La rivoluzione digitale sta producendo per i lavoratori intellettuali lo stesso effetto che la rivoluzione industriale ha avuto sulla manodopera operaia. Così come le macchine industriali modificarono radicalmente e sostituirono progressivamente il lavoro umano nelle attività produttive materiali, gli algoritmi e l’intelligenza artificiale stanno creando macchine capaci di sostituire i professionisti umani nel lavoro intellettuale. Oggi una nuova generazione di supercomputer è capace di apprendere, di elaborare soluzioni professionali, di migliorare continuamente le proprie performances. Le macchine non hanno orari di lavoro, non hanno malattie, non hanno bisogno di ferie, non hanno famiglia o figli. Le macchine sono iperperformanti.
Tale cambiamento ha fortemente modificato il rapporto tra professionista e cliente. Chiunque di noi, uscendo dallo studio medico dopo una accurata visita da parte del professionista di fiducia, corre su Internet a verificare quanto gli è stato diagnosticato. Oggi, tramite Google, tutti siamo diventati competenti nelle più disparate discipline specialistiche. Il cambiamento imposto dalla rivoluzione digitale sta materialmente modificando il lavoro dei professionisti intellettuali, costretti ad interfacciarsi continuamente con macchine e algoritmi fino ad essere diventati dei veri e propri cyborg. Però, vi è una profonda differenza tra gli umani e le macchine, almeno fino ad oggi. La differenza sta nella libertà di coscienza e nell’etica, che è una peculiarità prettamente umana.
Di tutto questo si è discusso ieri a Palermo nel corso dell’evento “Datacrazia. Il professionista cyborg e la sfida della rivoluzione digitale”, alla quale hanno partecipato i rappresentanti degli Ordini professionali, delle istituzioni e della comunità scientifica. A rappresentare il Consiglio Nazionale Ingegneri il Vice Presidente Gianni Massa. “Oggi – ha commentano Massa - esistono velocità differenti su cui è necessario intervenire: la velocità della tecnologia e dell’innovazione che ha drasticamente avvicinato il pensiero all’azione e quella del sistema normativo. Questa differenza sta producendo un cortocircuito tra norme e strumenti in tutti i settori. Le professioni, anche facendo autocritica, stanno costruendo proposte plurali e condivise”.
Ai lavori ha partecipato anche il Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Palermo, Vincenzo Di Dio, che ha così commentato: “La rivoluzione di fronte alla quale ci troviamo offre ai professionisti possibilità ed opportunità. Naturalmente non mancano le criticità. Ma questa è un’onda che dobbiamo imparare a cavalcare. I professionisti sono imprenditori di se stessi e devono essere capaci di interpretare il cambiamento”.
L’evento del Politeama è stato caratterizzato da un grande successo di pubblico.