Il settore dell’energia dal legno e dalle biomasse vale 4 miliardi di euro e vive un periodo di forte dinamismo, caratterizzato dalla diffusione di una sempre più spiccata sensibilità ambientale. Aiel – Associazione italiana energie agroforestali – e Progetto Fuoco, la principale fiera del settore (la cui dodicesima edizione è in programma dal 19 al 22 febbraio 2020 alla Fiera di Verona) hanno presentato gli ultimi dati aggiornati: si parla di 14 mila imprese coinvolte, per un fatturato complessivo di oltre 4 miliardi di euro e una ricaduta occupazionale di 72 mila impiegati, di cui 43 mila diretti e 29 mila legati all’indotto.
Nel solo 2018, con gli incentivi del Conto Termico, la sostituzione di 46 mila stufe obsolete (quasi il doppio dell’anno precedente) ha evitato l’immissione in atmosfera di circa 2.200 tonnellate annue di particolato (PM) e circa 160 mila tonnellate annue di CO2 equivalente. Se si sostituissero tutti i vecchi impianti domestici a legna con moderne tecnologie si garantirebbe una riduzione delle emissioni di polveri sottili derivanti dalla combustione domestica di biomasse di almeno il 70%.
I sistemi di riscaldamento a biomasse installati sono in leggero calo – 9,1 milioni nel 2018 rispetto a 9,4 milioni nel 2014 – un fatto legato alla dismissione degli apparecchi obsoleti. Una “rottamazione” che procede spedita: ormai gli apparecchi a pellet rappresentano il 75% del totale di quelli venduti. Stabile anche il consumo di legna e pellet nel settore residenziale: nel 2018 oltre 12 milioni di tonnellate di legna da ardere, poco meno di 3,2 milioni di tonnellate di pellet e 1,4 di cippato. Il 91% dei combustibili legnosi è impiegato in impianti di riscaldamento residenziali.
“Il nostro è un settore vivo e dinamico con una spiccata sensibilità ambientale – afferma Ado Rebuli, presidente di Piemmeti, la società di Veronafiere che organizza Progetto Fuoco. Il processo di turn over tecnologico produce un importante beneficio per i nostri polmoni, e può essere un tassello importante di una strategia di riduzione delle emissioni inquinanti e di contrasto al cambiamento climatico. Un processo che va incoraggiato premendo l’acceleratore sull’innovazione. Progetto Fuoco è un momento insostituibile di scambio e aggiornamento per tutti gli attori della filiera, italiani ed europei”.
L’elevata vocazione all’internazionalizzazione di Veronafiere interessa anche Progetto Fuoco – aggiunge il direttore generale di Veronafiere Spa Giovanni Mantovani – caratterizzato da un importante programma di incoming, attuato d’intesa con Ice Agenzia. In particolare, sono stati selezionati buyer dai Paesi Scandinavi, dall’Europa continentale, oltre che da realtà in crescita come l’Est Europa e il Medio Oriente. In questa edizione, inoltre, Progetto Fuoco ospita 12 startup europee, con le loro innovazioni, per contribuire a uno sviluppo sempre più sostenibile.
“Questa realtà è ancora poco conosciuta e spesso viene aggredita da fake news che minano la credibilità del comparto – spiega Raul Barbieri, direttore generale Piemmeti – e l’esigenza sentita di tutti i protagonisti del settore è quella di diffondere informazioni corrette che valorizzino quella che è una vera risorsa per l’ambiente. In questo senso il valore di Progetto Fuoco, oltre che dai numeri e dal business commerciale, sta nel volano di comunicazione, visibilità e notorietà che esso comporta”.
A Progetto Fuoco sono attesi 75 mila visitatori da oltre 70 Paesi del mondo e 800 espositori (per il 40% esteri) tra cui i principali produttori mondiali di stufe, caminetti, cucine, caldaie a legno e pellet, in 130 mila metri quadri di superficie espositiva. Saranno 3500 i prodotti in esposizione e oltre 100 gli appuntamenti in programma tra conferenze, workshop, tavole rotonde e corsi di aggiornamento. Partner tecnico del salone è Aiel, che conta 500 soci tra produttori e distributori di legna da ardere, pellet e cippato, costruttori di tecnologia (sistemi di riscaldamento e cogenerazione), progettisti, installatori e manutentori.