Nella giornata di ieri la Camera ha dato il via libera al decreto legge “Liquidità” 8 aprile 2020, n. 23, recante “misure urgenti in materia di accesso al credito e di adempimenti fiscali per le imprese”.
Tra le novità del provvedimento - che non dovrebbe più essere modificato, per consentire la conversione in legge entro il 7 giugno, pena la decadenza - la limitazione della responsabilità del datore di lavoro in caso di contagio da Covid-19, su cui giorni fa si era espressa analogamente l’INAIL con la circolare n. 22/2020 sostenendo che il datore di lavoro non era automaticamente responsabile del contagio per i propri dipendenti.
Nell’emendamento approvato si precisa che l'obbligo di tutelare le condizioni di lavoro stabilite dal Codice Civile (art. 2087) può essere considerato adempiuto, nel settore pubblico e privato, con l'applicazione delle prescrizioni contenute nel protocollo di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro. In altre parole, i datori di lavoro in regola con gli adempimenti dei protocolli anti contagio saranno sollevati da responsabilità nel caso in cui un dipendente contragga il Covid-19.
Come si ricorderà l’articolo 42, comma 2 del Dl Cura Italia aveva equiparato il contagio all’infortunio sul lavoro, alimentando diffuse preoccupazioni su eventuali responsabilità penali e civili del datore di lavoro. Dopo la circolare dell’Inail, le varie associazioni datoriali, tra cui ANAEPA-Confartigianato, al fine di superareogni incertezza in merito, avevano chiesto l’inserimento urgente di un’apposita norma in un provvedimento all'esame del Parlamento, che non è tardato ad arrivare con l’emendamento al Dl Liquidità.
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