Mantenere stabili nel tempo i requisiti di sicurezza delle attrezzature, degli impianti e degli ambienti di lavoro è fondamentale per garantire la salute dei lavoratori e la competitività dell’azienda, ma può diventare un rischio per chi deve materialmente svolgere l’attività. Secondo dati elaborati dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), gli infortuni che si verificano durante gli interventi di manutenzione sono compresi tra il 15% e il 20% del totale, mentre tra gli infortuni mortali quelli relativi ad attività di manutenzione si attestano tra il 10% e il 15%. Una nuova pubblicazione realizzata da ricercatori del Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit) dell’Inail, approfondisce alcuni aspetti legati a questo tema, compreso il rischio da interferenze.
Gli operatori esposti a pericoli specifici. Le attività di manutenzione si dividono in due categorie: sono dette “correttive”, quando si tratta di riparare un guasto, e “preventive”, quando consistono in interventi pianificati per ridurre la probabilità che un guasto si verifichi. Gli operatori possono essere lavoratori edili, meccanici, elettricisti o ingegneri e sono sottoposti a rischi diversi a seconda dei pericoli propri dell’attività manutentiva svolta. A partire dai pericoli fisici, dovuti all’esposizione a rumore o altre condizioni estreme, e da quelli ergonomici, legati a procedure complicate da svolgere in condizioni non ideali, per proseguire con quelli chimici, connessi alla presenza di sostanze chimiche, fibre di asbesto o fumi di saldatura, quelli biologici, come la possibilità di contrarre alcune malattie, e quelli psicosociali, conseguenze di una scarsa organizzazione del lavoro.
Le attività dovrebbero essere parte integrante del sistema di gestione. Pianificare la manutenzione è fondamentale per ridurre al minimo i rischi per gli addetti, per gli altri lavoratori e per il pubblico. Per questo le attività di manutenzione dovrebbero essere parte integrante del sistema di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (Sgsl) di un’azienda. Quando nuove procedure di lavoro o nuovi rischi sono introdotti, il datore di lavoro ha il dovere di integrare il documento di valutazione del rischio e ciò vale anche per le attività di manutenzione. Il Sgsl consente la pianificazione delle prestazioni e il controllo e il miglioramento delle attività di manutenzione preventiva e correttiva. All’interno del sistema sono definite le procedure di lavoro sicure, le procedure di lavoro per i diversi compiti, le strutture di comunicazione e le procedure di valutazione del rischio. Considerare la manutenzione anche durante la fase di progettazione di un’attività, comunque, è uno dei modi migliori per prevenire e controllare le situazioni di pericolo.
Politiche e metodi analitici di pianificazione. Dopo la disamina delle prescrizioni normative e delle regole da utilizzare per svolgere le attività di manutenzione di attrezzature di lavoro, dispositivi di protezione individuale e impianti, nel testo sono illustrati, in modo non esaustivo, politiche e metodi analitici per la pianificazione della manutenzione. Il volume si chiude con l’analisi degli aspetti connessi all’esternalizzazione dei lavori.
In allegato la pubblicazione
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