Dolo che la furia del ciclone Daniel ha causato la rottura in contemporanea di due dighe nella zona di Derna il bilancio dei morti che nelle prime ore era salito a 3 mila morti sta continuando a salire. Secondo la Croce Rossa internazionale si contano oltre 5 mila morti e 7 mila feriti mentre i dispersi hanno raggiunto i 10 mila.
Il portavoce Osama Ali ha affermato che non è ancora possibile determinare il numero definitivo delle vittime, con cadaveri che vengono tuttora recuperati dalle aree colpite. Secondo una stima fatta al Guardian dal direttore del Centro medico Al-Bayda, Abdul Rahim Mazi, i morti a Derna potrebbero essere anche 20.000. E "almeno 30.000 persone sono state sfollate" ha reso noto l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) in un rapporto sulla situazione nella Libia orientale.
Quanto sta accadendo in Libia in queste ore riporta alla mente un altro episodio, meno disastroso, avvenuto quest'estate in Norvegia dove a causa delle forti piogge provocate dalla tempesta Hans una diga lungo il corso del Glomma si è parzialmente rotta.
La rottura dei parametri per forti piogge
Tra le varie cause di rottura dei parametri di una diga, nel 35% dei casi si tratta di erosione dei parametri dovuta a forti piogge - come nel caso della Libia - al moto ondoso oppure per tracimazione.
Generalmente i normali fenomeni di erosione sono dovuti principalmente all'azione del moto ondoso sul parametro di monte, ed in misura ridotta, all'azione della pioggia sul parametro di valle anche se con l'intensificarsi dei fenomeni estremi legati al cambiamento climatico il rapporto di forza tra moto ondoso e piogge intense potrebbe cambiare.
Conseguenze su economia, habitat e popolazione
La rottura di una diga determina generalmente grandi perdite umane - in Libia si contano già quasi 3 mila morti e il bilancio è destinato a salire - perché l’area a valle è generalmente densamente popolata.
L’impatto sull’ambiente provocato dalla rottura di una diga può essere significativo: l’inondazione che ne deriva può coprire vaste aree, distruggendo gli habitat naturali di piante e animali. Generalmente si tratta di un impatto a breve termine. Inoltre, i pericoli ambientali che possono originarsi a seguito della rottura di una diga possono essere ancora più gravi in quanto il ciclo naturale dell’acqua può essere completamente modificato. Non sono da sottovalutare anche gli ingenti danni socio-economici che un disastro del genere porta con sé.
La diga in miniatura per simulare fenomeni di rischio idraulico
Il Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale dell'Università di Firenze ha realizzato nel 2020 una diga in miniatura che misura dieci metri di lunghezza, quattro di larghezza e rappresenta su scala uno a sessanta la diga di Levane. Il modello risponde alla richiesta della Direzione Generale Dighe del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di verificare come la diga, una volta rialzata, si comporterà in caso di piene eccezionali dell'Arno. Il modello ha permesso di sperimentare le capacità di scarico e di contenimento dei fenomeni erosivi al piede della diga, fornendo risultati positivi rispetto al progetto di base. Attività di ricerca di questo genere saranno sempre più importanti per cercare di arginare i danni causati sulle dighe dai fenomeni climatici estremi.