Questo settore, che interessa dalla geotermia alla banda larga – ha spiegato Silvestrini - è di grandissimo rilievo per l’economia. Ed è stato in grado di reagire alla crisi in maniera dinamica e creativa, approfittando di ogni occasione a disposizione. Per costruire il futuro – ha continuato – è necessario che il settore sia pronto a raccogliere le sfide più importanti dei prossimi anni: il risanamento urbano, la riqualificazione, in particolare delle periferie, il green. Interventi indispensabili perché gran parte del patrimonio edilizio italiano ha troppi anni sulle spalle e non è per nulla adeguato alle esigenze più moderne.
Il 1° Rapporto sul mercato dell’installazione impianti in Italia
Occupazione
In termini di occupati, fatturato, valore della produzione e capacità di resistere alla crisi, il settore dell’installazione degli impianti ha dimostrato una tenuta media migliore dell’economia in generale. Nel comparto, infatti, tra il 2008 e il 2012 gli addetti sono diminuiti dai 556mila del 2008 ai 507mila del 2012. Circa il 9 per cento a fronte del 28 per cento riscontrato nelle costruzioni, dove l’occupazione è crollata da un milione e mezzo a poco più di un milione di addetti.La notevole differenza tra le performance dell’impiantistica e delle costruzioni è evidenziata da tutti gli indicatori economici più importanti: fatturato, investimenti, ore lavorate, salari, costo del personale.
L'impiantistica ha resistito alla crisi
Nel periodo 2008/2012 l’impiantistica ha visto diminuire il fatturato del 2,4 per cento, gli investimenti del 3,7 per cento, le ore lavorate del 4,6 per cento, mentre crescevano salari (5,8 per cento) e costo del personale (7,5 per cento). Tutti in rosso, e ben più pesantemente, viceversa, i numeri delle costruzioni. Nello stesso arco temporale 2008/2012 il fatturato segna -35 per cento, gli investimenti -60 per cento, le ore lavorate -31 per cento, i salari e il costo del personale -20 per cento.