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Meccanica italiana, non basta l’export a doppia cifra, ora la politica faccia la sua parte

Significativo aumento delle esportazioni per uno dei comparti di eccellenza per il Made in Italy. Spicca l’aumento verso gli Usa del 27,5% per 4 miliardi di euro. Secondo Anima però scarseggiano segnali incoraggianti nel portare avanti misure a sostegno delle imprese

martedì 16 maggio 2023 - Franco Metta

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Tante possono essere le ragioni, come per esempio il cambio euro/dollaro favorevole. Ma una cosa è certa. La meccanica italiana, un comparto di eccellenza per il Made in Italy ha vissuto un 2022 sugli scudi, soprattutto per quanto riguarda le esportazioni cresciute complessivamente dell’11%. Il dato che balza agli occhi è però quello specifico degli Stati Uniti. Solo lì l’incremento registrato è stato pari al 27,5% per un valore complessivo di 4 miliardi di euro, sui 34,9 miliardi complessivi.

Sono questi i dati presentati da Anima, la principale associazione di categoria, in occasione dell’Assemblea pubblica “Condividere le esperienze per crescere. Competitivi nel cambiamento”.

L'export italiano

La prima destinazione dell’industria meccanica italiana rappresentata da Anima è l’area UE27, che rappresenta il 45,7% del valore totale. Seguono i paesi europei non appartenenti all’UE (13,6%) e l’America settentrionale (13,1%). In testa alla classifica dei singoli paesi di destinazione si collocano gli Stati Uniti con 4 miliardi di euro (+27,5%), seguiti da Germania con 3,6 miliardi di euro (+14,8%) e Francia con 3,3 miliardi di euro (+11,1%). Da segnalare il calo della Cina (-25%) e l’impennata della Turchia (+41%). Mentre Spagna, Austria e Paesi Bassi si attestano ognuno sul +20% si rileva solo in leggero calo la Russia (-2,9%), con UK ancora in territorio positivo (+3,7%).

Al di là dei dati rassicuranti il comparto della meccanica guarda avanti con un orizzonte temporale medio lungo perché ci sono comunque da affrontare le difficoltà del mercato interno per la produzione.

Il peso della meccanica nell'economia italiana

"Il successo sul fronte delle esportazioni è motivo di orgoglio - commenta il presidente di Anima Confindustria, Marco Nocivelli - e deve stimolare le forze politiche a tutelare e valorizzare il nostro comparto, che rappresenta una parte così importante dell’economia italiana. Le imprese del manifatturiero italiano sono all’avanguardia e rappresentano delle eccellenze in ottica di sviluppo tecnologico e sostenibile, ma il rischio è che le aziende medio-piccole restino indietro, se non adeguatamente supportate. Per questo è fondamentale che lo Stato porti avanti un piano solido di misure a tutela delle imprese, per aiutare tutti i player del settore a raggiungere quell’evoluzione tecnologica e quella digitalizzazione che sono fondamentali per mantenere l’alta competitività sui mercati esteri. Negli anni Anima ha contribuito ai tavoli istituzionali per realizzare il piano Industria 4.0, e attraverso le varie fasi di trasformazione delle misure che oggi sono ascrivibili a Transizione 4.0. Ma da parte dello stesso mondo politico, scarseggiano segnali incoraggianti nel portare avanti le misure a sostegno delle imprese. Per questo è importante ora più che mai fare sentire la nostra voce".

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