Non sono mancate tensioni, tira e molla all’interno della maggioranza, ma alla fine il Documento programmatico di bilancio (Dpb) è stato approvato in Cdm all’unanimità e inviato in serata a Bruxelles. Si tratta dell’ossatura, delle fondamenta, della prima legge di bilancio a firma Mario Draghi, che richiederà all’incirca 23 miliardi di euro.
Riduzione della pressione fiscale e proroga Superbonus
Molte le novità che riguardano in particolare la riduzione della pressione fiscale che assorbirà 7 miliardi, che si aggiungo ai due già allocati. Vi è poi la proroga del Superbonus 110% a tutto il 2023, questa volta però con la limitazione ai soli condomini e al patrimonio immobiliare Iacp (Istituto autonomo Case Popolari). Confermati inoltre sempre per la stessa nuova platea ma per tre anni anche gli altri bonus nel settore edilizio (50% e 65%), con l’eccezione di quello per le facciate. La Lega ha espresso una “riserva politica” sul pacchetto pensioni che dovrebbe consentire il superamento di Quota 100, la misura di cui era stata portabandiera.
Sugar e plastic tax rinviate
La migliore notizia però è che buona parte della legge di bilancio dovrebbe essere finanziata quasi integralmente con le risorse create dalla crescita del Pil, che quest’anno secondo le più recenti stime dovrebbe assestarsi poco oltre il 6%. È solo grazie a questo risultato, verrebbe da pensare, che sia possibile la riduzione delle tasse e, al tempo stesso, il rinvio di nuove, come sugar e plastic tax.
Non è stato sciolto però il nodo su come impiegare i fondi per la riduzione delle tasse, ovvero se intervenire su Irpef, contributi o Irap. L’ipotesi di far confluire il tutto nel fondo speciale sembra a questo punto la meno probabile. Le carte saranno scoperte con la presentazione del testo della bilancio che dovrebbe avvenire la settimana prossima, salvo complicazioni legate proprio alle questioni irrisolte.
Rimodulazione di Impresa 4.0
Dopo la quota fisco da 7 miliardi nel Dpb seguono a pari merito gli stanziamenti per Imprese e Sanità, entrambi di 4 miliardi di euro. Per le imprese è prevista una nuova tornata di agevolazioni fiscali, a cominciare dalla rimodulazione di Impresa 4.0 (o Transizione 4.0) con un’estensione al 2025 ma con un meccanismo di aliquote decrescenti.
Prorogati fino al 30 giugno gli incentivi per le aggregazioni sulle Dta (deferred tax, ovvero la trasformazione delle attività per imposte anticipate in credito d'imposta) che risulta necessaria alla chiusura dell’operazione Mps. Vi è poi il rifinanziamento del Fondo di garanzia Pmi e il tetto per la compensazione dei crediti fiscali a 2 milioni di euro.
Tra le novità per le imprese infine un’agevolazione in forma di esonero contributivo per chi assume lavoratori provenienti da imprese in crisi e un Fondo per la transizione ecologica dei settori industriali più direttamente coinvolti nel processo di decarbonizzazione.
Franco Metta