Mai come in questi giorni abbiamo sentito parlare di edilizia e di riqualificazione del settore. Tra la riduzione dell'aliquota del Superbonus al 90%, la Direttiva europea Case Green e l'abolizione delle cessione del credito tanto è stato detto sul tema, anche erroneamente, ma molto poco di nuovo, lungimirante e concreto sta girando per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione del settore.
Eppure il settore edilizio è tra i più energivori e climalteranti e il settore edilizio scolastico non presenta certamente caratteristiche diverse. Le analisi termografiche fatte in 33 edifici scolastici, analizzate da Legambiente attraverso la campagna Civico 5.0 e Nontiscordardimé, mettono in evidenza un patrimonio scolastico inefficiente e disperdente, dove studiare e lavorare non è certamente confortevole, e dove le bollette energetiche hanno un grande e importante margine di riduzione.
Sono 33 gli edifici monitorati da Legambiente tra scuole e facoltà universitarie. Un campione di edifici del patrimonio edilizio scolastico romano, di ogni ordine e grado, da edifici storici a quelli realizzati prima e dopo il 1975.
L'eterogeneità delle scuole selezionate ha messo in luce criticità consuete e già viste in tanti edifici residenziali - dispersioni da travi e solai, impronte termiche dei termosifoni, dispersioni da infissi e cassettoni - e alcuni vantaggi dati dalla storicità dell'edifico. Seppur con intensità e modalità diverse, quasi tutti gli edifici monitorati hanno presentato criticità più o meno gravi legate a dispersioni di calore, con conseguente aumento dei costi in bolletta, sprechi energetici ed emissioni climalteranti.
In particolare, gli edifici storici raccontano i vantaggi di una modalità costruttiva, ma criticità negli interventi che li hanno modificati parzialmente nel corso degli anni. In questi casi infatti, seppur le mura più spesse contribuiscono ad evitare dispersioni di calore evidenti, si osservano impronte termiche dei termosifoni, così come dispersioni provenienti dagli infissi e cassoni per le serrande.
Dagli ultimi dati dell'Anagrafe dell'edilizia scolastica del Ministero dell'Istruzione e del Merito emerge che su 40.221 edifici scolastici il 46,1% risulta edificato prima del 1975, il 22.3% tra il 1976 e il 1992, il 12,5% dal 1993 in poi (la prima legge in materia di efficienza energetica risale al 1991), resta un significativo 19,1% di edifici il cui anno di costruzione non risulta definito. Di questi solo il 56,6% ha realizzato interventi, spesso spot, di efficientamento. Ma va ricordato che ancora oggi il 60% degli istituti scolastici soddisfa il fabbisogno energetico termico con caldaie a metano, e il 10% a gasolio.
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