“La mappatura dei siti d'amianto, aggiornata al novembre 2015, fa rilevare oltre 44 mila siti. Questi dati sono stati utilizzati per verificare la quantità totale di amianto friabile o compatto, e per stimare il relativo fabbisogno economico per gli interventi di bonifica. Attraverso questa mappatura, è stato possibile individuare la presenza di amianto in categoria di rischio elevata (1 e 2), negli istituti scolastici e negli edifici pubblici in generale”.
Lo ha detto la sottosegretaria di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, rispondendo oggi in Aula alla Camera a una interrogazione presentata da Patrizia Terzoni del Movimento 5 Stelle, concernente iniziative volte al completamento e all'aggiornamento dei dati necessari per il piano nazionale amianto, nonché all'avvio delle relative bonifiche.
LA MAPPATURA. Velo ha ricordato che “il DM n. 101 del 2003, concernente «Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate alla presenza di amianto, ai sensi dell'articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93», ha fissato regole per la realizzazione della mappatura suddetta. Tale decreto prevede che le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano effettuino una mappatura dell'amianto sul proprio territorio, individuando, in una prima fase, i siti con amianto, e, in una seconda fase, i siti maggiormente a rischio”.
Il Ministero dell'ambiente “è l'Amministrazione competente per la raccolta dati su mappatura di amianto. Si fa presente che, fino al 2010, nell'ambito di un'apposita convenzione con questo Ministero, la raccolta dati è stata curata dall'INAIL e faceva rilevare circa 24 mila siti con presenza di amianto. A partire dal 2014, invece, lo stato delle bonifiche dei siti interessati dalla presenza di amianto e i relativi dati sono stati raccolti, verificati e pubblicati sul sito web www.punto.bonifiche.minambiente.it, sul quale è stata, altresì, pubblicata una mappatura relativa allo stato di aggiornamento delle rilevazioni effettuate, che dà la possibilità a tutti i cittadini di valutare l'azione di monitoraggio che le regioni stanno effettuando”.
16 LE REGIONI CHE HANNO RISPOSTO ALLA RICHIESTA DEL MINISTERO. Il DM n. 101 del 2003 “prevede che le regioni trasmettano i dati sulla presenza di amianto entro il 30 giugno di ogni anno”, ma “allo stato attuale sono sedici le regioni che hanno risposto alla richiesta del Ministero dell'ambiente circa l'aggiornamento dei dati relativi alla mappatura amianto per il consuntivo 2014 e 2015. Permane, infatti, un problema di eterogeneità in ordine alla modalità di rilevamento, anche in presenza delle linee-guida INAIL, nonché in merito alla corretta acquisizione delle informazioni relative alla mappatura”.
I PROGRAMMI DI FINANZIAMENTO PER GLI INTERVENTI DI BONIFICA. Per quanto riguarda i programmi di finanziamento per gli interventi di bonifica, Velo evidenzia che “la legge 23 marzo 2001, n. 93, aveva già previsto uno stanziamento pari a circa 8,9 milioni di euro per la realizzazione di una mappatura completa sul territorio nazionale, nonché per la realizzazione degli interventi di bonifica urgente. Il 50 per cento di detto importo è stato assegnato e già trasferito alle regioni per la realizzazione della mappatura in questione, mentre il restante 50 per cento è stato trasferito ai rispettivi soggetti beneficiari rappresentati da dieci comuni (Ferrandina, Broni, Canolo, Vita, Gibellina, Partanna, Montevago, Santa Margherita di Belice, Melfi e Messina) e dalla regione Toscana per gli interventi di bonifica di particolare urgenza. Relativamente a questi ultimi, il DM n. 101 del 2003 ha individuato e finanziato, nell'ambito del territorio nazionale e sulla scorta dei risultati forniti dalla predetta mappatura, undici aree che rappresentano le maggiori criticità”. In proposito, il sottosegretario segnala che “ad oggi, il Ministero dell'ambiente è impegnato nell'attività di monitoraggio al fine di verificare lo stato di avanzamento degli interventi di bonifica di particolare urgenza. Tali interventi risultano tutti conclusi, ad eccezione dei comuni di Broni, Ferrandina, Messina e Montevago, che sono attualmente in corso di realizzazione”.
LEGGE DI STABILITÀ 2015. Per quanto riguarda gli interventi di bonifica dei cosiddetti SIN (Siti di interesse nazionale) contaminati da amianto, Velo ha sottolineato che “la legge di stabilità 2015 ha previsto per la prosecuzione delle bonifiche lo stanziamento di 45 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015-2016-2017, di cui 25 milioni annui a favore dei comuni di Casale Monferrato e Napoli. Al fine di dare seguito al sopracitato dispositivo normativo, il Ministero dell'ambiente ha chiesto a regioni o comuni ricadenti nei SIN contaminati di proporre interventi di bonifica da amianto da finanziare a valere sulle risorse in oggetto. Ad oggi, ad eccezione del comune di Casale Monferrato, si fa presente che nessuno dei soggetti beneficiari ha presentato la documentazione sopracitata per procedere all'erogazione delle risorse”.
CREDITO D'IMPOSTA PER LE IMPRESE, IN CORSO L'ITER DEL DECRETO. Velo ha inoltre rappresentato che “il cosiddetto collegato ambientale attribuisce, nel limite di spesa di 5,667 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017-2018-2019, alle imprese che effettuino nell'anno 2016 interventi di bonifica da amianto su beni e strutture produttive un credito di imposta nella misura del 50 per cento delle spese sostenute per i predetti interventi. Le disposizioni per l'attuazione della citata norma sono adottate con apposito decreto del Ministero dell'ambiente, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, il cui iter procedurale è in corso”.
FONDO PER LA PROGETTAZIONE DEGLI INTERVENTI. Il collegato ambientale “prevede, inoltre, l'istituzione, presso il Ministero dell'ambiente, del Fondo per la progettazione preliminare e definitiva degli interventi di bonifica di beni contaminati da amianto, con una dotazione finanziaria di 5,536 milioni di euro per l'anno 2016 e 6,18 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018. Il funzionamento del Fondo sarà disciplinato con apposito decreto del Ministero, che individuerà anche i criteri di priorità per la selezione dei progetti da ammettere a finanziamento”.
TAVOLO DI COORDINAMENTO INTERISTITUZIONALE. Il sottosegretario ha poi ricordato che “lo scorso 5 maggio è stato esaminato ed adottato in Conferenza unificata l'accordo tra Governo, regioni e province autonome di Trento e Bolzano per l'istituzione, presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, di un tavolo di coordinamento interistituzionale concernente la gestione delle problematiche relative all'amianto. Tale tavolo, tra i vari compiti, in particolare, sarà chiamato ad individuare le misure, gli interventi e i programmi del Piano nazionale amianto che comportano nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio dello Stato, al fine di richiedere adeguate coperture finanziare, nonché l'eventuale aggiornamento del Piano amianto anche attraverso la revisione di piani di azione biennale per la realizzazione di misure ritenute prioritarie”.
AREA WEB AD HOC SUL SITO DEL MINISTERO. Inoltre “viene valutata positivamente la proposta di predisporre un'apposita area web sul sito ministeriale dove i cittadini possano raccogliere informazioni specifiche circa le modalità corrette di gestione dei beni contenenti amianto e, al contempo, segnalare eventuali illeciti riscontrati sul proprio territorio. A tale scopo, ferme restando le competenze delle altre amministrazioni, sarà cura del Ministero dell'ambiente, per il tramite delle competenti direzioni generali, valutare sotto il profilo tecnico la realizzazione della suddetta area web, ovvero l'implementazione di quelle già esistenti”.