Sul regime dei minimi Iva “la Legge di stabilità 2016 darà continuità alla legislazione vigente”.
Lo ha spiegato il sottosegretario all'Economia, Enrico Zanetti, durante una conferenza stampa alla Camera dei Deputati.
Il premier Matteo Renzi ha “accolta la nostra posizione”, ha detto Zanetti: “anche per i piccoli professionisti ci sarà il limite di 30 mila euro di fatturato con aliquota del 5% per i primi cinque anni di attività, con una fusione dei due regimi esistenti attualmente”.
LE REGOLE ATTUALI. Ricordiamo che la Legge di stabilità 2015 ha previsto un regime agevolato per detentori di partite Iva, applicabile su un fatturato massimo di 15.000 euro, con una aliquota del 10% nei primi tre anni di attività e del 15% per gli anni successivi.
Il vecchio regime dei minimi è stato tuttavia prorogato fino al 31 dicembre 2015 con la Legge n. 11/2015 (in vigore dal 1 marzo 2015), di conversione del decreto Milleproroghe, che ha appunto ripristinato, per tutto il 2015, il vecchio regime dei contribuenti minimi. Coloro che aprono la partita Iva nell’anno in corso e con un fatturato fino a 30.000 euro possono godere di un sistema impositivo con una aliquota al 5% per un periodo di 5 anni e comunque al massimo fino al compimento dei 35 anni di età.
DIGITAL TAX. Per quanto riguarda la digital tax annunciata dal presidente del Consiglio, il sottosegretario all'Economia nonché segretario di Scelta Civica ha spiegato che si tratta della “nostra proposta di legge già presentata alla Camera. È una misura che abbiamo messo a punto convinti della necessità di introdurre norme che consentano di far pagare anche a chi opera nel digitale e risiede fisicamente all'estero quelle tasse che tutte le imprese italiane che operano in Italia pagano da anni”.
Per i soggetti non residenti che realizzano transazioni digitali con una continuità di 6 mesi e una significatività in termini di fatturato pari ad almeno 5 milioni annui, è previsto l'assoggettamento al regime fiscale italiano o, in alternativa, una ritenuta del 25% alla fonte sulle transazioni. Questa misura, secondo i calcoli di Scelta civica, garantirebbe un gettito di 2-3 miliardi di euro annui.
Attualmente i tecnici del Mef stanno svolgendo “ulteriori approfondimenti” e – precisa Zanetti - la misura “non è una nuova tassazione”.