Fisco

Mercato dei contratti pubblici, i dati del rapporto Anac sul 1° quadrimestre 2021

Rispetto al quadrimestre settembre-dicembre 2020, si rileva un incremento delle forniture nei settori “ordinari” di circa 9,9 mld (47%), una diminuzione per la componente dei lavori “ordinari” di circa 5,3 mld (41%) e una diminuzione per la componente dei lavori “speciali” di circa 9,7 mld (77%)

lunedì 27 settembre 2021 - Redazione Build News

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L'Autorità nazionale anticorruzione ha pubblicato il rapporto sui contratti pubblici del primo quadrimestre 2021, redatto sulla base dei dati contenuti nella Banca Unica Nazionale aggiornati alla fine del mese di agosto 2021.

I dati fanno riferimento alle procedure di affidamento perfezionate (superiori a 40.000 euro), per cui è stato pubblicato un bando o è stata manifestata la volontà di affidare l’appalto.

Il 1° quadrimestre del 2021 è caratterizzato da una significativa predominanza delle forniture dei settori ordinari che rappresentano poco meno della metà (44,5%) dei quasi 66 miliardi complessivi. In termini di numeri le forniture rappresentano invece un terzo del totale; da ciò discende un importo medio di tali bandi molto superiore a quelli rilevati nello stesso settore ordinario per le altre tipologie di servizio. Rilevanti anche i bandi di Servizi – sempre nel settore ordinario - che con circa 18 miliardi rappresentano oltre un quarto dell’intero mercato. Nel settore Speciale che complessivamente rappresenta poco meno di 13 miliardi nel quadrimestre, si osserva una minor eterogeneità tra Forniture, Lavori e Servizi.

Rispetto al quadrimestre settembre-dicembre 2020, si rileva un incremento delle forniture nei settori “ordinari” di circa 9,9 mld di euro pari a circa il 47%, una diminuzione per la componente dei lavori “ordinari” di circa 5,3 mld di euro pari al circa il 41% e una diminuzione per la componente dei lavori “speciali” di circa 9,7 mld di euro pari a circa il 77%.

In particolare, l’incremento delle forniture nei settori ordinari è dovuto soprattutto all’aumento cospicuo di appalti relativi a centrali di committenza e al settore sanità. Nel quadrimestre gennaio – aprile 2020 vi è inoltre una diminuzione significativa di appalti e relativi importi dovuta all’emergenza Covid-19. Riduzione ampiamente recuperata negli ultimi due quadrimestri considerati, per volume dei bandi e importo i più rilevanti tra quelli osservati dal 2018 ad oggi (poco meno di 70 miliardi di euro). Come già rilevato, la composizione risulta difforme in particolare con riferimento alle forniture che per la prima volta dal 2018, nei settori ordinari sforano quota 30 miliardi.

Rispetto al quadrimestre anno precedente, si registra un incremento delle procedure del 49% in termini di importi, mentre in termini di numerosità un aumento di circa 34%. In particolare, si osserva un rilevante aumento del valore complessivo per le forniture oltre l’85% secondo quanto specificato già nella nota n.2, con particolare riferimento alle forniture dei settori speciali, in cui ben circa 2,4 Mld di euro corrispondono a due appalti significativi nell’ambito del settore dell’energia elettrica.

Rispetto al primo quadrimestre dell’anno precedente si osserva una crescita per tutte le fasce d’importo. In particolare nella fascia di importo “L € 25.000.000” si registra un aumento del 65,6% nei settori ordinari dovuto, in particolare, ad appalti esperiti da centrali di committenza e/o nell’ambito del settore sanità e settore enti locali (quali ad es. i Comuni).

Si registra inoltre un aumento di ben il 92,2% nei settori speciali dovuto, in particolare, da appalti di rilevante entità esperiti nell’ambito dei servizi di interesse generali quali produzione di energia elettrica e/o ferrovie.

L’analisi comparata per procedura di scelta del contraente mostra un significativo incremento, in termini di importo, per le procedure ristrette sia nei settori ordinari sia in quelli speciali, nonché un aumento delle procedure negoziate previa pubblicazione del bando nel settore ordinario. Mentre, in termini di numerosità, si osserva una rilevante crescita sia delle procedure ristrette sia degli affidamenti diretti. Infine, si rileva che, a livello di importo le procedure aperte e ristrette rappresentano ben il 71% circa rispetto al totale degli appalti, mentre le procedure negoziate con o senza previa pubblicazione del bando e agli affidamenti diretti rappresentano circa il 29%. La situazione si capovolge a livello di numerosità delle procedure, dove le procedure aperte e ristrette rappresentano il 29% circa degli appalti, mentre le procedure negoziate con o senza previa pubblicazione del bando e agli affidamenti diretti il 71% circa.

FOCUS SUI COMUNI CON PIÙ DI 15.000 ABITANTI. Il rapporto contiene anche un approfondimento sugli appalti esperiti dai 745 Comuni con una popolazione di oltre 15.000 abitanti, focus scelto per il dettaglio territoriale suscettibile di analisi e per via della significatività di tali enti, assai vicini ai cittadini e responsabili di una parte importante della spesa pubblica per appalti nel nostro Paese, soprattutto nei lavori e nei servizi. Complessivamente, nel quadrimestre gennaio-aprile 2021, i 745 Comuni hanno espletato quasi 6.000 procedure di affidamento per un valore di circa 7 miliardi di euro. Mentre il peso del numero degli appalti è distribuito in modo non particolarmente anomalo rispetto a quello della popolazione, in termini di importo ben il 43,4% del valore complessivo è rappresentato da appalti avviati dai Comuni della Lombardia (oltre 3 miliardi di euro), mentre il 16,6% (circa 1,17 miliardi) dai Comuni del Lazio. A tal riguardo occorre specificare che sulla quota rappresentata dai comuni lombardi un peso rilevante è costituito da un affidamento, da parte del Comune di Milano, del servizio di gestione rifiuti urbani con ridotto impatto ambientale, di valore pari a circa 2,4 miliardi di euro; sulla quota rappresentata dai comuni del Lazio, incidono in modo rilevante le gare espletate da Roma Capitale, complessivamente 1,04 miliardi di euro (di cui, in particolare, circa 710 milioni di euro si riferiscono all’affidamento del servizio di ristorazione scolastica ed oltre 160 milioni ad una gara espletata nell’ambito del settore stradale).

Rispetto al totale delle gare bandite da tutti i Comuni italiani, il numero di procedure avviate dai Comuni con una popolazione superiore ai 15.000 abitanti rappresenta il 39,5% a fronte del 78% in termini di importo.

Dalla distribuzione delle procedure per tipologia di contratto, emerge che i 745 Comuni esaminati hanno espletato appalti soprattutto nel settore dei servizi (58,4%, sebbene su questo settore, come già evidenziato, pesino alcuni rilevanti appalti come quello espletato dal Comune di Milano per il servizio di gestione dei rifiuti, o quello del Comune di Roma, per il servizio di ristorazione scolastica, ed infatti in termini di importo il peso è di ben l’85,26%) e dei lavori (36,4%, 14% circa per importo); il settore delle forniture rappresenta, invece, solo il 5% circa delle procedure e lo 0,8% dell’importo.

Si precisa che la gran parte degli appalti di classe d’importo superiore ai 25 Mln di euro è dovuta ad un rilevante appalto pari a circa 2,4 Mld di euro riguardante una procedura aperta del Comune di Milano relativo ad un affidamento del servizio di gestione dei rifiuti urbani con ridotto impatto ambientale. Se in termini di procedure sono state principalmente utilizzate la procedura negoziata e l’affidamento diretto, in termini di importo, la procedura aperta rappresenta l’83,9% del valore complessivamente affidato, essendo questa utilizzata per gli appalti di maggiore importo, come quella del Comune di Milano.

Il rapporto completo è disponibile in allegato.

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