È stato presentato oggi a Roma, presso la sede dell’ICE, il “Primo rapporto sulla presenza delle società di ingegneria e architettura all’estero” elaborato dall’OICE in collaborazione con l'Università degli Studi di Bergamo.
Dal Rapporto emerge che l’engineering italiana che va oltre confine cresce di quasi il 37% nel 2014, con un’incidenza del 23,7% sulla produzione complessiva (era il 16,3% nel 2013), anche se i ricavi si riducono del 6%. La crescita del portafoglio ordini delle società di ingegneria, soprattutto nel settore dei trasporti, dimostra la capacità di aggregazione e di investimento delle società. Il mercato estero ormai rappresenta lo sbocco essenziale per cogliere maggiori e migliori opportunità rispetto al mercato nazionale che, per diverse ragioni, è in grande sofferenza.
LE SOLUZIONI PREFERITE. Il Rapporto analizza anche come e dove il campione di società di ingegneria e di architettura italiane selezionato opera all’estero. La costituzione di nuove società e l’apertura di nuove sedi operative e di rappresentanza risultano essere le soluzioni preferite per presidiare il mercato oltre confine, ma sono prassi anche la partecipazione ad associazioni temporanee di impresa e a joint venture.
I PAESI EUROPEI L'APPRODO PRINCIPALE. I paesi europei, sia aderenti alla UE sia quelli al di fuori, risultano essere l’approdo più stabile per ragioni di vicinanza geografica e di affinità culturali con il 36,9% degli ordini acquisito in questa zona. A seguire troviamo l’Africa (esclusa l’area Mediterranea) nella quale si sviluppa circa il 18% degli ordini. Ma è il Medio Oriente la zona che ha mostrato di ottenere il maggior consenso da parte dell’ingegneria italiana garantendo i migliori risultati, per quanto riguarda l’anno in corso, con una quota di ordini in forte crescita previsionale: 17,5% (contro il 10% del 2014).
Nonostante il calo del prezzo del petrolio, alcuni paesi della penisola arabica quali Arabia Saudita, Oman, Emirati Arabi e Qatar richiamano maggiormente gli interessi e gli investimenti delle società italiane, ma grande attenzione e considerazione va prestata ai paesi asiatici aderenti all’ASEAN (Indonesia e Singapore in primis) che hanno mostrato enormi potenzialità di sviluppo e stanno trainando le altre economie della zona.
OICE: UNA BUONA ORGANIZZAZIONE PUÒ COMPENSARE UN DEFICIT DIMENSIONALE. “Dal Rapporto - spiega Alfredo Ingletti, Vice Presidente OICE per l’Internazionalizzazione - si evince che la presenza delle società di ingegneria e architettura all’estero si va consolidando seppure con le difficoltà che società di dimensioni organizzative come quelle italiane trovano nel confronto con i colossi stranieri che operano sui mercati internazionali. Il raffronto tra le dimensioni, sia di fatturato che di addetti, delle nostre aziende con quelle estere è quasi impietoso, tuttavia strategie intelligenti e capacità manageriali e progettuali italiane apprezzate in vaste aree del mondo hanno permesso di conquistare spazi interessanti in molti mercati internazionali.”
Tutto ciò, però, non basta: “Si rendono sempre più necessari - aggiunge Ingletti - modelli organizzativi più evoluti e processi di aggregazione che consentano anche a società di dimensioni ridotte di farsi valere all’estero. Una buona organizzazione, infatti, può compensare un deficit dimensionale. Non necessariamente essere grandi significa essere efficienti ed efficaci.”
LE ESPERIENZE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE. Nella tavola rotonda sono state approfondite le esperienze di internazionalizzazione maturate da quattro società di ingegneria: D'Appolonia con Roberto Carpaneto, Politecnica Ingegneria ed Architettura con Francesca Federzoni, IRD Engineering con Paolo Orsini, JV AIRES Ingegneria/ALL Ingegneria con Gianfranco Laezza.