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Limite mandati ordini professionali: la posizione della Rete Professioni Tecniche

La RPT denuncia “l’ennesimo tentativo di sabotare la messa a punto di una legge elettorale, il Dpr. 169, che ha già dimostrato la sua efficacia nel garantire il ricambio della classe dirigente degli Ordini e Collegi sia a livello nazionale che territoriale, con elezioni totalmente aperte e democratiche”

lunedì 15 gennaio 2018 - Redazione Build News

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Il Ministero della Giustizia ha autonomamente approntato lo schema di modifica del Dpr. 169/2005 che contiene la riforma dei sistemi elettorali e della composizione degli organi degli Ordini professionali. La modifica contiene, tra l’altro, l’estensione da due a tre del limite dei mandati. Sull’argomento si sono registrate alcune discutibili reazioni, tra le quali quelle di Andrea Mazziotti, Presidente uscente della Commissione Affari costituzionali della Camera, e Roberto Orlandi, Presidente del Collegio nazionale degli Agrotecnici. Tra gli argomenti contrari alla riforma promossa dal Ministro Andrea Orlando quello del tutto infondato secondo il quale la modifica sui mandati si applicherebbe a partire dall’entrata in vigore del decreto, senza considerare i mandati già espletati.

"Le dichiarazioni di Orlandi e Mazziotti - afferma la Rete Professioni Tecniche - sono semplicemente ‘lunari’. Non si capisce a che cosa si riferiscano in quanto il testo di modifica al Dpr. 169, inviato dal Ministero della Giustizia lo scorso mese di dicembre agli Ordini professionali, esclude la possibilità di azzerare il numero dei mandati già espletati a partire dall’entrata in vigore del nuovo provvedimento, impedendo, all’opposto, di poter conservare la carica per 30 anni. Forse Orlandi e Mazziotti dispongono di un testo diverso da quello inviato ai Consigli nazionali?"

"Peraltro - continua la Rete - Orlandi non è nuovo a queste intemerate. Le sue dichiarazioni appaiono sorprendenti se si considera che lui è Presidente di una categoria che vota con un regolamento elettorale che non prevede alcun limite alla rielezione per il Consiglio nazionale (articolo 4, comma 1 legge 6 giugno 1986, n. 251). Inoltre è Presidente del Collegio nazionale ininterrottamente da oltre trenta anni, salvo un breve periodo per cui è stato sospeso dalla carica per problematiche interne alla categoria".

"Si tratta - conclude la Rete - dell’ennesimo tentativo di sabotare la messa a punto di una legge elettorale, il Dpr. 169, che ha già dimostrato la sua efficacia nel garantire il ricambio della classe dirigente degli Ordini e Collegi sia a livello nazionale che territoriale, con elezioni totalmente aperte e democratiche, che evidentemente alcuni personaggi continuano a ritenere ‘anomale’. Solo per riferirsi agli ingegneri, le ultime elezioni dei consigli territoriali hanno portato al rinnovo delle cariche nell’oltre il 90% dei casi e percentuali simili si rilevano in tutte le altre categorie professionali. Il testo elaborato dal Ministero della Giustizia non è esente da criticità e può e deve essere migliorato, ma certamente non può essere tacciato di limitare o addirittura impedire il ricambio dei vertici nazionali e territoriali delle categorie professionali interessate".

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