Sono attualmente all'esame della Corte dei Conti le nuove Linee guida sui certificati bianchi. Il 22 dicembre 2016 la Conferenza Unificata ha sancito l'intesa sullo schema di decreto ministeriale recante “Determinazione degli obiettivi quantitativi nazionali di risparmio energetico che devono essere perseguiti dalle imprese di distribuzione dell’energia elettrica e il gas per gli anni dal 2017 al 2020 e approvazione delle nuove Linee Guida per la preparazione, l’esecuzione e la valutazione dei progetti di efficienza energetica (Certificati bianchi)”.
Quali sono le principali novità contenute nelle nuove Linee guida? Una puntuale analisi, che riportiamo qui sotto, è fornita dal direttore di FIRE (Federazione italiana per l'uso razionale dell'energia), Dario Di Santo, nella newsletter FIRE n. 04 del 28 febbraio scorso.
COSA CAMBIA. Le nuove Linee guida, spiega Di Santo, “andranno a chiarire meglio le responsabilità dei soggetti coinvolti nella presentazione delle domande, prevedendo l’adozione di un contratto tipo definito dal GSE. Ciò dovrebbe tutelare meglio le parti, in particolare le ESCO, e ridurre il rischio di non conformità nel tempo.
In merito ai progetti ammissibili, è stata definita una tabella in cui sono indicati gli interventi previsti, la relativa vita utile e il tipo di risparmio (elettrico o non elettrico). Eventuali misure non incluse nella tabella saranno oggetto di istruttoria da parte del GSE e sottoposta ad approvazione ministeriale tramite delibera direttoriale.
Le fonti rinnovabili vengono limitate all’effetto di miglioramento dell’efficienza energetica, e si ribadisce che i progetti di efficientamento realizzati per rispettare vincoli normativi possono essere ammessi solo se addizionali rispetto ai requisiti prescritti.
Vengono poi completamente riviste le modalità di riconoscimento dei certificati bianchi. Il coefficiente tau viene eliminato e si ritorna alla impostazione originaria della vita utile variabile in funzione del tipo di progetto.
Sono inoltre previsti due tipi di progetti: quelli a consuntivo (PC) e quelli standard (PS). Sui primi non sono da segnalare molte novità operative, a parte l’introduzione di criteri più stringenti per la valutazione della baseline dei consumi. I secondi, completamente nuovi, rappresentano una sintesi fra i vecchi progetti standard e analitici. Potranno essere presentati laddove non vi sia convenienza economica all’installazione di misuratori su tutti gli interventi, prevedono la definizione di un campione rappresentativo da sottoporre a misura attraverso un apposito algoritmo di calcolo dei risparmi energetici.
L’elenco dei progetti standard disponibili sarà pubblicato sul sito del GSE previa approvazione dello stesso attraverso decreto direttoriale MiSE-MATTM. Sarà possibile proporre al GSE altri PS da aggiungere all’elenco.
In relazione alla procedura di valutazione è previsto che il GSE, avvalendosi del supporto di ENEA e RSE, nomini un responsabile di procedimento entro trenta giorni e comunichi gli esiti della valutazione entro 90 giorni, cui possono aggiungersi fino a 60 giorni in caso di richiesta di integrazioni. Viene meno il silenzio/assenso previsto in precedenza per le PPPM.
La cumulabilità per i progetti presentati secondo le nuove linee guida viene ristretta ai soli incentivi non statali nei limiti previsti dalla normativa europea.
Fra le misure di accompagnamento, la più interessante è la previsione di una guida operativa redatta dal GSE, con il supporto di ENEA e RSE, che fornirà indicazioni sui progetti ammissibili, le loro caratteristiche, il potenziale di risparmio e la definizione della baseline dei consumi. Tale strumento potrebbe contribuire a ridurre l’attuale alto numero di pratiche oggetto di rigetto e/o integrazione.
Le nuove regole si applicheranno dopo sei mesi dalla pubblicazione del decreto.
In sostanza è richiesta agli operatori una quantità di dati e informazioni maggiore rispetto al passato, che fungerà presumibilmente da freno in un primo periodo, ma che potrà facilitare una maggiore qualificazione del mercato e una maggiore diffusione dei contratti EPC.
Nel frattempo il prezzo dei TEE ha raggiunto nuovi record nell’ordine dei 270 euro, con un prezzo medio pesato, su cui sarà basato il contributo tariffario, vicino ai 180 euro. Questo rende l’incentivo decisamente più interessante, anche se i costi di sistema raddoppiano.
Il successo della nuova impostazione e la possibilità di trovare un nuovo equilibrio dipenderanno molto dalle misure di accompagnamento (guide, incontri tecnici, approfondimenti tematici). FIRE, come sempre, si adopererà per supportare i propri soci in tale direzione.”