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Lavoro, calano del 27% i controlli da parte delle PA

Secondo una stima, se in Italia tutte le aziende adottassero la certificazione volontaria dei processi per la sicurezza, si otterrebbe un risparmio di 4 miliardi di euro in minori costi sociali

venerdì 17 aprile 2015 - Redazione Build News

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Secondo il Rapporto “La certificazione come strumento di semplificazione amministrativa”, presentato ieri a Roma da Federico Grazioli, Presidente di Accredia, l’ente unico italiano di accreditamento, e da Giuseppe De Rita, Presidente del Censis, negli ultimi 5 anni i controlli sul lavoro da parte delle Pubbliche Amministrazioni (Ministero del Lavoro, Inps, Inail, nuclei speciali dei Carabinieri) si sono ridotti del 27% e il numero degli ispettori preposti dell’11%.

In particolare, le imprese ispezionate sono passate dalle oltre 300.000 del 2009 a poco più di 220.000 nel 2014 e il personale preposto alle attività ispettive è sceso, nello stesso periodo, da circa 4.000 a 3.440 unità. 

La spending review e l’indebolimento delle competenze tecniche disponibili hanno reso quindi sempre più difficile per le Pubbliche Amministrazioni svolgere un’azione preventiva di controllo efficiente. E anche in un ambito dove è forte la sensibilità sociale, come quello della sicurezza sui luoghi di lavoro, le PA sono riuscite a controllare in un anno meno del 7% delle imprese attive e impiegherebbero più di 15 anni se volessero estendere i controlli su tutte le realtà aziendali.

IRREGOLARI QUASI DUE AZIENDE SU TRE. Tuttavia, nonostante il calo, i controlli effettuati sono rimasti incisivi: anche nel 2014 quasi due aziende su tre tra quelle visitate si sono rivelate irregolari, con un numero di lavoratori in nero che ha superato il 40% degli occupati totali. Nel solo 2014 sono stati recuperati 1,5 miliardi tra contributi e premi versati (cento milioni in più rispetto al 2013) a fronte di 142.132 aziende irregolari individuate (oltre 152mila nel 2013).

E questo anche grazie all’adozione da parte delle PA di una strategia di intervento mirata non tanto a realizzare un incremento numerico delle ispezioni, quanto a concentrare le verifiche sulla base di una specifica programmazione che ha portato ad attenuare la vigilanza sulle realtà produttive certificate.

OHSAS 18001. In base alle stime elaborate da Accredia-Censis, se tutte le aziende italiane fossero certificate con un sistema di gestione per la sicurezza sui luoghi di lavoro Ohsas 18001, si registrerebbero 80.000 incidenti in meno all'anno, con un risparmio in termini di costi sociali pari ad almeno 4 miliardi di euro. Di questi, circa 1,1 miliardi di euro riguarderebbero il settore delle costruzioni, 410 milioni quello tessile, 300 la metallurgia e 270 i trasporti.

Dalla ricognizione effettuata da Accredia-Censis sono almeno 16 le strutture amministrative che sovraintendono alle ispezioni sulle imprese, ciascuna delle quali con competenze multiple e spesso operanti contemporaneamente sugli stessi aspetti senza un reale coordinamento e unitarietà interpretativa.

COSTO DI 369 MLN L'ANNO PER LE AZIENDE. In base a stime 2013, per rispondere alle verifiche il sistema produttivo ha pagato un prezzo di 369 milioni l’anno e per seguire un accertamento del fisco una media azienda ha impiegato circa 16 ore.

Secondo le organizzazioni imprenditoriali interpellate da Accredia-Censis, anche in considerazione del numero esiguo di imprese che le PA riescono a controllare, con oneri comunque elevati anche per la macchina pubblica, sarebbe dunque auspicabile orientare le ispezioni secondo criteri oggettivi di valutazione del rischio potenziale legati anche al possesso di certificazioni volontarie.

Un'azienda ottiene infatti la certificazione del proprio sistema di gestione, solo se riesce a dimostrare un impegno teso al rispetto delle prescrizioni connesse alla legislazione vigente nello specifico settore in cui opera, qualunque esso sia, venendo poi controllata, almeno una volta l’anno, da ispettori dell’organismo che opera sotto accreditamento.

"Le aziende che decidono di autodisciplinarsi scegliendo la strada della certificazione volontaria sono più controllate e mediamente più affidabili visto che aderiscono ad un sistema che le porta a verificare i propri processi produttivi più volte", ha dichiarato Federico Grazioli, Presidente di Accredia. "Per questo motivo potrebbero essere premiate con un percorso semplificato, nei procedimenti autorizzativi, e con una minore frequenza delle ispezioni, contribuendo a ridurre i costi dei controlli da parte delle Pubbliche Amministrazioni e a rendere ancor più efficaci gli strumenti di semplificazione già avviati dal legislatore", ha concluso Grazioli.

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