Dall'analisi condotta nell’Energy Efficiency Report 2015 dell'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, emerge che la maggior parte dei Paesi europei (circa il 72%) fa parte del cluster 3 (Low Consumption & Low Energy Efficiency) e presenta così sia una bassa penetrazione degli interventi di efficienza energetica, sia consumi inferiori alla media.
I Paesi più «energivori» (Spagna, UK, Francia, Italia e Germania) hanno raggiunto nella quasi totalità dei casi (ad eccezione della Germania) una quota del target prefissato inferiore al valore soglia del 50% considerato e fanno parte del cluster 2 (High Consumption & Low Energy Efficiency).
CLASSIFICAZIONE DEI MERCATI EUROPEI. Dalla classificazione emergono gruppi di mercati con caratteristiche comuni in termini di competizione e maturità del contesto.
Gruppo 1 Green Field. In Paesi quali il Belgio, la Finlandia, la Danimarca, la Svezia, la Croazia, l’Irlanda, la Bulgaria e la Danimarca, non esistono particolari ostacoli nel reperimento di risorse finanziarie; i sistemi di incentivazione risultano stabili nel tempo, e i mercati dell’efficienza energetica sono caratterizzati da un numero limitato di operatori specializzati.
Gruppo 2 Maturi. In Paesi quali la Germania, l’Olanda e l’Austria non esistono particolari ostacoli nel reperimento di risorse finanziarie; i sistemi di incentivazione risultano molto efficaci e stabili nel tempo, basandosi essenzialmente su ingenti finanziamenti soprattutto per le PMI; i mercati dell’efficienza energetica sono caratterizzati da un elevato numero di operatori specializzati che offrono ai propri clienti un’ampia gamma di interventi.
Gruppo 3 Frenati. In Paesi quali l’Italia, la Francia, la Gran Bretagna, la Spagna e il Portogallo esistono ostacoli nel reperimento di risorse finanziarie (scarsa propensione degli istituti di finanziamento e complessità burocratica nell’accesso ai fondi pubblici); i mercati dell’efficienza energetica sono caratterizzati da un elevato numero di operatori specializzati che offrono ai propri clienti un’ampia gamma di interventi.
LE ESCO ITALIANE VS GLI OPERATORI IN EUROPA. L’analisi di benchmark è stata svolta considerando due prospettive: 1. la relazione fra i modelli di business degli operatori italiani dell’efficienza energetica e gli operatori appartenenti al medesimo gruppo di Paesi, ossia il gruppo dei Paesi «Frenati» (gruppo 3); 2. la conformità tra i modelli di business delle ESCo italiane e quelli degli operatori afferenti ai principali Paesi europei (Germania, Spagna, UK, Francia), con l’obiettivo di individuare le possibili aree di espansione degli operatori del nostro Paese.
Secondo il Rapporto, le ESCo italiane potrebbero operare similarmente agli operatori europei per i progetti di efficienza energetica su processi produttivi, anche se gli operatori esteri finanziano i propri progetti di efficienza energetica su processi produttivi non privilegiando il debito, ma utilizzando anche equity grazie ad una maggiore capitalizzazione.
Le ESCo italiane adottano un modello di business completamente differente dagli altri soggetti europei per quanto concerne gli interventi di efficienza energetica su edifici. In particolare, gli operatori tedeschi, spagnoli, britannici e francesi utilizzano risorse finanziarie differenti ed offrono frequentemente contratti EPC (Energy Performance Contract) a differenza degli operatori nazionali che offrono abitualmente contratti basati sul risparmio non in forma EPC.
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