Pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge di conversione del decreto legge “semplificazioni bis” n. 77/2021 (LEGGI TUTTO). Nel corso dell’esame in prima lettura alla Camera è stata introdotta una correzione in riferimento agli affidamenti diretti sotto la soglia dei 139 mila euro. Nel rispetto del principio di rotazione, la stazione appaltante farà ricadere la scelta su quei soggetti in possesso di pregresse e documentate esperienze analoghe a quelle oggetto di affidamento. Altre modifiche di interesse della professione riguardano le procedure di accesso al superbonus. Confermato, invece, l’appalto integrato fino al 30 giugno 2023 e, in relazione ai progetti del PNRR, sarà possibile utilizzare l’istituto già dal progetto di fattibilità tecnica ed economica.
“Sicuramente, accogliamo con favore la correzione introdotta durante l’iter di conversione alla Camera che riguarda gli affidamenti diretti sotto la soglia dei 139 mila euro”, commenta il presidente della Fondazione Inarcassa, Franco Fietta. “È una misura che abbiamo proposto in audizione alla Camera a giugno scorso e siamo soddisfatti che il legislatore l’abbia introdotta nel provvedimento in via definitiva. In quella sede avevamo, infatti, sottolineato che, in assenza di una opportuna e auspicata correzione, l’aumento degli importi dell’affidamento diretto avrebbe consentito a taluni professionisti, anche dipendenti, di ottenere incarichi in assenza di specifici requisiti organizzativi e di professionalità. Il risultato, purtroppo, lo avrebbero pagato i cittadini in termini di scarsa qualità della proposta progettuale e, di conseguenza, di sicurezza dell’opera. Altre modifiche positive interessano la disciplina del superbonus soprattutto per quanto riguarda l’ulteriore allargamento dell’ambito di applicazione.
Invece, in materia di appalto integrato, prosegue Fietta, il legislatore in sede di conversione, non ha avuto il coraggio di apportare le giuste modifiche. La conferma della sospensione del divieto di appalto integrato fino al 30 giugno 2023, nonché l’estensione, nell’ambito delle opere finanziate con il PNRR, dell’istituto a partire dal progetto di fattibilità tecnica ed economica, non è certamente una buona notizia per gli architetti e ingegneri liberi professionisti. L’appalto integrato non assicura tempi certi, e più brevi, della fase progettuale, né minore spesa pubblica. Occorre garantire l’indipendenza del progettista attraverso una separazione del momento della fase progettuale da quella esecutiva. E ciò nell’interesse della Pubblica Amministrazione, della qualità della progettazione e della trasparenza delle procedure. Per i motivi espressi, nel complesso, ci riteniamo poco soddisfatti delle misure introdotte dal nuovo decreto appena convertito in legge, conclude Fietta”.
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