Ieri al question time al Senato il ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco, ha risposto all'interrogazione a risposta immediata 3-03194 sulle misure di bilancio a sostegno della competitività delle imprese nella congiuntura attuale, e l'interrogazione a risposta immediata 3-03191 sull'introduzione di crediti di imposta volti a sostenere le imprese in seguito all'aumento dei costi dell'energia.
Nella risposta alla prima interrogazione, Franco ha dichiarato che “il Governo è consapevole dell'impatto inflazionistico riconducibile al repentino aumento dei prezzi di talune materie prime, ivi incluse quelle energetiche, anche in seguito allo scoppio del conflitto in Ucraina. Al fine di contenere i costi energetici, il Governo è intervenuto più volte a partire dall'estate scorsa, da ultimo con il cosiddetto decreto energia del 21 marzo, che ha stanziato 2,7 miliardi per ridurre le accise sui carburanti e sostenere la liquidità delle imprese più colpite dall'aumento del prezzo del gas e dell'energia elettrica. A questi si aggiungono ulteriori risorse a favore degli autotrasportatori per circa 560 milioni. Tali risorse si aggiungono a quelle previste da precedenti provvedimenti legislativi pari a circa 16 miliardi. Nel complesso gli interventi introdotti finora superano 19 miliardi; di questi circa 14 sono destinati ai primi due trimestri dell'anno in corso.
Il piano energetico del Governo prevede inoltre di ridurre la dipendenza italiana diversificando nel minor tempo possibile le fonti di approvvigionamento nel rispetto degli impegni in tema di decarbonizzazione. Tale piano risulta pienamente coerente con quello lanciato dalla Commissione europea per ridurre la dipendenza dell'Unione europea dalle forniture di gas russo prima del 2030.
Nel Programma di stabilità 2022 sarà messo a punto il quadro previsivo macroeconomico e di finanza pubblica e saranno considerati i fattori di rischio legati alla guerra in corso.
In sede europea si sta considerando con grande attenzione la proroga dell'applicazione della clausola generale di salvaguardia attualmente prevista a scadere al termine di quest'anno.
Per quanto concerne il quesito su eventuali ulteriori misure per le imprese, il Governo sta valutando il nuovo quadro temporaneo in materia di aiuti di Stato adottato ieri dalla Commissione europea per sostenere l'economia nel contesto dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. In tale atto sono contemplati, entro determinati limiti e condizioni, interventi a favore delle imprese per esigenze di liquidità e misure compensative per i costi dell'energia, che appaiono in linea con gli interventi messi in campo dal Governo italiano con i recenti decreti-legge.
A favore delle imprese, in particolare di quelle di piccole e medie dimensioni, permangono peraltro condizioni particolarmente favorevoli per il rilascio di garanzie pubbliche sui finanziamenti. Per esigenze di liquidità determinate dall'aumento dei costi dell'energia, le garanzie sono gratuite fino al 30 giugno 2022. L'aggiornamento delle previsioni macroeconomiche di finanza pubblica consentirà di valutare approfonditamente la necessità di ulteriori eventuali misure di sostegno alle imprese”.
CESSIONE DEI CREDITI. Per quanto riguarda l'altra interrogazione, il ministro dell'economia ha segnalato che “con il decreto-legge 21 marzo 2022, n. 21, le misure agevolative finalizzate alla copertura dei maggiori oneri derivanti dall'incremento dei prezzi dei prodotti energetici sono state rafforzate proprio mediante crediti d'imposta. In particolare, l'articolo 3 ha previsto l'erogazione di un contributo, sotto forma di credito d'imposta, a favore delle imprese per l'acquisto di energia elettrica, pari al 12 per cento della spesa sostenuta nel secondo trimestre del 2022. All'articolo 4 è prevista l'erogazione di un contributo a favore delle imprese per l'acquisto di gas naturale, pari al 20 per cento della spesa sostenuta nel secondo trimestre del 2022. L'articolo 5 ha elevato la misura dei crediti d'imposta a favore delle imprese energivore e delle imprese a forte consumo di gas naturale rispettivamente al 25 e al 20 per cento, in luogo del 20 e del 15 per cento precedentemente previsti. L'articolo 18 ha previsto l'erogazione di un contributo, ancora sotto forma di credito d'imposta, per l'acquisto di carburanti per l'esercizio dell'attività agricola e della pesca, pari al 20 per cento della spesa sostenuta nel primo trimestre del 2022.
I crediti d'imposta sopracitati sono fruibili dalle imprese beneficiarie per il pagamento mediante compensazione dei tributi e dei contributi da esse dovuti; in particolare è possibile utilizzarli, tra l'altro, per il versamento delle ritenute che detti soggetti operano in qualità di sostituti d'imposta dell'IVA, delle imposte sui redditi, dell'Irap, dei contributi previdenziali e assistenziali, dei premi INAIL. Oltre all'utilizzo diretto che, tenuto conto della varietà e dell'ampiezza dei versamenti compensabili, sarà presumibilmente prevalente, è stato previsto che le imprese beneficiarie possano cedere i cosiddetti crediti d'imposta. Oltre la prima cessione, si prevede la possibilità di due ulteriori cessioni in favore di istituti di credito e altri intermediari finanziari.
Questa disciplina della cedibilità dei crediti risponde a due obiettivi: da un lato, a garantire il pieno esercizio delle facoltà riconosciute ai contribuenti beneficiari delle agevolazioni fiscali; dall'altro, ad attuare un efficace presidio antifrode, impedendo cessioni di credito effettuate da soggetti che non abbiano diritto al credito stesso. Si ricorda infatti che, nell'ambito delle cessioni dei bonus edilizi, sono stati riscontrati significativi fenomeni di frode. Si è quindi intervenuti a salvaguardia degli interessi erariali che non sarebbero adeguatamente tutelati ammettendo la facoltà di cedere i crediti senza limitazioni”.
Il senatore Andrea De Bertoldi (Fratelli d'italia) si è dichiarato insoddisfatto della risposta: “Non c'è ragione obiettiva - lo dico e lo ribadisco, signor Ministro - per perseverare nell'errore. State perseverando - e lo state facendo davanti a 60 milioni di italiani - nell'errore di prevedere delle limitazioni alla cessione del credito, che non servono a nulla, perché nel superbonus 110 per cento le frodi sono praticamente ridotte allo zero. Nel momento in cui c'è un visto di conformità, laddove i professionisti che lo appongono sono ope legis assicurati e quindi responsabili nei confronti dello Stato, non c'è rischio di frodi. I limiti alla cessione dei crediti portano a un unico risultato, signor Ministro: a paralizzare il mercato. Oggi i plafond sono esauriti. Poste compra solo dai privati e le principali banche nazionali hanno esaurito la capacità fiscale e non comprano.
Le chiedo di riflettere davvero. Per il bene degli italiani, ponga fine all'assurda limitazione nella cessione dei crediti d'imposta”, ha concluso De Bertoldi.