Mercato

Mercato immobiliare, in sofferenza il settore non residenziale

Nel secondo trimestre 2023, le unità compravendute ammontano a 60.056, il 5,2% in meno rispetto all’omologo trimestre dello scorso anno. La flessione osservata colpisce in modo più netto il settore terziario-commerciale (-5,9%)

sabato 16 settembre 2023 - Redazione Build News

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Il mercato non residenziale consolida la sofferenza palesata a partire già dal terzo trimestre 2022: le unità immobiliari compravendute ammontano a 60.056, il 5,2% in meno rispetto all’omologo trimestre dello scorso anno. La flessione osservata colpisce in modo più netto il settore terziario-commerciale (-5,9%), la cui quota di mercato è anche la più significativa, circa il 59% dell’intero comparto. L’andamento degli scambi, illustrato dalla serie del numero indice Ntn destagionalizzato, evidenzia l’inversione di tendenza degli ultimi periodi.

Lo rileva l'Agenzia delle Entrate nelle “Statistiche Trimestrali” relative al secondo trimestre 2023.

Terziario-commerciale

Il settore terziario-commerciale (Tco) subisce una contrazione degli scambi del 5,9%, con valori particolarmente negativi per le aree del Centro (-11,1%), del Nord Est (-9,2%) e del Nord Ovest (5,7%); resistono il Sud, che registra un lieve calo, -0,5%, e le Isole che, pur rallentando rispetto al I trimestre 2023, vedono aumentare le compravendite dell’1,7%.
Il ribasso riguarda in misura maggiore i comuni non capoluogo che segnano un calo del -7% mentre per i comuni capoluogo la flessione è del 2,5%.
Le perdite realizzate nel trimestre sono dovute alla riduzione degli scambi registrate nei mesi di aprile, che ha riportato il risultato peggiore (-13,2%), e maggio (-6,5%) mentre a giugno si osserva una lieve ripresa (+1,5%).

Il report entra anche nel dettaglio delle diverse sotto-destinazioni del settore terziario-commerciale: uffici e studi privati, negozi e laboratori, depositi e autorimesse e, infine, il gruppo composto dalle unità appartenenti alle categorie catastali B/4, D/2, D/5, D/8.
I dati aggregati rilevano che il segmento depositi e autorimesse è l’unico, tra le diverse sotto-destinazioni del settore terziario-commerciale, a registrare una variazione negativa, pari all’11,6%: tuttavia, è sufficiente per compromettere l’andamento dell’intero settore Tco. Da segnalare che tale decremento ha coinvolto tutto il Paese, con tassi piuttosto elevati per le aree del Centro (-12,5%) e del Nord (per entrambe le tipologie di immobili superiori al 15%).
Destino diverso per uffici, negozi e le altre tipologie che aumentano i loro volumi rispettivamente dello 0,4%, del 2,7% e del 7,6%. Nelle grandi città, gli uffici esibiscono un valore pari a -11,1%, discorde da quello nazionale: la riduzione più rilevante in valore assoluto è a Milano, che passa da 305 a 237 Ntn con una variazione del -22% circa.
Con riferimento alle compravendite di negozi, cali a Roma (-3,8%) e Milano (-1,5%) mentre crescono a Torino (+17,1%), Napoli (+10,7%), Palermo (+14,9%) e Bologna (+12,4%).
In merito ai depositi commerciali, si segnala una brusca ricaduta a Roma, poco oltre il -21%, accompagnata da Genova (-22,5%) e Bologna (-17,1%), i cui mercati però sono decisamente più piccoli, e Milano (-8% circa). Infine, gli scambi del gruppo composto dalle unità appartenenti alle categorie catastali B/4, D/2, D/5, D/8 sono numericamente trascurabili.

Settore produttivo

Nel settore produttivo, la flessione dei volumi scambiati, pari al -3,7%, è dovuta al calo delle compravendite di unità immobiliari di questa tipologia nelle aree del Nord, che segnano variazioni attorno al -7 per cento. Il Nord Ovest e il Nord Est, infatti, assorbono circa il 65% di Ntn del settore, ragione per la quale il moderato incremento riscontrato nelle altre aree può soltanto mitigare l’esito finale.
Analogamente a quanto visto per il settore terziario-commerciale, aprile è stato il mese più difficile per gli scambi, -6% rispetto ad aprile 2022; più contenuti i tassi di maggio e giugno, rispettivamente -3,1% e -2,5%. La distribuzione di Ntn per classi di rendita, mostra una concentrazione delle compravendite nella classe 500-5.000 euro di rendita (con un peso del 44,6%) e risultano in aumento del 2,1%, mentre le unità appartenenti alla classe più elevata (oltre 10 mila euro) che rappresentano poco più del 17% degli scambi del settore, hanno subito una variazione negativa del 15,1%, con picchi superiori al -20% al Centro e nel Nord Est.

Settore produttivo agricolo

Il settore agricolo, che comprende gli immobili censiti nella categoria catastale D/10, mostra una contrazione di Ntn prossima al 2%, con una evidente disomogeneità sul territorio nazionale: infatti, al calo osservato nelle aree del Centro (-31,4%) e delle Isole (-7,4%) si contrappone la crescita delle aree del Nord e del Sud.

Altre destinazioni

Infine, le compravendite di unità non residenziali non riconducibili ai precedenti settori, caratterizzate, con un peso del 97% circa, dagli immobili censiti nelle categorie catastali del gruppo F subiscono, nel II trimestre 2023, rispetto al II trimestre 2022, una riduzione del 4,4 per cento.

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