Tecnologie innovative

Mattoni intelligenti per produrre energia

Grazie a un biofilm con celle a combustibile microbico i mattoni sono in grado di rispondere all’ambiente interno ed esterno con la produzione di energia, acqua filtrata e aria purificata

martedì 20 settembre 2016 - Erika Seghetti

mattoni intelligenti

Il futuro delle costruzioni è nella parola ‘smart’. Un ulteriore tassello in tal senso arriva da un progetto di ricerca, finanziato nell ’ambito del programma di ricerca e innovazione dell’Unione Europea “Horizon 2020″, e coordinato dalla professoressa di Architettura Sperimentale presso la Newcastle University, nel Regno Unito, Rachel Armstrong, professoressa di Architettura Sperimentale presso la Newcastle University, sviluppato in collaborazione con la UWE Bristol (University of the West of England), l’Università di Trento, lo Spanish National Research Council, il Liquifer Systems Group di Vienna e Explora.

Mattoni intelligenti che producono energia e depurano le acque reflue

Armstrong ha dato vita al progetto LiAr (Living Architecture), che mette insieme bio-architettura, informatica e ingegneria. Il risultato è un mattone in grado di generare energia elettrica, depurare le acque reflue e produrre fosfato.

Celle a combustibile microbico

L’innovazione risiede in un particolare biofilm di cui i mattoni sono rivestiti, all’interno del quale sono state inserite delle celle a combustibile microbico con microrganismi sintetici sviluppati dai ricercatori della UWE Bristol. Questi mattoni si ‘nutrono’ di sole, aria e acque reflue, e creano un sistema simile a un “bioreattore”. I mattoni contengono diverse camere: ciascuna processa rifiuti organici per scopi diversi, ma nel complesso collegati, come una sorta di sistema digestivo per la casa e l’ufficio.

Pareti ‘smart’ controllate digitalmente

La novità più grande sta ad ogni modo nel fatto che queste “mura viventi” possano essere controllate digitalmente. Le cellule che compongono la pareti sono infatti in grado di percepire l'ambiente esterno e interno - compresi i comportamenti degli occupanti- e di reagire di conseguenza. A seconda di come sono "programmate", le pareti composte di bioreattori hanno la capacità di riconoscere degli input, come ad esempio la presenza di acque reflue, anidride carbonica, luce del sole, alghe e batteri e di produrre conseguentemente energia, ossigeno, acqua filtrata.
?"Le tecnologie che stiamo sviluppando mirano a trasformare i luoghi in cui viviamo e lavoriamo in un sistema vivente in grado di rispondere alle condizioni interne ed esterne dell'edificio", spiega Andrew Adamatzky, a capo del team di ricerca della UWE Bristol. "Ogni mattone intelligente è un piccolo computer.”

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