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Legge di bilancio 2018, l'analisi Ance delle misure per le costruzioni

Dall’analisi delle risorse per le infrastrutture all’esame delle misure su fisco, opere pubbliche, lavoro, mercato privato e internazionalizzazione, fino alle normative a sostegno degli interventi di miglioramento energetico e sismico degli edifici

lunedì 22 gennaio 2018 - Redazione Build News

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La legge n. 205 del 27 dicembre 2017 recante “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2018 e bilancio pluriennale per il triennio 2018-2020” approvata lo scorso 23 dicembre 2017 dall’Aula del Senato, è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 302 del 29 dicembre 2017.

LE RISORSE PER LE INFRASTRUTTURE E LE REGOLE DI FINANZA PUBBLICA PER IL RILANCIO DEGLI INVESTIMENTI LOCALI. L’analisi dell'Ance (Associazione nazionale dei costruttori edili) della Legge di bilancio 2018 conferma l’attenzione del Governo al rilancio degli investimenti pubblici.

Un’importante iniezione di risorse è prevista a favore del Fondo investimenti, istituito con la Legge di bilancio del 2017. Si tratta di 36,1 miliardi di euro per il periodo 2018-2033 che vanno a sommarsi ai 47,5 miliardi stanziati dalla Legge di bilancio per il 2017, portando la dotazione complessiva del Fondo a 83,7 miliardi di euro per gli anni 2017-2033, di cui circa 14,2 miliardi per il triennio 2018-2020.

Con questo importante rifinanziamento, il Fondo infrastrutture, che raccoglie i principali finanziamenti per le grandi reti di collegamento stradali e ferroviarie, nonché le risorse connesse a Casa Italia, diventa l’elemento chiave della politica infrastrutturale del Paese.

Apprezzabile, inoltre, la scelta di introdurre un termine (60 giorni dall’entrata in vigore della Legge di bilancio) per i DPCM di riparto del Fondo, il cui rispetto è essenziale al fine di scongiurare che si ripeta quanto accaduto nel 2017, nel corso del quale i tempi eccessivamente lunghi di attribuzione delle risorse (9 mesi per la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DPCM di ripartizione del Fondo) hanno quasi annullato il contributo che il Fondo investimenti avrebbe dovuto fornire al rilancio degli investimenti pubblici nel corso del 2017.

Suscita apprezzamento anche la scelta di poter destinare una quota annuale del Fondo infrastrutture, pari a 70 milioni di euro, a interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nelle aree del centro nord. Ciò consentirà di dare stabilità finanziaria alla programmazione che verrà definita nell’ambito del Programma nazionale proposto della Struttura di missione Italia Sicura, equilibrando i finanziamenti disponibili su tutto il territorio nazionale.

Gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, inoltre, potranno beneficiare anche delle risorse previste nell’ambito dell’accordo sottoscritto dalla Banca europea per gli investimenti e il Ministero dell’economia per un finanziamento di 800 milioni di euro di cui la prima tranche, pari a 400 milioni, è stata sottoscritta il 22 dicembre 2017.

In merito alle misure per gli enti territoriali, la manovra di finanza pubblica prosegue l’azione di sostegno agli investimenti, avviata con la Legge di bilancio del 2017, potenziandola e proiettandola su un orizzonte temporale più lungo.

Gli enti locali, infatti, avranno nel biennio 2018-2019, 900 milioni di euro di spazi finanziari da destinare a investimenti (200 milioni in più rispetto a quanto previsto dalla legge di bilancio dello scorso anno) di cui 400 milioni per interventi di edilizia scolastica e 100 milioni per l’impiantistica sportiva.

La Legge, inoltre, estende la misura fino al 2023 (700 milioni di euro per gli anni 2020-2023), contribuendo a dare maggiore stabilità alla programmazione infrastrutturale degli enti locali.

Apprezzabili, infine, anche le modifiche introdotte nell’attribuzione delle priorità volte a favorire il completamento di opere avviate. Tali novità, unite alla disposizione, auspicata dall’Ance e inserita nel DL “Fiscale” (DL 148/2017), che consente l’attribuzione di spazi finanziari per le progettazioni di opere volte a migliorare la dotazione infrastrutturale da parte degli enti locali, potranno consentire alle amministrazioni locali un maggiore utilizzo degli spazi finanziari concessi dopo i limitati risultati che sembrano delinearsi nel 2017.

Sempre con riferimento agli enti locali, la Legge di bilancio 2018 destina 850 milioni di euro nel triennio 2018-2020, ai comuni per la realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio. A queste risorse si aggiunge il rifinanziamento, per 10 milioni di euro annui, del Fondo per lo sviluppo strutturale, economico e sociale dei piccoli comuni, istituito con la Legge “Piccoli comuni” (Legge 158/2017), già dotato di 100 milioni di euro.

Si segnala la previsione di diversi stanziamenti, di importo più contenuto, rispetto ai quali, pur condividendo la scelta di attribuire nuove risorse per la realizzazione di investimenti, l’Ance esprime qualche perplessità per l’eccessiva frammentazione delle procedure e la moltiplicazione dei canali finanziari.

La Legge di bilancio per il 2018, insieme alle misure previste nel DL “Fiscale”, rafforza la politica infrastrutturale, offre alcune soluzioni alle criticità segnalate dall’Ance nel corso degli ultimi mesi, oltre ad attribuire maggiori certezze alla programmazione e porre attenzione alla progettazione degli enti locali.

Complessivamente, i nuovi stanziamenti per le opere pubbliche, previsti nell’articolato della Legge di bilancio, ammontano a 1,1 miliardi per il 2018 e raggiungono i 6,5 miliardi nel triennio 2018-2020 ai quali si aggiungono le aperture di spazi finanziari a favore degli investimenti degli enti locali.

LE MISURE FISCALI. Per quanto concerne le misure riguardanti la fiscalità, appaiono positive quelle relative agli incentivi fiscali per l’efficientamento energetico degli edifici (proroga dell’ecobonus potenziato e estensione della possibilità di cessione del credito) che vanno nella direzione, auspicata anche dall’Ance, di una maggiore premialità agli interventi che assicurano una efficacia più ampia in termini di risparmio energetico.

Prevista, inoltre la cumulabilità tra il Sismabonus e l’Ecobonus per interventi su parti comuni di edifici condominiali, nella misura unica dell’80%, nel caso di miglioramento di 1 classe sismica, e dell’85% nel caso di miglioramento di 2 classi, nei limiti di un importo massimo di €136.000 per unità immobiliare.

Prorogato il bonus mobili e introdotta una detrazione Irpef del 36% per la sistemazione a verde di aree.

Con riguardo alla fiscalità immobiliare è stata estesa l’applicazione dell’art. 20, comma 1, della Legge 10/1977 (cd. legge Bucalossi) che riconosce una disciplina fiscale di favore (imposta di registro in misura fissa ed esenzione dalle imposte ipotecaria e catastale) agli atti e alle convenzioni relativi ai piani di lottizzazione di iniziativa pubblica.

E’ stata anche riammessa la possibilità di rideterminare il valore d’acquisto dei terreni edificabili ed agricoli posseduti da privati non esercenti attività commerciale alla data del 1° gennaio 2018, mediante la redazione di una perizia giurata di stima ed il versamento di un’imposta sostitutiva delle imposte sul reddito, pari all’8% dell’intero valore rivalutato delle aree.

Inoltre è stata prevista la proroga per due anni dell’applicazione della cedolare secca sugli affitti a canone concordato.

Valutazione negativa deve, invece, esprimersi, per la riduzione, a decorrere dal 1 marzo 2018, da 10.000 a 5.000 euro, della soglia oltre la quale le pubbliche amministrazioni (e le società a prevalente partecipazione pubblica) possono sospendere i pagamenti, nell’ipotesi in cui il beneficiario degli stessi risulti inadempiente rispetto all’obbligo di versamento derivante dalla notifica di una o più cartelle esattoriali, per un ammontare complessivo pari almeno a tale importo (art. 48bis del DPR 602/1973).

Apprezzabili, invece, alcune misure fiscali per il settore produttivo (proroga dei maxi ammortamenti, anche se ridotti al 30%, credito d’imposta per la formazione 4.0 e la ricomprensione delle imprese che svolgono attività immobiliare tra quelle nelle quali è possibile effettuare investimenti attraverso i PIR).

Infine, è stato prorogato il blocco dell’aumento delle aliquote dei tributi locali e la disattivazione, in misura totale per il 2018 e parziale per il 2019, delle cd. Clausole di salvaguardia, relative all’aumento dell’Iva (al 10% quella ridotta e al 22% l’ordinaria).

MISURE PER IL SETTORE DEI LAVORI PUBBLICI. Per quanto riguarda il settore delle opere pubbliche, destano preoccupazione alcune norme contenute nella Legge di Bilancio per il 2018. In particolare, è prevista una modifica all’art. 177 del codice degli appalti, che consente ai titolari delle concessioni autostradali, che abbiano acquisito le concessioni senza gara, di affidare a terzi il 60% dei lavori oggetto della concessione (anziché l’80%), con possibilità di realizzare il restante 40% mediante società in house, o società direttamente o indirettamente controllate o collegate, ovvero tramite operatori individuati mediante procedura ad evidenza pubblica, anche semplificata.

Al riguardo, si osserva che il settore delle concessioni autostradali risulta contraddistinto da una diffusa assenza del confronto concorrenziale, e questo rappresenta un vulnus dei principi comunitari e nazionali in materia di concorrenza, dal momento che la quasi totalità delle concessioni in essere sono state affidate e/o prorogate senza gara. Proprio per far fronte a tale criticità, il nuovo Codice appalti aveva introdotto l’articolo 177 che imponeva ai concessionari che avevano acquisito la concessione senza una gara di esternalizzare l’80% dei lavori propria competenza, laddove d’importo superiore a 150.000 euro.

Risulta, quindi, essenziale che l’ANAC eserciti un puntuale controllo sul rispetto delle percentuali.

L’Ance esprime una valutazione negativa anche con riguardo alla proroga di alcune disposizioni derogatorie alla normativa in materia di appalti, riguardanti l’Unità Grande Pompei, gli eventi “Universiade 2019” e i mondiali di sci di Cortina 2020/21.

Non è accettabile, infatti, il ricorso alle deroghe, quando si tratta di fare fronte ad eventi largamente programmabili da tempo: ad un’inefficienza programmatoria, non si può continuare a dare soluzione con restrizioni alle regole di piena concorrenza del mercato.

MISURE PER IL MERCATO PRIVATO. Sono presenti alcune norme riguardanti l’abusivismo. E’ prevista l’istituzione di un fondo finalizzato alla erogazione di contributi ai comuni per l’integrazione delle risorse necessarie alla demolizione delle opere abusive, con una dotazione di 5 milioni/€ per gli anni 2018 e 2019. Inoltre, presso il Ministero delle infrastrutture, è istituita la Banca dati nazionale sull’abusivismo edilizio che dovrà essere alimentata dagli enti competenti in materia mediante la trasmissione di tutte le informazioni relative agli illeciti accertati e ai provvedimenti emessi.

Le norme, seppure teoricamente positive nella finalità, si inseriscono in un contesto sempre più complesso e disorganico con il rischio di vanificare i già scarsi interventi di demolizione dei manufatti abusivi.

Positivo, invece, il ripristino della concessione di contributi – sospesa dall’agosto 2012 – da parte del Ministero dei beni culturali per gli interventi di manutenzione e conservazione di immobili privati soggetti a vincolo culturale attraverso lo stanziamento di 10 milioni/€ per il 2019 e di 20 milioni/€ annui per il 2020. La fruizione dei contributi sarà definita da un decreto del Mibact, di concerto con il MEF, da adottarsi entro il 31 prossimo marzo.

Positivo, ma più simbolico che reale rispetto alla situazione esistente, l’incremento con risorse pari a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, del Fondo nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, destinato alla concessione di contributi integrativi a favore dei conduttori appartenenti alle fasce di reddito più basse per il pagamento dei canoni di locazione. Si prevede, inoltre, che al Fondo possano essere destinate ulteriori risorse, da parte delle regioni, a valere sulle somme non spese del Fondo destinato agli inquilini morosi incolpevoli.

MISURE AMBIENTALI. E’ stato approvato l’ampliamento dei termini per il deposito (da un anno a tre anni) in attesa del recupero dei rifiuti non pericolosi, derivanti da attività di demolizione e costruzione conseguente agli eventi sismici del 2012 (Emilia Romagna, Lombardia). La norma sostenuta dall’Ance rappresenta un risultato molto importante per le imprese che operano nelle aree colpite dal sisma del 2012.

Sono state introdotte, inoltre, alcune semplificazioni per la gestione degli adempimenti ambientali. Viene, infatti, ammessa la possibilità di effettuare in formato digitale le scritture contabili ambientali “tradizionali” (registro di carico e scarico e Formulario di identificazione dei rifiuti).

Infine, è previsto un ulteriore rinvio di un anno per l’operatività del SISTRI, il sistema informatico per la tracciabilità dei rifiuti e del relativo regime sanzionatorio (Codice dell’ambiente). La disposizione è da valutare positivamente anche se vi sono ancora numerose criticità che ne rendono difficile se non impossibile l’applicazione al settore delle costruzioni.

MISURE PER IL LAVORO. Nell’ambito delle materie del lavoro, diverse le misure sulle quali si esprime un giudizio positivo. Tra queste la previsione dell’incentivo strutturale per favorire l’occupazione giovanile stabile, le misure volte a favorire l’alternanza scuola lavoro, le misure di sostegno al reddito in favore di lavoratori coinvolti in processi riorganizzativi.

Negativo il giudizio invece sul mancato recepimento di fondamentali istanze per il settore quali, in particolare, le richieste sulla normativa in tema di cassa integrazione guadagni ordinaria e quella relativa all’accesso all’ape sociale da parte dei lavoratori edili.

MISURE PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE. Il provvedimento contiene alcune importanti misure in tema di aiuti alle imprese che operano all’estero. Al fine di promuovere le esportazioni e i processi di internazionalizzazione delle imprese italiane nei cosiddetti "Paesi qualificati ad alto rischio", è previsto che Invitalia - Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa – possa operare in qualità di istituzione finanziaria per offrire servizi finanziari e assicurativi agli operatori nazionali per attività di internazionalizzazione nei Paesi ad alto rischio. La norma potrà senz’altro favorire lo sviluppo di nuove opportunità di business anche per l’industria italiana delle costruzioni che per tecnologia, capacità di progettazione, di esecuzione e di gestione, rappresenta una delle più importanti e avanzate al mondo.

Inoltre, a seguito della situazione politico-economica determinatasi in Venezuela e in Libia, è prevista la possibilità, per i cittadini italiani nonché per gli enti e le società italiane operanti in questi Paesi, che abbiano crediti che hanno subito svalutazione o siano divenuti inesigibili, rispettivamente dopo il 2013 (Venezuela) e il 2011 (Libia), di ricevere un contributo a parziale compensazione delle perdite subite, previa ricognizione delle richieste e ripartizione proporzionale delle risorse disponibili. A seguito della liquidazione del contributo, lo Stato subentra, di diritto ed in proporzione all’entità del contributo erogato, nella titolarità del credito vantato dagli aventi diritto.

La misura, fortemente sostenuta dal Ministero degli Affari Esteri e dall’Ance, risulta molto positiva per le imprese di costruzioni impegnate nei Paesi in cui la situazione politico-economica sta determinando criticità nella gestione di alcune commesse.

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