A Palazzo Chigi il 13 ottobre governo e parti sociali si sono incontrati in vista del varo della Manovra nel Consiglio dei ministri prevista per oggi lunedì 16 ottobre. Durante l'incontro/confronto, il governo ha illustrato il disegno di Legge di bilancio. “Uno scambio di vedute che si è svolto in un clima proficuo e costruttivo”. Questa la nota di Palazzo Chigi che ha descritto successivamente il clima dell'incontro.
Il confronto tra governo e parti sociali si è stato suddiviso in due incontri separati: un primo tavolo con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria, Abi, Ania, Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio, Confesercenti, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Copragri, Alleanza Cooperative Italiane, Confsal; poi un secondo incontro con i rappresentanti di Finco, Ance, Confimi Industria, Confapi, Confetra, Confedilizia, Confimprese Italia, Cisal, Usb, Cida, Ciu, Confedir, Confprofessioni, Confeservizi, Confintesa. Per l'esecutivo presenti il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, la ministra del lavoro Marina Calderone e il vice ministro dell'Economia Maurizio Leo.
Il parere di Finco: Debito pubblico e perdita di produttività
Nel suo intervento la Presidente Finco Carla Tomasi si è soffermata su due temi molto importanti. Il primo è l'abnorme debito pubblico del Paese "Un fardello che l'Italia si trascina da ormai molto tempo - certo aggravato dall'emergenza Covid - ma che in particolare ha fatto registrare una progressione geometrica da quando è stato riformato il Titolo V della Costituzione creando un nuovo ipertrofico centro di spesa, quali sono oggi le Regioni senza che ciò abbia portato , nella media, un significativo miglioramento del funzionamento della macchina pubblica, anzi. Credo che sia un tema che vada affrontato. E' chiaro che la tempistica non può riguardare questa manovra ma se non vorremo trovarci tra dieci anni ancora un debito del 140% quale quello che si prevede si stabilizzerà nel 2025, suggerisco sommessamente di affrontare tale tema. Su di esso, poiché è la Sanità il maggior capitolo di spesa, abbiamo una specifica proposta di razionalizzazione che sarò lieta di illustrare in altra sede".
Il secondo problema che condiziona le finanze italiane è: "la progressiva perdita di produttività del sistema Paese sia con riferimento al comparto privato - e qui forse dobbiamo fare un'autocritica per non aver sufficientemente accompagnato le imprese verso percorsi di innovazione che pure le normative esistenti faciliterebbero - sia soprattutto sul versante pubblico. La cura a quest'ultimo problema è insita alla semplificazione della macchina burocratica che se anche condivisa da molti ministri della pubblica amministrazione negli ultimi dieci anni non è mai stata completamente realizzata.
In foto la Presidente Tomasi a colloquio con Ministro Calderone
"La stessa digitalizzazione della pubblica amministrazione è spesso pensata, e comunque attuata, più nell'ottica di chi il servizio lo deve erogare che di chi lo deve ricevere. Un esempio banale? Il Made in Italy è il nostro indubitabile punto di forza ma per andare all'estero servono documenti: provate a rifare un passaporto e vedere quanto tempo ci vuole e che spesa ciò comporta. Idem per le carte di identità. E potrei continuare a lungo..." - Prosegue la Presidente nel suo discorso. "Nel partecipare ad una gara pubblica, per venire ad un ambito di mia più stretta competenza, la pubblica amministrazione chiede tuttora informazioni e notizie già in suo possesso, quando ciò sarebbe da tempo inibito in base alla normativa vigente. In questo momento, tra gli altri cantieri, la mia impresa è impegnata nel restauro di parte della Basilica di San Marco a Venezia ed anche in questo caso ho dovuto produrre una quantità di documenti già in possesso della amministrazione".
Pubblica amministrazione più efficiente
"L'Efficienza della Pubblica amministrazione è poi vitale soprattutto al Sud dove le attività – tutte – sono bloccate da un contorto avvitamento tra tale inefficienza e poteri locali opachi e dove lo Stato deve riconquistare la sua presenza ed efficacia. Avrei quindi in proposito una proposta semplicissima che preveda che la Pubblica Amministrazione - intendendo per tale quella centrale e periferica, e comunque nell'accezione più ampia possibile - non possa richiedere a cittadini e imprese alcun documento o informazione già in suo possesso senza eccezione o deroga alcuna. Quanto beninteso deve valere erga omnes ,ed essere perentorio e non ordinatorio.
Poiché ho accennato al tema dei beni culturali lasciatemi anche sottolineare che da tale settore potrebbero venire risorse ancor più cospicue di quanto si possa già ritenere perché investire sui beni culturali significa amplificare il ritorno in termini di turismo che andrebbe gestito e delocalizzato essendo l’Italia un Paese con enormi potenzialità diffuse su tutti i territori"
Sulla NADEF, conclude la Presidente FINCO: "Con le premesse di cui sopra non possiamo che comprendere la prudenza insita nel progetto di manovra e nella NADEF che prevede se non vado errata un deficit al 5,3 per il 2023 e al 5,3 % per il 2024,quindi moderatamente espansiva in quanto necessariamente rigorosa, che include un del tutto condivisibile taglio al cuneo contributivo ed al contempo un altrettanto comprensibile - anche se dolorosa - selezione eliminando il superbonus, almeno nella sua attuale struttura , preservando auspichiamo per il futuro la stabilizzazione delle agevolazioni per la riqualificazione energetica".