Il Direttore generale di Finco, Angelo Artale, ha inviato il 6 giugno una nota al Direttore dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro, Gen. Leonardo Alestra, avente ad oggetto l'interpretazione della Circolare INL n. 07 del 6 maggio 2019.
Pregiatissimo Generale,
apprendiamo da notizie di stampa che l’Ispettorato Nazionale del Lavoro da Lei diretto si accingerebbe ad emanare una interpretazione autentica della Circolare in oggetto che andrebbe a ribadire la primazia del contratto edile nei cantieri.
La scrivente Federazione FINCO che rappresenta l’industria delle costruzioni e le lavorazioni specialistiche e superpecialistiche che sono presenti in cantiere tanto quanto quelle generali (che sono riferibili più specificamente all’edilizia), da anni ha portato all’attenzione del Ministero del Lavoro l’annosa questione del contratto applicato nel settore delle costruzioni alle imprese che, pur operando in un cantiere, non sono edili (ma metalmeccanici, prefabbricatori, restauratori o quant’altro).
L’applicazione del contratto (non solo sui cantieri oggetto di appalto pubblico) è questione delicata che non può essere massificata dietro l’indicazione di un c.d. “contratto leader” ritenuto tale solo perché applicato in maniera più estesa sul cantiere.
Lo stesso Codice degli Appalti, DLgs 50/2016, all’art. 30 c. 4 facendo riferimento al contratto da applicarsi in un appalto pubblico, parla di CCNL in vigore per il settore e per la zona, ma anche di contratti “il cui ambito di applicazione è strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto”.
Per questa ragione riteniamo che un “chiarimento” che vada nel senso di “conferire maggior forza” ai contratti “leader“ (cioè a quelli degli edili), come riferisce la stampa, non sarebbe assolutamente condivisibile.
Ferma la libertà per il datore di lavoro di applicare il contratto scelto (ovviamente pertinente al tipo di attività svolta) quello che l’imminente chiarimento dovrebbe ribadire, a nostro avviso, è che tutti i contratti rispondenti alle lavorazioni eseguite hanno pari legittimità e ciò che gli ispettori debbono verificare è il loro integrale rispetto.
Non abbiamo mai condiviso la centralità del sistema bilaterale che, contrariamente ad ogni proclamata buona intenzione, rende, di fatto, solo più oneroso il contratto a beneficio di organizzazioni sindacali e datoriali senza che questo si traduca in un reale vantaggio per le aziende o per i lavoratori.
Non siamo, ovviamente, contrari alla sua applicazione laddove prevista dal contratto (edile, nella stragrande maggioranza dei casi), ma non è accettabile il tentativo di ricondurre tutta la contrattualistica di cantiere al “contratto unico”, come da sempre le Associazioni dell’Edilizia auspicano, proprio per sostenere il costo di questo complesso ed oneroso sistema.
In attesa di cortese riscontro e disponibilità ad un incontro sul tema, porgiamo i migliori saluti
Angelo Artale
(Direttore Generale FINCO)