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Mascherine generiche: UNI e Politecnico di Torino insieme per la definizione dei requisiti di sicurezza e qualità

Partono i lavori per la definizione della prassi di riferimento (UNI/PdR) che fornirà le linee guida su requisiti, metodi di prova e valutazione di conformità delle mascherine “generiche”, di comunità

lunedì 11 maggio 2020 - Redazione Build News

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Iniziano oggi, con la riunione di insediamento del “Tavolo” costituito da esperti dell’UNI e del Politecnico di Torino, i lavori per la definizione della prassi di riferimento (UNI/PdR) che fornirà le linee guida su requisiti, metodi di prova e valutazione di conformità delle mascherine “generiche”, di comunità.

Si sta parlando di tutte quelle mascherine - monouso o lavabili, anche autoprodotte - che ora, e nei prossimi mesi nella cosiddetta fase due di convivenza con il virus, milioni di italiani saranno obbligati ad indossare: sono protezioni individuali che però non hanno alcuna prestazione tecnica garantita e non vi sono riferimenti normativi che ne identificano requisiti e caratteristiche.

Ad eccezione delle categorie di lavoratori che hanno bisogno di dispositivi medici o di protezione individuale, i cittadini potranno utilizzare le mascherine di comunità, così come indicato nel DPCM del 26 aprile 2020, considerate una misura indispensabile per contenere la diffusione del COVID-19, pur non avendo le caratteristiche di dispositivo medico UNI EN 14683 “maschere facciali ad uso medico” né di dispositivo di protezione individuale UNI EN 149 “semimaschere filtranti”.

Al momento però vi è una sorta di vuoto di regolamentazione, che coinvolge sia le imprese italiane, che per rispondere alla crescente domanda di mascherine hanno convertito la propria produzione per realizzarle, e sia le importazioni dall’estero.

Obiettivo di UNI e dell’Ateneo torinese è definire i requisiti prestazionali di questa tipologia di mascherine, metodi di prova e di valutazione della conformità e quindi facilitare una scelta di acquisto consapevole e responsabile da parte dei cittadini, garantendo così le prestazioni di un prodotto che accompagnerà la ripresa e la vita quotidiana di tutti per molto tempo.

“Potrebbero servirne un miliardo al mese dicono gli esperti” - ricorda il presidente UNI Piero Torretta - Le mascherine di comunità, monouso o lavabili, secondo il DPCM del 26 aprile 2020 possono essere anche autoprodotte, ma devono garantire adeguata barriera e assicurare confort, respirabilità, aderenza adeguata. L’avvio dei lavori con il Politecnico di Torino per una Prassi di Riferimento sulle mascherine di comunità, ha lo scopo di fornire linee guida sui requisiti che soddisfino le indicazioni del Decreto Cura Italia e offrire, con spirito di servizio, ai produttori e alle persone che le utilizzeranno, riferimenti certi par garantire la conformità alle finalità di tutela della salute a cui le mascherine di comunità sono indirizzate”.

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