In Italia nel 2014 il mercato secondario delle rinnovabili ha avuto un contro-valore di circa 1,32 miliardi di euro.
Di questo importo, 470 milioni di € sono il controvalore delle transazioni «correnti» (dell’ordine di qualche MW ciascuna) relative al passaggio di proprietà di oltre 212 MW di impianti fotovoltaici; 200 milioni di € sono il controvalore delle transazioni «correnti» relative a 100 MW di impianti eolici passati di mano nel corso del 2014; 650 milioni (stimati) di € legati alla transazione «straordinaria» di un parco da 600 MW di impianti eolici da Edison a F2I.
Le altre fonti rinnovabili (biomasse ed idroelettrico) non hanno segnato transazioni di valore apprezzabile.
A scattare la fotografia del mercato secondario degli impianti Fer è il Renewable Energy Report 2015 dell'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano.
FOTOVOLTAICO. Le transazioni «correnti» del mercato secondario del fotovoltaico nel 2014 sono state 25 (di cui il 64% relative a portafogli sopra i 10 MW) ed hanno interessato 212,7 MW per un totale di 111 impianti.
Il valore delle transazioni è stato pari a 470 mln €, in crescita del 4,6% rispetto all’anno precedente ma ancora distante dai valori registrati nel 2011.
I fondi di investimento negli ultimi 3 anni hanno di fatto quasi triplicato la propria incidenza sul mercato secondario, arrivando a pesare per il 45% del valore complessivamente transato.
EOLICO. Le transazioni «correnti» del mercato secondario dell’eolico nel 2014 hanno interessato circa 100 MW di impianti (tutti di taglia superiore a 1 MW) e con una media di circa 8 MW per ciascuna delle 13 transazioni rilevate, per un valore di circa 200 mln €.
Il mercato secondario «corrente» dell’eolico appare decisamente più circoscritto e legato alla volontà di alcuni operatori italiani di accrescere il proprio parco impianti, con l’intento di ottimizzare e/o internalizzare i servizi di O&M. Complessivamente non si registra una significativa e diffusa propensione alla cessione dei propri impianti.
Tale mercato è caratterizzato da transazioni «straordinarie» che vedono solitamente come attori grandi utilities che vogliono «cartolarizzare» gli investimenti fatti e fondi infrastrutturali interessati a ritorni stabili nel medio lungo termine.
Ne è un esempio la transazione più rilevante del 2014, che ha coinvolto Edison ed F2i, con la cessione da parte della prima del 70% del proprio parco eolico per un valore di circa 450 mln €.
BIOMASSE. Il Rapporto 2015 spiega che il mercato secondario delle biomasse non si è ancora sviluppato a causa di specifiche criticità quali la gestione dell’impianto difficoltosa e continuativa e la difficoltà a garantire la disponibilità nel lungo periodo della materia prima necessaria per le ore di pieno funzionamento.
IDROELETTRICO. Il mercato secondario dell’idroelettrico risente invece di problemi simili a quelli visti per l’eolico, con gli impianti più vecchi e di grande taglia, in mano alle utilities, che probabilmente richiederebbero ingenti investimenti di ammodernamento, e gli impianti di piccola e media taglia troppo piccoli per poter entrare nel radar delle operazioni di investimento.
Alcune potenzialità si intravedono a causa della semplicità di gestione degli impianti e del biogas, in relazione all’ottimizzazione della gestione operativa al fine di aumentare la redditività degli impianti.