Riportiamo una nota del Direttore di Assofrigoristi, Marco Masini, e pubblicata sulla newsletter Finco n.03/2018.
“Dover ribadire ad ogni possibile occasione che gli incentivi, le detrazioni, le deduzioni o ogni altra forma di supporto strutturale o congiunturale ad un settore - in questo caso quello della refrigerazio-ne e della climatizzazione - sono da considerare come disponibili solo per quelle aziende che hanno investito nelle certificazioni obbligatorie e necessarie, dovrebbe essere superfluo, ma tant’è.
L’ultimo caso è il Decreto interministeriale che reca disposizioni volte a dare attuazione agli impegni assunti a livello comunitario in termini di miglioramento dell’efficienza energetica e di riduzione dei consumi del patrimonio edilizio nazionale.
Si tratta di linee guida per semplificare e armonizzare le procedure per l’installazione di impianti o dispositivi tecnologici per l’efficienza energetica e per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili e per armonizzare le regole sull’attestazione della prestazione energetica degli edifici, nonché i requisiti dei certificatori. Il testo è stato licenziato dalla Conferenza Unificata del 21 marzo scorso senza il recepimento di quanto abbiamo chiesto a tutela delle aziende frigoriste, vale a dire il possesso dei requisiti di cui al D.M. 37/2008 per gli impiantisti (iscrizione alla CCIAA secondo la lettera “c”) e delle certificazioni aziendali e personali del D.P.R. 43/2012 in aggiornamento, F-Gas.
Nonostante il Mise stesso ritenesse le indicazioni condivisibili, non si è riusciti a portare a termine l’emendamento perché pare che la specifica delle qualificazioni impiantistiche avrebbe inciso sulla CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata), un documento che, essendo già definito da un preciso accordo Stato - Regioni, è sostanzialmente intoccabile.
“Se non vi fosse una costante omissione del rispetto di quelle due clausole di minima per il nostro settore e una sostanziale ignoranza degli uffici amministrativi territoriali nell’ambito delle tecnologie per la climatizzazione e refrigerazione, non ce la saremmo presa a male” afferma Gianluca De Giovanni, Presidente di Assofrigoristi. “La mancanza di controlli da parte dei Comuni, operativi sulla CILA, e di ENEA e GSE, per ciò che concerne i requisiti per l’installazione e la manutenzione delle Pom-pe di Calore, lascia campo aperto agli unni dell’installazione.”
Il raggiungimento degli obiettivi del 2020, per ciò che concerne l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, potrebbe essere messo a repentaglio nei fatti (bolletta elettrica ed immissioni climalteranti dirette) a causa di una scarsa competenza nelle operazioni sul campo. “Le pompe di calore vanno sempre installate. Un’ottima macchina male installata e condotta può rendere molto meno di una macchina mediocre ma ottimamente installata e mantenuta” ricorda De Giovanni. E conclude “il numero delle mancate occasioni per rendere un servizio all’economia ed al Paese aumenta in modo considerevole, ma noi non demordiamo. Una più puntuale e costante partecipazione ai processi di formazione delle leggi dovrà dare i risultati attesi a vantaggio della categoria e del Paese”.
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