteporre una consultazione preliminare con i portatori di interesse con il vantaggio di indirizzare verso una progettazione partecipata che agevoli il successivo dibattito e una volta svolto il percorso di condivisione, in tempi certi e non derogabili, le opere non devono essere più assoggettate ad altri passaggi e le conclusioni e le determinazioni del dibattito pubblico devono valere come autorizzazione.
La digitalizzazione e la condivisione dei dati costituiscono l’approccio base per la semplificazione e la realizzazione di tutte le fasi di attuazione delle opere — conclude Gianni Verga, Presidente del Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano.
In Italia così come in altre nazioni europee la progettazione di costruzioni è regolata da leggi dello Stato, la via da seguire per la semplificazione è sostituire leggi tecniche con linee guida, trasformando le norme prescrittive in norme prestazionali e restituendo così alle strutture burocratiche un ruolo attivo e non di mero controllo di conformità.
Infine, il documento propone un nuovo indirizzo che stabilisca che sono a regola d’arte i progetti e le costruzioni realizzate in conformità alle indicazioni delle linee guida di uno stato dell’Unione Europea, salvo diverse specifiche indicazioni contrattuali.