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Mercato elettrico, i nodi e le proposte per risolverli

Il Coordinamento Free suggerisce l'aggregazione territoriale delle Fer e contratti di compravendita dell’energia a lungo termine

lunedì 26 gennaio 2015 - Redazione Build News

mercatoelettrico_rinnovabili

Aggregazione territoriale delle fonti energetiche rinnovabili e mercato spot affiancato da contratti di compravendita dell’energia a lungo termine.

Sono queste le due principali proposte presentate dal Coordinamento Free nel documento “Per un nuovo mercato elettrico”, illustrato nel corso del convegno “Per un nuovo assetto del mercato elettrico nel quadro della road map europea al 2030”, organizzato dal Coordinamento Free e al quale hanno partecipato Gb Zorzoli, presidente onorario del Coordinamento Free, il viceministro allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti, Guido Bortoni (Autorità energia e gas), Chicco Testa (Assoelettrica), Massimo Beccarello (Confindustria), Stefano Conti (Terna), Carlo Tamburi (Enel), Simone Togni (Anev), Agostino Re Rebaudengo (Assorinnovabili). 

LE PROPOSTE DI FREE. “Alla contraddizione fra contrattazioni sul mercato spot (basate sul costo marginale) e investimenti, come quelli degli impianti elettrici, con lunghi tempi di ritorno, che ha di fatto portato a investimenti delle utility nei soli cicli combinati, si è aggiunta la significativa penetrazione delle rinnovabili, di cui due tecnologie rilevanti, eolico e fotovoltaico, sono a costo marginale pressoché nullo. Per risolvere questi due nodi – ha spiegato Zorzoli - abbiamo fatto questa proposta articolata su due capisaldi: aggregazione territoriale delle Fer, prevista dal recente decreto sull’efficienza energetica, in modo da superare il problema della non programmabilità, mercato spot affiancato da contratti di compravendita dell’energia a lungo termine, rimuovendo alcune prescrizioni che rendono di fatto impraticabile questa soluzione. Con contratti, ad esempio di durata decennale, si renderanno oltre tutto bancabili investimenti che oggi incontrano difficoltà, in quanto la compravendita avviene soltanto sul mercato spot o con contratti bilaterali di durata annuale”.

IL CONCETTO DI “DEMAND RESPONSE”. “Per una nuova visione del mercato elettrico bisogna coinvolgere il lato della domanda, come si fa già negli Usa e in Germania, per esempio. Questo può rappresentare un’opportunità per le rinnovabili non programmabili, per i consumatori e per le nuove aggregazioni”, ha sottolineato Gianni Silvestrini, presidente di Free.

Il documento di Free mette in evidenza che il mercato elettrico a pronti, già in difficoltà per i suoi limiti intrinseci, come ha confermato il caso britannico, è stato messo ulteriormente in crisi dalla recessione economica che ha ridotto la domanda e creato overcapacity, oltre che dall'assenza di una politica energetica organica e di lungo periodo.

NECESSARIO UN MAGGIORE APPORTO DELLE FER ELETTRICHE. Gli obiettivi di contrasto al cambiamento climatico, decisi per il 2030 dal Consiglio europeo, rendono ineludibile un maggiore apporto delle FER elettriche, in base alla thumb rule stimabile vicino al 55% del consumi elettrici lordi; di questo sono ormai convinti i vertici di importanti utility europee, come conferma la recente decisione di E.On di concentrarsi sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica.

CONTRATTAZIONE BILATERALE DI LUNGO PERIODO. Il passaggio alla contrattazione bilaterale di lungo periodo che, almeno nella fase iniziale, richiederà l’attivazione di operatori disponibili a operarvi, non comporta la marginalizzazione del mercato a pronti (MGP), ma un arricchimento delle modalità di compravendita dell’elettricità.

Il Coordinamento Free suggerisce di consentire lo sviluppo di contratti di compravendita a lungo termine (ordine di grandezza: una decina d’anni), che obbligano a offerte che, nel prezzo, includano tutte le voci del costo di produzione; e di sostituire quindi la norma attuale con una che contempli le consuete garanzie commerciali applicate ai contratti di lunga durata.

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