Un Pil italiano a questi livelli non lo si vedeva da tanto tempo. La ripresa del 2021 è stata trainata soprattutto dai comparti della manifattura, delle costruzioni e dell’export. Nel primo semestre la manifattura ha potuto beneficiare e ha messo a valore gli incentivi del piano Industria 4.0, che ora si chiama Transizione 4.0. Il risultato è stato uno straordinario +11% secondo i dati Eurostat. Nel settore delle costruzioni si è andati ancora meglio, addirittura +19%, merito soprattutto degli incentivi fiscali come Ecobonus e Superbonus. Nell’export (+14%) poi, che è sempre stato un po’ il nostro tallone di Achille, abbiamo addirittura superato la Germania, presa sempre come punto di riferimento o di benchmark.
Le previsioni per il secondo semestre
Adesso si fanno previsioni per il secondo semestre, per capire se la crescita del Pil si conferma strutturale o è solo un rimbalzo dopo il crollo avvenuto nel 2020 a seguito della pandemia. Secondo l’analisi pubblicata dal Sole24Ore non c’è dubbio che la crescita sia strutturale e può reggere anche lo shock dell’aumento delle materie prime. Tre i possibili scenari futuri ipotizzati.
Se lo shock è forte la crescita si arresterebbe e a fine anno il Pil sarebbe del 4,7%, che costituirebbe comunque un buon risultato. In caso di shock limitato, la crescita del Pil rallenterebbe al tasso dell’1% nel terzo e nel quarto trimestre, per arrivare al 5,5% finale. E infine nel caso non si verificasse alcuno shock, la crescita del Pil proseguirebbe a buon ritmo attestandosi al 6,1%, vicino all’ultima previsione diffusa dall’Economist Intelligence Unit (+6% per il 2021).
Franco Metta