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Lombardia: le combustioni di biomasse legnose responsabili del 45% delle emissioni di PM10

Al 31 gennaio 2016 risultano censiti in Curit oltre 16.500 impianti a biomassa legnosa

mercoledì 15 giugno 2016 - Redazione Build News

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“Il trend emissivo e di qualità dell'aria dei principali macroinquinanti è in continuo miglioramento negli ultimi anni. Viene confermato il ruolo delle combustioni delle biomasse legnose che sono responsabili di circa il 45 per cento delle emissioni del Pm10 regionale primario, delle motorizzazioni diesel per le emissioni di NOx (57%) e del settore agricolo che rappresenta ad oggi la prima sorgente di produzione di ammoniaca in Lombardia (maggiore del 98%)”.

Lo ha detto l'assessore all'Ambiente, Energia e sviluppo sostenibile della Regione Lombardia, Claudia Terzi, presentando in Giunta il secondo monitoraggio aggiornato al 2015 sullo stato di attuazione del Pria.

Lo stato delle conoscenze sulle emissioni dei principali inquinanti è stato migliorato nel 2015 grazie al contributo di Arpa Lombardia e ai contributi derivanti dall'attivazione di nuovi accordi di collaborazione con il Politecnico di Milano e dalla entrata in funzione di una nuova sezione del catasto unico regionale degli impianti termici (CURIT) dedicata agli impianti per la combustione della biomassa legnosa.

"Premessa, doverosa: senza l'applicazione di questo Piano sulla qualità dell'aria di cui ci siamo dotati nel 2013, la Lombardia oggi avrebbe certamente dati di qualità dell'aria peggiori di quelli attuali. Dai dati - continua l'assessore Terzi - emerge come sia assolutamente necessario applicare le migliori tecnologie disponibili ma a costi economicamente sostenibili, proprio come stiamo facendo noi con il Pria".

"Una riflessione - ha proseguito l'assessore regionale - che arriva nel solco dello scandalo del 'dieselgate' che ha reso evidenti i limiti sui criteri emissivi delle auto alimentate a gasolio definiti dalla Unione Europea".

"Oggi di fatto gli strumenti messi in atto dalla commissione europea sono risultati ampiamente insufficienti e carenti non esistendo - anche negli altri due ambiti citati - un'efficace regolamentazione per la corretta valorizzazione della combustione della biomassa legnosa e per il contenimento dell'ammoniaca prodotta dagli allevamenti nel settore agricoltura. In quest'ultimo settore, in particolare, ci aspetteremmo dalla UE una posizione aggiornata e coerente allo sviluppo di una vera e propria 'economia circolare', in grado di dare una risposta al problema della gestione dei reflui zootecnici per i problemi che pone per i comparti aria e acque e valorizzando al contempo le risorse e le energie che da essi si possono ricavare. Servono sicuramente regole comuni e precise, ma non basta. Le risorse economiche giocano un ruolo chiave nella lotta all'inquinamento, così come il perdurare della crisi economico finanziaria. Senza contare - precisa ancora Terzi - le condizioni climatiche che nel bacino padano certamente non favoriscono la dispersione degli inquinanti".

A fronte di tutto questo, la Regione Lombardia "ha richiesto - ha precisato Terzi - ancora al Governo a inizio anno, ma senza trovare risposta, i fondi necessari per realizzare diversi interventi strutturali: due miliardi di euro (1 per erogare incentivi per accompagnare le misure di limitazione della circolazione dei veicoli più vecchi e inquinanti e l'altro per lo sviluppo del trasporto pubblico locale). Questo ci dice che nonostante l'aria non abbia confini geografici, né Roma né Bruxelles si stanno muovendo e come Lombardia - da sola - al momento non è pensabile di introdurre nel breve periodo ulteriori limitazioni a nuove categorie di veicoli".

LE AZIONI DELLA REGIONE. "Come Regione - è entrata nel dettaglio l'assessore Terzi - stiamo comunque facendo tutto quanto è nelle nostre possibilità. Diverse sono le azioni intraprese per esempio per lo sviluppo della mobilità elettrica con bandi e infrastrutturazioni delle reti di ricarica. In Lombardia attualmente il 27% dei consumi energetici è imputabile ai trasporti, di cui la quasi totalità coperta da fonti fossili. Migliorarlo significa avere un triplice impatto positivo, sia in termini ambientali, attraverso la qualità dell'aria che respiriamo, sia sul sistema energetico in termini di consumo di energia proveniente da fonti fossili, sia in termini di mitigazione del cambiamento climatico grazie alla riduzione delle emissioni di CO2 (anidride carbonica)". "Ma - ha ricordato Terzi - abbiamo messo in atto politiche trasversali anche con il Pear per l'efficientamento e il risparmio energetico, politiche attive di incentivo (bollo zero e installazione fap)".

CENSITI OLTRE 16.500 IMPIANTI A BIOMASSA LEGNOSA. "Un secondo monitoraggio - ha concluso l'assessore - che ci ha permesso di migliorare e potenziare il quadro conoscitivo in materia emissiva e, grazie ai dati Curit, di avere un primo quadro sul capitolo della combustione domestica. Al 31 gennaio 2016 risultano censiti in Curit oltre 16.500 impianti a biomassa legnosa ed entro pochi anni avremo un censimento completo di tutti gli impianti presenti in Lombardia. Nel frattempo, sulla base dei dati già in nostro possesso, si continuerà a lavorare per la riduzione delle emissioni domestiche provenienti dalla combustione della legna e da quelle provenienti dalle combustioni incontrollate all'aperto".

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