Portare la quota regionale di energia rinnovabile sul totale dei consumi al 25,3 per cento entro il 2020, attraverso una pianificazione energetica regionale in sintonia con la strategia europea in materia di clima ed energia, promuovendo le fonti rinnovabili e l’efficienza energetica.
È questo l'obiettivo del nuovo Piano energetico ambientale regionale (Pear) delle Marche approvato dalla Giunta regionale.
Ora si apre la fase di consultazione relativa alla valutazione ambientale strategica, che si concluderà entro 60 giorni dalla pubblicazione sul Bur, prevista entro i prossimi giorni. Chiusa questa fase e sulla base delle risultanze emerse, il Piano verrà nuovamente adottato dalla Giunta regionale e trasmesso all’Assemblea legislativa per la sua approvazione definitiva.
Gli ambiti di intervento individuati dal nuovo Pear sono tre – spiega l’assessore regionale ad Ambiente ed Energia, Angelo Sciapichetti - energia elettrica da fonte rinnovabile, energia termica da fonte rinnovabile, consumi finali di energia. Per raggiungere l’ambizioso obiettivo posto dall’Unione europea entro il 2020 l’intervento della Regione dovrà, comunque, orientarsi in prevalenza all’incremento della produzione di energia termica da fonti rinnovabili e alla riduzione dei consumi finali. Per quanto riguarda, infatti, l’energia elettrica le fonti che richiederanno maggior sostegno a livello regionale si limitano, in ordine di priorità, a fotovoltaico e biomasse. In particolare, fotovoltaico integrato agli edifici e a copertura dei parcheggi, piccoli impianti di pirogassificazione e a biogas a servizio dell’attività agricola e per il recupero di energia dalla frazione organica dei rifiuti urbani, dal verde, dai fanghi di depurazione. La crescita delle fonti eolica e idroelettrica sarà infatti maggiormente legata alla politica di incentivazione nazionale. Il mix di energie rinnovabili che proponiamo per il settore termico, invece, attribuisce maggior peso alle biomasse, in prevalenza biomasse di tipo residuale, come i residui di origine forestale e agricola, da manutenzione fluviale, legna spiaggiata, ecc. Spazio poi al biometano, alle pompe di calore e in misura minore al solare termico, individuando, in ordine di priorità e come settori di maggior sviluppo il domestico, il terziario e l’industriale. La strategia proposta dal Piano per la riduzione dei consumi finali, poi, prevede interventi sui consumi dell’edilizia, in prevalenza nei settori terziario e domestico, sull’illuminazione pubblica, sui consumi dei settori trasporti, industriale e agricolo. Infine la proposta individua come strategiche le infrastrutture di trasporto e di distribuzione dell’energia elettrica. L’obiettivo è quello di potenziare, innovare e rendere più efficiente la rete e migliorare la qualità del servizio fornito al territorio e alle imprese. Per garantire il massimo coinvolgimento a tutti i potenziali interessati, prima della definitiva approvazione da parte della Giunta, anche se non obbligatoria, riattiveremo la fase di consultazione con le associazioni di categoria, ambientali e con le rappresentanze delle autonomie locali.
L’elaborazione della proposta di Piano è stata avviata lo scorso anno, con la predisposizione del rapporto di Valutazione ambientale strategica preliminare e l’apertura della campagna di ascolto con associazioni di categoria, ordini professionali, associazioni ambientaliste, Anci, Upi e Ancem, al fine di garantire, fin dalle prime fasi di elaborazione, la massima partecipazione e condivisione delle scelte strategiche in materia.
Il Piano dovrà essere approvato dall’Assemblea legislativa entro il 2016 per poter fruire dei fondi strutturali 2014/2020 previsti dal Piano operativo del Fondo europeo di sviluppo regionale e dal Programma di sviluppo rurale per il settore energia.