Prosegue nel governo il confronto sul taglio delle tasse e la maggioranza è divisa su riduzione di Irpef e Irap. A provare a sciogliere il nodo sarà il ministro dell’Economia e delle finanze Daniele Franco che ha convocato questo pomeriggio al Mef le forze politiche.
Intanto venerdì scorso in Senato, dove si sta discutendo la manovra, si è accesa la battaglia del 110%. Al centro ovviamente la nuova disciplina e il relativo decreto legge antifrodi che prevede dei tetti massimi per i bonus edilizi, la cui decorrenza non è ancora stata decisa. Questo avverrà presumibilmente con apposito decreto ministeriale del MiTE e il timore espresso dal Servizio bilancio del Senato è che “possa generare incertezze e conseguenze applicative suscettibili di dar luogo a contenziosi nei confronti dell’Amministrazione finanziaria, in ordine alla misura della spettanza del beneficio”.
La proposta formulata è quella di applicare i nuovi valori massimi ai soli interventi che saranno avviati dopo l’adozione del decreto, tenendo conto della data di rilascio dei titoli abilitanti l’intervento o altri paramenti che possano “dare certezza ai contribuenti in ordine al quadro giuridico applicabile al momento dell’avvio dei lavori o degli interventi”.
Dello stesso avviso è Gabriele Bua, presidente dell’Ance, l’associazione dei costruttori edili. Se da un lato è stata accolta favorevolmente la decisione di estendere i prezzari a tutti i bonus edilizi, dall’altro – precisa Buia - “occorre rivedere le modalità di entrata in vigore della norma perché così come è pensata rischia di causare rallentamenti o blocchi delle operazioni”. In particolare, “è necessario che la norma non sia retroattiva, e che la decorrenza delle disposizioni sia relativa ai lavori avviati dopo il 12 novembre”.
Nel corso dell’audizione Buia ha indicato anche una serie di modifiche che riguardano le proroghe al Superbonus. “La maggioranza – ha detto – deve decidere se credere in questa misura o no. Tenerla con una formula deponteziata non ha senso”.
Franco Metta