La Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha approvato un emendamento al disegno di Legge di Bilancio, a firma del relatore e supportato dal Dipartimento delle Politiche Europee, che risolve definitivamente la procedura di infrazione europea n. 2013/4212, eliminando l’obbligo di sede in Italia per le SOA (Società Organismi di Attestazione), ma mantenendo le tutele relative ai requisiti e al sistema di qualificazione italiano sui contratti pubblici e preservando il sistema di vigilanza sulla qualificazione da parte dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.
La norma introdotta nella Manovra è volta a stabilire che le SOA devono avere una sede in un Paese Membro dell’Unione Europea, in cui sia riconosciuto il valore legale al fine della partecipazione alle procedure di gara, delle attestazioni, rilasciate dalle suddette Società.
Si risolve così la procedura di infrazione relativa alle restrizioni in materia di servizi di attestazione in Italia (SOA), relativamente alla quale la Commissione Europea aveva ritenuto non accoglibili le motivazioni sostenute dalle Autorità italiane per difendere le disposizioni legislative introdotte nella legge Europea 2015-2016 che eliminavano l’obbligo di sede legale in Italia per le SOA ma mantenevano l’obbligo di una sede secondaria sul territorio nazionale.
GeneralSoa, associazione di categoria che raggruppa le principali Società Organismi di Attestazione, saluta con soddisfazione l’approvazione dell’emendamento. “L’emendamento approvato – sottolinea l'associazione - è il frutto di un confronto strutturato che il Dipartimento delle Politiche Europee ha portato avanti con la Commissione Europea, coordinando il dialogo interno con l’ANAC, con il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e con la nostra associazione di categoria, che ha cercato di portare un contributo esperto e operativo nell’ottica del perseguimento di due principali obiettivi: la risoluzione della procedura di infrazione ma al contempo la tutela del sistema di qualificazione sui contratti pubblici in Italia, a vantaggio della trasparenza e delle politiche anticorruzione sui contratti pubblici”.