Tecnologie innovative

L'intonaco che cattura le polveri sottili

Italcementi al Premio Marzotto 2018: vince il progetto Particulate Matter

lunedì 26 novembre 2018 - Redazione Build News

Il materiale

È giunto a conclusione il Premio Marzotto 2018, la principale startup competition in Italia che sostiene le nuove idee, attiva l’impresa italiana e porta la sua innovazione nel mondo. La finale si è svolta al MAXXI di Roma giovedì 22 novembre e ha visto la premiazione di 48 start up fra le 600 concorrenti.

Fra i partner del Premio c’è anche Italcementi, che ha riconosciuto al progetto Particulate Matter il Premio Speciale Italcementi | HeidelbergCement Group, per l'ideazione di un materiale innovativo capace di intrappolare il particolato atmosferico.

Il progetto – spiega Enrico Borgarello, Direttore Innovazione Italcementi | HeidelbergCement Group – ha una forte valenza di sostenibilità, in quanto migliora la qualità dell’aria e rappresenta una possibile concreta attuazione dei principi d’economia circolare, valorizzando materiali di riciclo e sottoprodotti di processi produttivi.

Nato dalla collaborazione tra l’Università degli Studi di Brescia (Laboratorio di Chimica per le Tecnologie), INSTM (Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali), Regione Lombardia, e Smart Solutions (Startup innovativa dell’ Università degli Studi di Brescia), il progetto Particulate Matter risponde a una precisa richiesta della Commissione Europea: sviluppare materiali innovativi e a basso costo per la riduzione del particolato a livello europeo.

Il materiale poroso (brevettato) è stato realizzato con sottoprodotti di scarto industriale (fumo di silice), mediante un processo sol-gel a basso costo e trattamento termico eseguito a basse temperature (70 °C). Attualmente non esiste una tecnologia confrontabile: in ambito urbano la vegetazione è il mezzo principale, in assenza di precipitazioni, per rimuovere il particolato aereo-disperso. Per esempio a Chicago, in cui circa l’11% della superficie è coperta da vegetazione, le piante rimuovono circa 234 tonnellate di PM10 all’anno. Il nuovo materiale proposto ha una capacità di rimozione superiore di almeno 100 volte rispetto a quella della vegetazione!

Il materiale può essere facilmente rigenerato attraverso le precipitazioni. Proprio come avvenne in natura, per le foglie, una volta dilavato, l’intonaco è in grado di intrappolare nuovamente altro PM. L’acqua di lavaggio, che contiene il PM, viene convogliata in sistemi fognari urbani. Questo consente, attraverso i sistemi di depurazione delle acque urbani, di depurare le acque reflue da questi inquinanti.

I punti di forza del progetto sono legati alla sua sostenibilità e al basso costo dell’intonaco sviluppato (circa 0.6 €/m2, considerando il costo dei sottoprodotti utilizzati), che lo rendono interessante per il mercato edilizio. La tecnologia di sintesi, che si basa su un semplice mescolamento, non necessità quindi di particolare strumentazione, o grossi investimenti.
Il materiale poroso realizzato è molto versatile, può infatti essere stampato mediante stampante 3D, o applicato su parete mediante spruzzo o pennello.

L’attività di ricerca, che ha portato allo sviluppo dell’invenzione ha usufruito anche del supporto (tramite anche l’accesso alla strumentazione disponibile) di altre università e centri di ricerca di alto prestigio sia italiane che straniere (Università di Bologna, Università di Trieste e Università di Bremen, Germania). Il lavoro è stato realizzato anche grazie al supporto dei laboratori di ricerca del JRC (della Commissione Europea) di Ispra.

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