Bioedilizia

Le biomasse legnose inquinano l’aria? “Ricerche dimostrano livelli accettabili e basso impatto ambientale”

Workshop organizzato da AIEL sullo stato dell'arte sulle prestazioni tecnico-ambientali degli impianti a biomasse legnose, dalla scala domestica a quella industriale

lunedì 29 febbraio 2016 - Redazione Build News

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Proseguono i workshop organizzati da AIEL all’interno di Progetto Fuoco, con un evento interessante e di stretta attualità che ha portato lo stato dell'arte sulle prestazioni tecnico-ambientali degli impianti a biomasse legnose, dalla scala domestica a quella industriale.

Ad aprire il workshop sono state ELISA CARLON di Bioenergy 2020+ e MARIA CHIESA dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, che hanno presentato i risultati del progetto BioMaxEff. CARLON ha mostrato uno studio sulle prestazioni di caldaie a pellet in condizioni di reale esercizio e il progetto di sviluppo di una nuova caldaia a pellet in grado di aumentare l’efficienza e abbassare le emissioni inquinanti, dimostrando così gli ampi margini di miglioramento che possono ancora sussistere grazie a una continua ricerca in questo campo e alla corretta progettazione.

CHIESA ha invece illustrato l’analisi del ciclo di vita (LCA) realizzata su caldaie a olio combustibile, a gas naturale e a pellet. Lo studio ha dimostrato in modo inequivocabile come l’impatto ambientale di quest’ultimi impianti sia decisamente minore, fino all’85% in meno rispetto agli altri analizzati.

Ha proseguito GIUSEPPE MAFFEIS di TerrAria Srl, che ha spiegato come potrebbero diminuire le emissioni grazie alla normale sostituzione, a fine vita, degli impianti obsoleti con generatori di nuova generazione. Attraverso due casi studio, analizzati attraverso modelli scientifici validati, ha mostrato margini di miglioramento della qualità dell’aria tra il 5 e il 25% in 10 anni, senza contare eventuali incentivi volti a una diffusione massiccia degli impianti più performanti.

Sullo stesso solco gli interventi di FRANCESCA HUGONY di ENEA e SENEM OZGEN del Politecnico di Milano, che hanno misurato le emissioni inquinanti di sei apparecchi domestici, da un vecchio caminetto aperto a una moderna caldaia. Le differenze emissive tra impianti obsoleti e tecnologicamente avanzati sono risultate evidenti e con altrettanta chiarezza è stata messa in luce l’influenza della qualità del combustibile utilizzato, specie per quanto riguarda il pellet, sui differenti livelli di inquinanti riscontrati, mostrando quindi l’importanza della certificazione di qualità.

VALTER FRANCESCATO di AIEL ha infine mostrato i risultati di un’indagine svolta su 77 impianti a pellet e cippato con potenze maggiori di 500 kW. Le prove, svolte in condizioni di reale utilizzo, hanno registrato nell’85% dei casi valori di emissioni compresi tra 10 e 20 mg/Nm3, molto inferiori rispetto al limite di 40 mg/Nm3 imposto della normativa vigente. Il restante 15% degli impianti, dopo un corretto collaudo, è risultato anch’esso pienamente in linea con gli obblighi di legge.

A concludere il workshop è stato l’intervento tanto appassionato quanto necessario di ANDREA SEGATTA di Adige Energy Company, che ha scardinato punto per punto molti luoghi comuni, purtroppo diffusissimi, che spesso mostrano all’opinione pubblica le biomasse legnose per quello che in realtà non sono.

Tornando alle recenti polemiche sull’inquinamento, SEGATTA ha dimostrato chiaramente come il problema sia stato imputabile in grandissima parte ai trasporti e come il contributo della biomassa in questo caso sia stato decisamente lieve. Confrontando 3 km di strada mediamente trafficata e una moderna caldaia a cippato da 500 kW, l’impatto di quest’ultima risulta infatti dell’ordine del 5%. Sono infine stati illustrati dati impressionanti registrati su impianti che, grazie a particolari abbattitori specifici per le polveri fini, sono in grado di emettere fino a 20-30 volte in meno rispetto ai limiti di legge.

“Non dobbiamo permettere che l’opinione pubblica e soprattutto gli amministratori facciano di tutta un’erba un fascio” ha concluso SEGATTA, “una piccola e vecchia stufa a legna può inquinare come una moderna caldaia di potenza nominale anche cento volte superiore! Per questo le soluzioni che propone AIEL, come l’incentivazione del turnover degli impianti e la diffusione di combustibili certificati vanno nella direzione giusta, insieme a una corretta informazione”.

Al convegno ha presenziato anche l’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Veneto MARCATO, che ha ribadito l’interesse verso il tema delle biomasse legnose e l’impegno per la definizione di un Piano Energetico Regionale.

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