Marco Nocivelli (nella foto) è stato eletto come nuovo presidente di ANIMA Confindustria Meccanica. Sono stati nominati anche i quattro vicepresidenti che andranno a completare la struttura del Comitato di Presidenza. La nomina ha una durata di quattro anni.
Bruno Fierro ha la delega all’internazionalizzazione, Alberto Montanini alla politica industriale, Pietro Almici seguirà l’organizzazione e lo sviluppo associativo mentre Roberto Saccone con delega alle relazioni esterne e il centro studi.
Vogliamo sostenere l’attività di tutela e promozione dei nostri settori. - afferma il neopresidente ANIMA Marco Nocivelli – Continueremo a realizzare iniziative per diffondere la conoscenza di quello che facciamo e le esigenze dei nostri settori incrementando anche la nostra presenza a Roma e Bruxelles. Partendo dal successo di Industry 4.0 abbiamo alcuni obiettivi urgenti da raggiungere entro il 2030 per supportare efficacemente un mondo industriale che mai come in questi anni sta cambiando tutti i suoi parametri acquisiti, compresi ed interiorizzati negli ultimi 40 anni. In particolare, parliamo della spinta al rinnovamento dei sistemi infrastrutturali, di tutti i generi, che devono diventare più efficienti, meno inquinanti e più produttivi.
Marco Nocivelli inizia la sua carriera in Accenture. Dopo un’esperienza in Francia, entra nel 2000 nell’Azienda di famiglia come amministratore delegato di Costan, brand di Epta, gruppo multinazionale specializzato nella refrigerazione commerciale. Successivamente, ricopre ruoli strategici per l’internazionalizzazione del Gruppo Epta, di cui è oggi presidente e amministratore delegato. Marco Nocivelli è stato Presidente di Assofoodtec e vicepresidente di ANIMA con delega ai rapporti economici.
Per quanto riguarda la squadra dei vicepresidenti che costituiscono il Consiglio di Presidenza nel prossimo biennio, la scelta è stata fatta coerentemente con il programma di lavoro presentato e la conoscenza dell’attività svolta da ANIMA.
A Pietro Almici, oltre all’attività di sviluppo associativo, svolta fino ad ora, verrà affidato anche il compito di garantire il controllo dell’andamento economico della federazione e delle società controllate e gestire anche i rapporti con le associazioni all’interno della federazione per assicurare un adeguato equilibrio tra di esse, il rispetto delle regole e la salvaguardia del patrimonio comune e delle singole associazioni.
Bruno Fierro proviene da un biennio di presidenza di UCC, l’Unione dei costruttori di caldareria. Alberto Montanini ha ricoperto l’incarico di presidente di ASSOTERMICA, l’associazione dei produttori di apparecchi e componenti per impianti termici. Pietro Almici è il presidente uscente di AISEM, l’associazione italiana sistemi di sollevamento, elevazione e movimentazione. Roberto Saccone ha invece ricoperto l’incarico di presidente di ASSOCLIMA, l’associazione dei costruttori di sistemi di climatizzazione.
Entrando nel merito delle singole deleghe, a Bruno Fierro spetterà il compito di consolidare i rapporti con l’ICE e il ministero dello Sviluppo economico per fare in modo che i settori rappresentati da ANIMA diventino un punto di riferimento fondamentale all’interno del governo impegnato a sviluppare le politiche di economia estera. Inoltre, dovrà sviluppare iniziative in paesi di interesse e garantire la presenza della federazione alle fiere di riferimento.
A Alberto Montanini spetterà il compito di accreditare la federazione e le sue associazioni a livello politico sia nazionale che europeo coordinando le esigenze di tutti i settori rappresentati di ANIMA. All’interno di questa delega sono comprese tutte le tematiche di nostro interesse, quali l’energia, Industria 4.0 e tutte le attività correlate, la sicurezza, l’ambiente.
Infine, Roberto Saccone avrà il compito di approfondire la conoscenza dei settori rappresentati per supportare le attività di tutela e promozione e diffondere la conoscenza dei comparti di ANIMA attraverso la realizzazione di eventi mirati con il coinvolgimento del mondo accademico che accrediti il valore degli studi di settori realizzati. Dovrà inoltre sviluppare i rapporti con le associazioni territoriali e Confindustria per fare conoscere il sistema ANIMA sul territorio.
IL 2018 E IL 2019 DELL’INDUSTRIA MECCANICA ITALIANA. L’industria meccanica italiana gode di buona salute. L’indicatore più eclatante sono gli investimenti, cresciuti nel 2018 del +6,9%. Investimenti che nell’anno in corso si prevede continuino ad aumentare del +2,1%. È quanto emerge dai dati di preconsuntivo 2018 e previsioni 2019 elaborati dall’Ufficio studi Anima.
Anche l’export, seppur in misura ridotta, continua la sua corsa: nel 2018 si è raggiunta la quota dei 28,2 miliardi di euro (pari al + 2,3% rispetto al 2017). Un trend che trova conferma nelle previsioni 2019 (+1,3%). La quota export, quindi, nel 2019 sale a 58,3%: le aziende della meccanica italiana esportano più della metà di quel che producono.
Bene la produzione che mantiene l’andamento positivo degli ultimi anni: rispetto ai 12 mesi precedenti, nel 2018 si è prodotta tecnologia meccanica per un totale di 48,5 miliardi di euro. Una cifra che è pari a un incremento del +2,4% rispetto al 2017. Nel 2019 si supererà la soglia dei 49 miliardi di euro con un aumento del +1,1%. La crescita sarà comunque più contenuta rispetto all’anno scorso.
Si tratta per l’indice di produzione 2018 di un traguardo vicino ai massimi registrati dalla meccanica italiana che nella sua storia di rilevazione statistica aveva raggiunto cifre simili solo nel 2007 e nel 2008. Una spinta propulsiva è stata sicuramente offerta dal Piano Impresa 4.0 e confermato in parte quest’anno. Il 2018 ha visto il completamento di investimenti pianificati a fine 2017 e a inizio 2018. Nella seconda parte dell’anno, però, si è riscontrata tra le imprese molta cautela. Il trend positivo tiene nei numeri previsionali, ma preoccupa l'evolversi della situazione congiunturale anche a livello mondiale e soprattutto europeo.
La sfida ora non è solo quella di mantenere i buoni risultati raggiunti, ma di comprendere come sia possibile trasmettere il cambio di mentalità del 4.0 a tutta la filiera. Questa è una scommessa importante per l’industria italiana che ha bisogno di trainare verso un sempre maggiore sviluppo tutti i suoi fornitori fino ai clienti. Una rivoluzione perché sia tale non è mai solo di un singolo, è sempre una rivoluzione di sistema.