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Manutenzione stradale e grandi opere: le risposte del MIT a FINCO

La Ministra De Micheli ha illustrato gli orientamenti del governo e le risorse a disposizione per la manutenzione stradale e il rischio sismico all’interno del PNRR

martedì 26 gennaio 2021 - Redazione Build News

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Riportare il tema della manutenzione delle strade a livello centrale, superando il “federalismo stradale”; investire di più nella diagnostica e nella riqualificazione del costruito, specialmente per contrastare il rischio sismico; ampliare il novero delle grandi opere da commissariare: queste, in sintesi, le proposte portate da FINCO al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nel corso dell’audizione che si è svolta lo scorso 22 gennaio, insieme ad ANAS, RFI e alle principali Confederazioni e Associazioni, in merito alla parte del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) che rientra nelle competenze del dicastero guidato dall’on. Paola De Micheli.

Circa la metà dei 22 mila centri storici italiani si trova collocata nelle aree a più alto rischio sismico, rendendo necessari interventi sistematici di prevenzione sugli edifici più vecchi — ha ricordato la Presidente FINCO Carla Tomasi. Rispetto alla ricostruzione successiva, la prevenzione consente un risparmio stimabile tra il 40 e il 50%, senza contare la necessità di evitare vittime, feriti e sfollati in caso di sisma.

Su questo fronte, la Ministra De Micheli ha ricordato che le risorse del Recovery Fund non possono essere utilizzate per finanziare un piano di manutenzione: “Tuttavia – ha aggiunto – avendo messo in norma le nuove linee guida sui ponti e sulle gallerie approvate con il Decreto Semplificazioni, abbiamo utilizzato una parte delle risorse del Recovery per spingere anche sul monitoraggio di queste opere, che si accompagna all’implementazione della banca dati in uso al Ministero, il cosiddetto Archivio delle Infrastrutture.”

L’on. Paola De Micheli e la Presidente FINCO Carla Tomasi

Più risorse ad Anas per la manutenzione stradale

A parere di FINCO bisognerebbe ripensare tutto il Titolo V della Costituzione con riferimento alla manutenzione, che deve avere un “governo” centrale ed essere riconducibile a precise responsabilità, e dedicare la maggior parte delle risorse dovrebbe alla viabilità locale, che al momento fa affidamento unicamente sui proventi contravvenzionali, del tutto insufficienti agli effettivi fabbisogni. “Sulle strade nazionali abbiamo un piano molto corposo per i prossimi anni”, ha risposto De Micheli. “Abbiamo chiesto più risorse e più personale per Anas proprio per portare la manutenzione a 1,4 o 1,5 miliardi all’anno. In questo momento c’è una carenza di risorse e soprattutto di personale per poter seguire anche quantitativamente a un numero di cantieri di questo tipo.”

Le strade comunali non hanno finanziamenti nazionali, a parte il fondo di 440 milioni all’anno presso il Ministero dell’Interno, che però è “a chiamata” sui singoli progetti. Per quanto riguarda le strade provinciali, invece, già l’anno scorso abbiamo ripartito un miliardo e 290 milioni, mentre quest’anno abbiamo già disponibile un miliardo e 50 milioni che dovrebbero essere incrementati con ulteriori cento milioni nel prossimo Decreto Ristori.

Per quanto riguarda il rischio sismico, De Micheli ha ricordato in particolare le risorse a disposizione del Dipartimento Casa Italia (4 miliardi e 730 milioni) per le aree ad alto rischio sismico.

Le grandi opere da commissariare

Perché, nell’elenco di opere prioritarie recentemente commissariate dal Governo in modo da accelerarne la realizzazione, non sono state incluse anche l’Alta velocità Torino-Lione, la Pedemontana Lombarda, la Gronda di Genova e il Passante ferroviario di Firenze? Le prime due, ha spiegato De Micheli, non potevano essere commissariate: la prima perché è una commissione privata, l’altra perché il committente non è il governo ma Regione Lombardia.

Per quanto riguarda la TAV Torino-Lione, non abbiamo provveduto al commissariamento ma abbiamo nominato il Presidente dell’osservatorio, che ha poteri leggermente diversi da quelli del commissario, ma che comunque ha poteri a nostro avviso sufficienti per completare l’attività di monitoraggio e finanziamento delle opere di compensazione territoriale previste. Per quanto riguarda infine il Passante di Firenze, RFI sta sbloccando l’opera, perché ha fatto un’operazione aziendale importante sulla stazione Foster. I tempi sono maturi per aprire il cantiere nuovamente, ma ci sono ancora questioni irrisolte dal punto di vista politico.

Leggi anche: L’accordo Mit-Sindacati per accelerare i cantieri si applica anche alle opere del Recovery Plan


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