Giovedì scorso la commissione Territorio del Consiglio regionale della Lombardia ha approvato a maggioranza il progetto di legge per il recupero dei vani e dei locali seminterrati esistenti, sul quale il relatore Fabio Altitonante (FI) ha presentato alcuni emendamenti “con l’obiettivo di recepire alcuni dei contributi e dei suggerimenti emersi durante le audizioni e il confronto in Commissione”.
La discussione e l’approvazione finale del progetto di legge sono state calendarizzate in Aula per la seduta di martedì 21 febbraio.
Il testo finale definisce come seminterrato “il piano di un edificio il cui pavimento si trova a una quota inferiore, anche solo in parte, rispetto a quella del terreno posto in aderenza all’edificio, e il cui soffitto si trova, anche solo in parte, a una quota superiore rispetto al terreno posto in aderenza all’edificio”. Viene quindi specificata meglio la parte del testo che, nel caso di incremento del carico urbanistico, regolamenta l’obbligo di reperire nuovi spazi per parcheggi e servizi consentendo, in caso di difficoltà nel reperimento, la possibilità di monetizzarli. Viene inoltre indicato un termine massimo perentorio di 120 giorni dall’entrata in vigore della legge, entro il quale a ciascun Comune resta in ogni caso la facoltà di disporre l'esclusione di parti del territorio dall'ambito di applicazione della legge stessa, per esigenze legate alla necessità di tutela paesaggistica, rischio idrogeologico e difesa del suolo.
È stato approvato anche un emendamento che, nel confermare anche per questo provvedimento le norme dell’art.72 della legge regionale n°12 del 2005, vieta la possibilità di recuperare i seminterrati per adibirli a finalità di culto.
Con questo progetto di legge – ha spiegato il relatore - perseguiamo un duplice obiettivo: da una parte regolarizziamo, rendendoli abitabili, i seminterrati, spesso utilizzati oggi come taverne o magazzini o come stanze di lavoro e studio, dall’altra diamo nuovo impulso e spinta al settore edile, tuttora ancora pesantemente condizionato dalla crisi economica. Il tutto senza nuovo consumo di suolo e con interventi mirati al contenimento dei consumi energetici.
La proposta di legge vuole facilitare la ristrutturazione di ciò che già esiste, ma che non viene sfruttato, consentendo di recuperare i seminterrati per un uso abitativo, commerciale o terziario. Uno dei parametri a cui il nuovo provvedimento permette di derogare è l’altezza dei locali da recuperare, che comunque non potrà essere inferiore a 2,40 metri (oggi la legge prevede che non possa essere inferiore a 2,70 metri): ogni intervento dovrà essere effettuato nel pieno rispetto di tutte le prescrizioni igienico-sanitarie e sarà possibile solo laddove i seminterrati siano stati legittimamente realizzati alla data di entrata in vigore della legge e laddove siano posti in edifici già serviti da tutte le urbanizzazioni primarie.
Il provvedimento, di cui sono primi firmatari i Consiglieri regionali comaschi Francesco Dotti (FdI), Alessandro Fermi (Forza Italia) e Daniela Maroni (Lista Maroni), prende spunto da una proposta delle associazioni di categoria lariane Ance e Confedilizia Como.