Con il fabbisogno energetico mondiale che dovrebbe aumentare del 35% entro il 2035, potrebbero aumentare i prelievi d'acqua nel settore energetico, a meno che l'energia prodotta dalle fonti energetiche rinnovabili più redditizie (fotovoltaico ed eolico) venga distribuita equamente per la produzione di energia, acqua e cibo.
E' quanto sostiene lo studio “Renewable Energy in the Water, Energy & Food Nexus” prodotto dell'Agenzia per le energie rinnovabili (IRENA), secondo cui la sola integrazione delle energie rinnovabili nella filiera agroalimentare potrebbe contribuire a frenare la volatilità dei costi, a rafforzare la sicurezza energetica e a ridurre le emissioni di gas a effetto serra.
A livello globale - afferma il direttore generale IRENA, Adnan Z. Amin -, un sistema energetico con quote consistenti di energie rinnovabili, in particolare solare fotovoltaico ed eolico, permetterebbe di risparmiare notevoli quantità d'acqua, riducendo così le tensioni sulle risorse idriche già di per sé limitate.
Oltre al potenziale risparmio idrico che le energie rinnovabili potrebbero raggiungere, il rapporto mostra come le tecnologie di dissalazione basate sull'energia rinnovabile potrebbero svolgere un ruolo crescente nella fornitura di acqua potabile per le persone di tutto il mondo. Amin afferma che "anche se la desalinizzazione rinnovabile può essere ancora relativamente costosa, riducendo i costi dell'energia rinnovabile tramite i progressi tecnologici, potrebbe diventare una soluzione economica e sostenibile nel lungo periodo".
ESEMPI SOSTENIBILI. La distribuzione di energia rinnovabile sta già mostrando risultati positivi nella regione del Medio Oriente e del Nord Africa (MENA).
EMIRATI ARABI
Circa a 120 chilometri a sud ovest di Abu Dhabi si trova Shams 1, il più grande impianto solare a concentrazione (CSP) mai realizzato al mondo, che genera oltre 100 MW di energia elettrica per le rete nazionale degli Emirati Arabi Uniti. L'impianto, progettato e sviluppato da Shams Power Company, raggiunge quasi il 68% della capacità di fornire energia rinnovabile nel Golfo e quasi il 10% della capacità mondiale. Il progetto potrebbe far risparmiare ogni anno all’atmosfera circa 175 mila tonnellate di anidride carbonica (l’equivalente di quanto rilasciato da 30 mila automobili su strada).
Questo impianto - ha commentato Abdulaziz Albaidli, Plant Manager di Sham - è stato costruito per essere un impianto ibrido che permette di produrre energia elettrica ad altissima efficienza, oltre che produrre energia elettrica in assenza di sole. L'uso di un condensatore raffreddato ad aria permette inoltre di risparmiare 200 milioni galloni di acqua. Questa è una caratteristica molto importante in un paese dove l'acqua scarseggia. Inoltre - continua Albaidli - l'elettricità che produciamo è in grado di fornire 20.000 case con una costante fornitura di energia elettrica per refrigerazione, climatizzazione, illuminazione, ecc.
MAROCCO
Un altro paese che con vuol diventare di esempio per la produzione di energia rinnovabile è il Marocco, Paese che ha anche lanciato il proprio piano solare nel 2009 con l'obiettivo di produrre il 14% di energia elettrica prodotta nel paese entro il 2020. Per questo motivo sono stati investiti 9 miliardi di dollari per costruire cinque impianti solari che producono 2.000 megawatt di energia elettrica. Parte di tale strategia, è il progetto di Ouarzazate della capacità installata di 500 MW.
SUD AFRICA
In collaborazione con la società energetica spagnola, Abengoa, il paese sta installando due impianti - Khi Solar One e KaXu Solar One - che genereranno fino a 17.800 MW di energia rinnovabile entro il 2030. I due impianti CSP il Khi Solar One della potenza di 50MW e il KaXu Solar One (100 MW) verranno realizzati entrambi a Northern Cape grazie ad un investimento pari ad un miliardo di euro e rappresenteranno il primo esempio di tale tecnologia nel sud del paese. Il primo impianto sfrutterà una tecnologia Abengoa che grazie al raggiungimento di elevate temperature permette la produzione del vapore utilizzato per azionare le turbine e sarà dotato anche di un impianto di raffreddamento a secco che permette un risparmio idrico dell’80%. Le centrali, inoltre, saranno in grado di accumulare almeno 2-3 ore di energia da rilasciare in caso di mancata produzione garantendo una riduzione delle emissioni di CO2 di 498mila tonnellate ogni anno.SCARICA IN ALLEGATO IL RAPPORTO COMPLETO